I MIEI AMICI GATTI

Un Ricordo Prezioso di ... A..." MICI "

 
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PERICOLI

PERICOLI

Aghi, spille, chiodi, tutto ciò che punge, deve essere custodito fuori dalla portata del gatto e soprattutto, del gattino che se disponibili, tenterà di far muovere con la zampina o afferrare con la bocca. Potrebbe provocarsi pericolose ferite o addirittura se riuscisse ad ingoiarli rischierebbe una perforazione o un'occlusione intestinale molto grave. E' quindi necessario assolutamente tenerli ben custoditi e nascosti.

Stessa cosa per i medicinali, soprattutto quelli in forma di compresse, molto pericolosi tanto per i gatti quanto per i bambini. La curiosità può spingere l'animale a ingerirli con conseguenze che vanno da un semplice malessere a una intossicazione, che può avere esiti letali. Altri prodotti sono pure nocivi; è nota l'attrazione del gatto per l'odore della candeggina o per altri detersivi di uso domestico ad esclusione di quelli profumati al limone odore che in genere non è gradito ai gatti. Più di ogni altro animale, il gatto è attratto da molti tipi di veleno. Essendo amante della pulizia, si lecca spesso pelo e zampe, ingerendo in tal modo le sostanze dannose che vi possono essere accidentalmente presenti. Se si sospetta che il gatto abbia inghiottito o anche semplicemente camminato su sostanze velenose, è prudente rivolgersi subito al veterinario, attendere può essere fatale.

Il gatto è attirato moltissimo anche dai fiori e dalle piante per gioco e per curiosità. Ciò può risultare molto pericoloso e nocivo, perché il gatto può intossicarsi gravemente.

Infatti alcune piante d'appartamento e da giardino contengono sostanze tossiche, la cui ingestione può essere all'origine di numerosi disturbi: irritazione e bruciore a occhi e pelle, dermatiti allergiche, disturbi digestivi, renali, cardiovascolari e turbe del SNC. Tra le piante tossiche che si trovano frequentemente in casa o in giardino si possono segnalare ficus, tulipani, azalee, rododendri, crotontigli e tante altre. Quando il gatto si diverte a scavare la terra delle piante, il pericolo deriva dai fertilizzanti e dagli antiparassitari presenti nel terreno che possono essere ingeriti dal gatto, il quale, generalmente, dopo il gioco si dedica alla normale pulizia delle zampe. Se il gatto persevera in queste attività di scavo, nonostante i tentativi del padrone di dissuaderlo, è meglio rinunciare alle piante o tenerle fuori della sua portata.

 

PIANTE TOSSICHE

Piante tossiche

Nella lista delle piante sono menzionate solo alcune fra le più conosciute: nemmeno i botanici hanno ancora potuto redigere un database completo di tutte le piante che possono essere ritenute pericolose: questa è una delle ragioni per le quali quasi mai due liste provenienti da fonti diverse sono comparabili fra loro. In caso di dubbio, consultate le fonti di informazione e i centri tossicologici locali per maggiori informazioni riguardo la vostra zona.

Cosa fare dopo l'ingestione di sostanze velenose:

Consultare immediatamente un veterinario che consiglierà la terapia più idonea e soprattutto se è il caso di indurre il vomito per far eliminare la sostanza velenosa il prima possibile.

NON inducete il vomito se il gatto:

ha inghiottito acidi, alcaloidi, solventi chimici, detersivi, catrame o derivati del petrolio, tranquillanti, vetro o oggetti appuntiti [es. frammenti d'ossa, ndt] che potrebbero causare danni maggiori nel venire vomitati.

Se l'animale appare fortemente depresso, inattivo o addirittura comatoso, ha ingerito la sostanza tossica da più di due ore.

Se un qualsiasi prodotto velenoso è finito sulla pelliccia, lavatelo via immediatamente per impedire che il gatto, nell'atto del pulirsi, possa leccare ed ingerire la sostanza tossica. Utilizzate acqua saponata o fategli il bagno in acqua tiepida (non calda).


 

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Miti da sfatare su gatti

Gatti saltatori


Sono campioni di atterraggio in piedi sulle brevi distanze, grazie a una spina dorsale altamente flessibile. A volte però cadono anche "di testa", procurandosi lesioni molto serie quando non vanno incontro alla morte. Sono molteplici le storie di gatti che si sono lanciati dalla finestra di un appartamento situato a un piano troppo alto per catturare un uccellino o una farfalla. Succede che mettono a fuoco la preda e perdono l'equilibrio nella caduta.

 

 

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Post n°159 pubblicato il 23 Febbraio 2012 da edoclaf
Foto di edoclaf

LA TOXOPLASMOSI

Sfatiamo una volta per tutte il triste e falso mito del gatto portatore della toxoplasmosi e tutto il "terrorismo" che è stato fatto in lungo e in largo sull'argomento? ( mi ricorda un po' la storia dei gatti neri....)
Quante volte sentiamo dire che qualcuno vorrebbe prendere un gatto ma sta anche pensando ad una prossima gravidanza e che quindi è meglio posticipare? Quanti gatti vengono messi alla porta perché c'è una donna incinta in casa?
Putroppo tanti, troppi!!

Anche se non da temere, ma neanche da sottovalutare, l'eventuale contagio da questa malattia non può essere  necessariamente attribuito al gatto... più che a una mela o ad un'insalata mal lavata!

Il gatto può liberare cisti di toxoplasma con le feci solo se si trova in fase di infezione acuta, che dura al massimo venti giorni, un'unica volta nella sua vita. - Per infettarsi con la toxoplasmosi occorre ingerire feci dei gatti a loro volta infetti.(!!!!!!!)

Quindi, basta che una donna incinta segua le normali norme igieniche quando pulisce la lettiera (o semplicemente la faccia pulire a qualcun altro) e si lavi le mani e NON potrà mai prendere la toxoplasmosi dai gatti.
Occorre tra l'altro precisare che le oocisti divengono infettanti tramite sporulazione (emissione di spore) dopo 24 ore e più di permanenza a temperatura ambiente, perciò la rimozione giornaliera delle feci ed il loro pronto smaltimento prevengono lo sviluppo dello stadio infettivo anche se il gatto emette cisti infette. Anche fare del semplice giardinaggio o mangiare frutta non lavata espone al contatto ma anche in questo caso basta seguire le usuali norme igieniche. Quali sono invece le principali fonti di rischio, dalle quali non ci si puo' difendere come singoli?
"Ricerche recenti hanno dimostrato che sono in primo luogo le carni, non soltanto la carne cruda nella forma tipica del carpaccio, ma tutta la carne cruda o poco cotta, dalla bistecca al sangue, alle salsicce, ai salumi, alle carni precotte il cui consumo si sta diffondendo... anche se meno frequente, il consumo di latte non
pastorizzato".
il gatto non va assolutamente dato via (il che significa abbandonato nella quasi totalita' dei casi, il che e' una pratica illegale) ma basta seguire le normali norme igieniche, e che invece i pericoli veri, per quanto riguarda la toxoplasmosi, sono altri, e di questo andrebbero avvertite le donne in gravidanza.

Non è vero che il gatto va messo fuori casa perché c'è una donna incinta, che rischierebbe di contrarre la toxoplasmosi (malattia che in certi casi può causare aborto o malformazioni nel feto, ma solo entro il terzo mese di gravidanza).

Il felino può convivere benissimo in casa, basta sapere che:

1) La toxoplasmosi è una parassitosi e zoonosi, cioè una malattia trasmessa dall'animale all'uomo. Secondo recenti studi (British Medical Journal), tra le principali fonti di infezioni (63%) c'è il consumo da parte della gestante di carne cruda e semicruda di maiale e di agnello. Altra grave fonte di trasmissione: il terreno contaminato da feci di animali infetti. La gestante deve lavare sempre frutta e verdure, nonché le mani, dopo aver svolto attività di giardinaggio. Il gatto di casa, per lo più, è alimentato con scatolame, quindi il rischio di essere portatore del parassita è alquanto improbabile.

2) Se il gatto vive in semilibertà, e gironzola, anche per la strada, basta fargli un esame del sangue (per sicurezza comunque è meglio farlo sempre, anche se non esce di casa) . Se risulta positivo alla toxoplasmosi, guarisce con una semplice terapia e con un po' di attenzione). Consultarsi sempre col veterinario, rinnovare la lettiera quotidianamente (le cisti sono infettanti dopo 3 giorni) indossando dei guanti, limitare le effusioni.

 
 
 

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Post n°158 pubblicato il 20 Febbraio 2012 da edoclaf
Foto di edoclaf

FeLV


La leucemia felina è un tumore delle cellule del midollo osseo. L'agente di questa malattia è un virus della famiglia dei Retrovirus tra i quali c'è anche il virus responsabile della FIV. La trasmissione può avvenire da un gatto all'altro attraverso liquidi organici infetti come la saliva, il sangue e l'urina.

La trasmissione non richiede un contatto diretto perchè il virus può restare attivo nell'ambiente anche per 1 mese se protetto da materiale organico.
Veicolo di contagio possono essere anche ciotole, cucce o altro materiale infetto. Sul virus agiscono gran parte dei blandi disinfettanti compresa la candeggina.
Alcuni gatti esposti al virus sviluppano una immunità protettiva che li proteggono dalla viremia e quindi dalla forma letale della malattia. Questi soggetti se colpiti da un'altra malattia o se sottoposti a terapia con farmaci che inibiscono il sistema immunitario (ad esempio i corticosteroidi) possono ripresentare i sintomi della malattia.
Un gatto infetto dal virus della leucemia felina può anche vivere da molte settimane a molti mesi, ciò dipende dallo stato di salute del soggetto, dallo stadio della malattia al momento della diagnosi e dalle terapie.
Tutti i soggetti infetti possono essere fonte di infezione per altri gatti che possono avere contatti diretti con loro. Questa patologia colpisce solo il gatto e non è mai stata dimostrata la trasmissione all'uomo o al cane.

Nei gatti infetti il virus replica finché danneggia parte dei globuli bianchi (leucociti) del sangue che essendo deputate alla difesa dalle infezioni, rendono il gatto immunodepresso e quindi sensibile anche a banali infezioni che in altri soggetti sarebbero superate senza grosse difficoltà.
Alcune volte il virus della leucemia felina è causa cancro dei leucociti causando la morte ancor prima di esporre il gatto ad infezioni per immunodepressione.
Il virus può anche essere trasmesso ai cuccioli per via transplacentare o durante l'allattamento.

SINTOMATOLOGIA:
Dopo il contagio il virus si insedia nelle stesse cellule del midollo osseo deputate alla difesa dell'organismo alle infezioni. Se il virus riesce a sopraffare queste difese (sistema immunitario) si ha la malattia, altrimenti si presenta solo un transitorio malessere che dura solo alcuni giorni e che si risolve con la completa guarigione.

Nel caso in cui il virus riesce a superare le difese immunitarie, questo replica attivamente (viremia) fino a raggiungere alte concentrazioni in tutte le secrezioni in particolarmente nella saliva che diventerà quindi, fonte d'infezione.
La sintomatologia è estremamente polimorfa per le diverse localizzazioni del virus. I sintomi che devono far sospettare questa malattia sono:
anemia, ittero, depressione del sensorio, perdita del peso, diminuzione dell' appetito, diarrea o stipsi, ingrossamento di tutti i linfonodi, difficoltà respiratorie, aborti e alta mortalità neonatale, diminuzione delle resistenze alla malattie, disordini autoimmuni, predisposizione a diversi tumori
Se in un soggetto sono presenti alcuni dei sintomi sopra riportati ed è un soggetto che è potuto venire a contatto con gatti randagi è consigliabile fare un test sierologico per determinare se il soggetto ha contratto questa malattia.
DIAGNOSI:
Per diagnosticare questa malattia non è sufficiente rilevare alcuni sintomi perché questi sono molto variabili e non patognomonici, inoltre alcuni soggetti infetti dal FeLV presentano alcuni sintomi dopo molto tempo dal contagio.

Se un soggetto presenta una serie di disturbi o sintomi può nascere il sospetto di una infezione da FeLV quindi si rende necessario un esame del sangue.
Il test sierologico (immunoenzimatico - ELISA) più comunemente usato ricerca le particelle virali nel sangue che sono espressione di una infezione in atto (viremia) o di una iniziale aggressione del virus al midollo osseo a cui non necessariamente segue la malattia. Per tale motivo i soggetti positivi con tale metodo diagnostico devono essere rivalutati dopo un paio di mesi per confermare la malattia.
Questo test si esegue in pochi minuti direttamente nella maggior parte degli ambulatori.
Anche se due o più esami sierologici indicano che un gatto è siero-positivo non necessariamente farà la malattia e se la farà potrebbero passare anche degli anni. L'unica cosa che è certa è che quel soggetto è forse immuno-depresso quindi sensibile alle malattie infettive e fonte di contagio per altri gatti.

TERAPIA:
Fino ad oggi non esiste una terapia in grado di sconfiggere il virus della leucemia felina. Tutte le terapie praticate mirano solo a curare le malattie infettive eventualmente presenti ed a migliorare lo stato di vita degli animali infetti. Alcuni protocolli terapeutici usati in alcuni casi rallentano il progredire della malattia anche di alcune settimane o mesi ma la prognosi resta comunque infausta.
Nei diversi protocolli usate spesso ne fa parte il cortisone (prednisolone) che tenta di far diminuire i globuli bianchi (linfociti) cancerogeni o di far regredire alcuni tumori conseguenza dell'infezione da FeLV come il linfosarcoma.
Sull'uso del cortisone è bene ricordare che oltre ai molteplici effetti collaterali, inibisce ancor più il sistema immunitario dei soggetti FeLV positivi predisponendoli ulteriormente alle infezioni.
Nella speranza di trovare una terapia efficace si sono sperimentati molti farmaci, tra di essi c'è anche la vitamina C che a dispetto di quanto si crede non ha efficacia verso le infezioni da FeLV ma sicuramente nei soggetti debilitati da questa malattia un supporto multivitaminico e minerale può essere utile.

I padroni di gatti siero-positivi devono fare attenzione a due cose:
- evitare che il gatto possa andare liberamente in giro per evitare di contagiare altri gatti
- essere regolari con i richiami delle vaccinazioni e con i controlli parassitologici intestinali.
Infatti anche se in alcuni casi il sistema immunitario non è più efficiente, quindi risponde male alle vaccinazioni, è consigliabile fornire le migliori opportunità di protezione verso altri agenti infettivi.
Per molti gatti siero positivi si prospetta una vita di molti mesi in buona condizioni di salute ma in alcuni casi la grave sintomatologia e l'inefficacia delle terapie possono far prendere serenamente in considerazione l'eutanasia per far terminare un'inevitabile
evoluzione della malattia senza sofferenze.

PREVENZIONE:
Tenendo conto dell'estrema gravità della malattia e della mancanza di una terapia efficace, l'unico modo per proteggere il nostro gatto è una rigorosa prevenzione.
Fortunatamente per questo tipo di infezione, a differenza di altre gravi malattie come la FIV, esiste un vaccino capace di dare una buona protezione.
Come per altre vaccinazioni, il successo di questa azione di prevenzione è massimo se all'immunizzazione uniamo anche comportamenti che mirano a diminuire i contatti tra il nostro gatto e altri soggetti possibili fonti di contagio.
La vaccinazione è caldamente consigliata per tutti i soggetti che fanno vita libera o semi libera e che quindi possono venire in contatto con soggetti randagi non vaccinati.
I gattini dovrebbe essere vaccinati verso la 10a settimana e poi sottoposti ad un richiamo dopo circa 3 - 4 settimane. Successivamente andranno fatti richiami annuali come per gli altri vaccini.

Quando si acquista un soggetto che non è stato vaccinato è importante sottoporlo sempre controllo sierologico prima di introdurlo in un ambiente con soggetti siero-negativi.
La vaccinazione non interferisce con i test sierologici perché contengono proteine virali non rilevate dai test.
Ancora non si sa bene se è il caso o meno di vaccinare anche i soggetti siero-positivi ma tenendo conto del fatto che non ci sono controindicazioni si consiglia di farlo con la speranza di stimolare il sistema immunitario.
Se un soggetto vive solamente dentro casa e non ha assolutamente possibilità di avere contatto con altri gatti e non si prevede entro l'anno di farlo accoppiare, di traslocare, di fare un viaggio con lui o di portarlo anche solo per alcuni giorni in un gattile, la vaccinazione può ritenersi non necessaria.

Ma tenendo conto del fatto che spesso si presentano degli imprevisti come l'entrata in casa di gatti randagi o una momentanea fuga del nostro gatto la vaccinazione è sempre caldamente consigliata.

 

 
 
 

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Post n°157 pubblicato il 19 Febbraio 2012 da edoclaf
Foto di edoclaf

FIV L'immunodeficienza felina

Iniziamo chiarendo subito che la FIV, pur essendo una malattia simile al nostro AIDS, è però causata da un' altro tipo di virus che non colpisce l' uomo; quindi un gatto malato della sindrome di immunodeficienza felina non trasmette HIV o quant' altro di simile a noi umani.
Nell' animale infetto il virus è presente nella saliva, nel sangue e nel liquido cerebro-spinale ma affinchè si verifichi il contagio è necessario un contatto profondo tra saliva e sangue il che avviene tramite morso. Quindi a differenza di ciò che accade nella FeLV la condivisione delle ciotole, delle lettiere e le reciproche pulizie fra gatti non rappresentano situazioni di rischio. Essendo il morso il metodo principale di trasmissione i maschi risultano piu' esposti alla malattia di circa 3 volte rispetto alle gattine a causa delle loro continue lotte e colpisce piu' frequentemente i mici di età superiore ai 5 anni.

Nella FIV, analogamente all' AIDS umano, esiste una fase detta "finestra", nella quale il soggetto colpito dal virus, non avendo ancora prodotto anticorpi anti-FIV risulta negativo al test ELISA (che è basato sulla rilevazione dei predetti anticorpi). Per tale ragione se si sospetta che il micio possa aver contratto il virus può essere necessario ripetere il test a distanza: il periodo di latenza della malattia varia da 1 mese a fino 1 anno. La Sindrome di immudeficenza felina è una malattia progressiva la cui sintomatologia viene da molti medici suddivisa in 5 fasi caratterizzate principalmente dalla sempre piu' ridotta risposta immunitaria del felino.

1 Fase: la mortalità' è estremamente ridotta ed abbraccia il primo mese d' infezione. I sintomi sono generici: febbre, abbattimento, diarrea, aumento dei linfonodi.
2 Fase: è un periodo che può durare anche alcuni anni in cui il gatto appare in salute, non presenta cioè nessun sintomo.
3 Fase: è uno stadio della malattia caratterizzato soprattutto dall' ingrossamento dei linfonodi a cui si associano dimagrimento, febbre, anemia, diminuzione dei globuli bianchi ed eventualmente infezioni secondarie determinate dall' indebolimento del sistema immunitario.
4 Fase: la malattia è in fase avanzata i sintomi colpisco diversi organi o apparati con possibile sviluppo di neoplasie. Il gatto appare depresso è il suo stato generale si riflette sulla cute e sul mantello che assumono un aspetto decadente.
5 Fase: l'AIDS è conclamato, è l' ultima fase, caratterizzata da numerose infezioni di diverso genere supportate da funghi e parassiti che trovano nel debole sistema immunitario del povero felino terreno fertile. Vi è, inoltre, un ulteriore sviluppo delle forme tumorali.
Non esistono trattamenti farmacologici o vaccinali efficaci l' unica prevenzione consiste nella castrazione dei maschi e nella sterilizzazione delle femmine.


E' purtroppo una malattia nefasta in cui i gatti colpiti possono comunque continuare vivere da 5 a 7 anni: spetta a noi "padroni" umani cercare di rendere questo, comunque lungo periodo, il piu' sereno e felice possibile.

 
 
 

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Post n°156 pubblicato il 19 Febbraio 2012 da edoclaf
Foto di edoclaf

FIP Ovvero Peritonite infettiva felina

E' una malattia virale provocata da ceppi particolarmente virulenti e largamente diffusi fra i gatti che non provocano necessariamente la malattia nel soggetto, il quale, però, ne diventa portatore sano. Pur potendo colpire tutta la popolazione felina dai 3 mesi in su, risultano tuttavia piu' esposti al rischio i mici fino al 5° anno di età e, per ragioni probabilmente genetiche, i gatti persiani.
I mezzi veicolari che il virus utilizza sono le feci e le urine dei gatti infetti e le mucose oro-nasali del micio sano. La capacità del virus di sopravvivere per piu' settimane in condizioni ambientali (ovvero all' aria aperta) rende possibile il contagio anche senza contatto diretto.
Purtroppo la trasmissione può avvenire anche da madre al feto.
I sintomi nella prima fase possono essere molteplici e generici: anoressia, calo di peso, anemia, febbre ciclica o persistente; gli stessi test ematologici, accompagnati da quelli anticorporali, non forniscono risultati certi ma sono di sostegno alla diagnosi del veterinario.
Successivamente la patologia si evolve in due possibili forme chiamate una umida e l' altra secca. La forma umida è caratterizzata dall' aumento del liquido peritoneale che determina un rigonfiamento addominale evidente che ne facilità' la diagnosi. La forma secca colpisce organi diversi quali il fegato, i reni, il pancreas, i polmoni, con conseguenti sintomi di epatite, nefrite, polmonite, incoordinazione motoria e tremori.
La terapia del FIP si basa sulla somministrazione di farmaci per migliorare le condizioni di vita (ed in questa ottica un ricorso all'omeopatia, ad esempio un ricostituente, può essere certamente consigliato) in quanto la mortalità è elevatissima (circa il 95%). Alla luce di tale dato fa riflettere il fatto che l' unico vaccino realmente efficace (dal 50% al 75%) non sia venduto in Italia: é il PRIMUCELL della PZIFER.
La prevenzione, va per ora, nella direzione dell' isolamento dei soggetti malati, di un' accurata igiene, magari utilizzando disinfettanti come la candeggina diluita al 3%, specie in luoghi dove si siano già verificati dei casi, nell' evitare luoghi comuni, quali pensioni, allevamenti, colonie, dove la presenza di un gran numero di felini aumenta la possibilità di incontro con portatori sani.
Alcuni medici non tradizionali suggeriscono anche un' alimentazione piu' varia (rispetto ai cosiddetti pasti completi) integrata da vitamine antiossidante con l' intento di inalzare il sistema immunitario del gatto, di evitare il piu' possibile stress fisici e psichici che di contro invece lo indeboliscono. In questo senso è certo che una sana coccola la sera fatta sulle nostre ginocchia risulta senz' altro efficace.

 
 
 

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Post n°155 pubblicato il 15 Febbraio 2012 da edoclaf
Foto di edoclaf

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Insufficienza renale (nefrite interstiziale cronica)
La malattia si presenta sotto due forme.
Nella prima, chiamata "forma compensata", il gatto beve esageratamente e puo' ancora eliminare le sostanze tossiche attraverso i reni.
Nella seconda "forma scompensata", l'animale non puo' espellere le sostanze tossiche e puo' morire per l'accumulo dei veleni nell'organismo. Questa forma e' frequente nei gatti vecchi.
Sintomi Il gatto ha costantemente sete, urina molto e l'urina e' pallida e acquosa.
L'animale respira male. Le sue condizioni fisiche vanno deteriorandosi, il pelo e' opaco e si formano delle eruzioni cutanee.
Quando le condizioni peggiorano, l'animale vomita sovente e soffre di diarrea, urina eccessivamente e ha sempre sete.
TERAPIA
Bisogna dargli tutta l'acqua che puo' bere, mettere il gatto a dieta proteica leggera, carne bianca, pesce o una dieta esclusiva per la nefrite che il veterinario puo' consigliare e che si trova facilmente nei negozi di cibo per animali.
Puo' essere utile una terapia antibiotica ma deve essere di esclusiva competenza del veterinario.

 
 
 
 
 

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IL GATTO COME UN TERMOMETRO!

Il gatto è molto sensibile al caldo ed al freddo. Possiamo quindi capire quale sia la temperatura all'interno di una stanza semplicemente osservando la posizione che il micio assumendo dormendo: allungato con la coda lontana dal corpo circa 20 gradi; acciambellato ed avvolto nella coda circa 15; raggomitolato su se stesso con la testa completamente coperta da zampine e coda significa che fa freddino, siamo cioè sotto i 15 gradi. Abbiamo così fatto il nostro TERMOGATTO casalingo.

 

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Il tempo trascorso 

con i gatti 

non è mai tempo

sprecato 


Quando i miei gatti non sono felici, neanche io lo

sono. E non perchè io mi preoccupi del loro umore,

 ma perchè so che se ne stanno lì seduti ad

escogitare

il modo di pareggiare i conti.

 

NON ABBANDONARMI


Due occhi spauriti
ti cercano lungo un nastro d'asfalto.
Le auto sfrecciano indifferenti.
Ha i minuti contati: presto giungerà la sua fine.
Fido e Micia pagheranno, in questo modo, il loro amore per te, uomo.
 

 Carità cristiana - Di Trilussa
poesia

Er Chirichetto d'una sacrestia
sfasciò l'ombrello su la groppa
a un gatto pe' castigallo d'una porcheria. Che fai?  je strillò er Prete ner vedello
Ce vò un coraccio nero come er tuo
pe' menaje in quer modo... Poverello!...  Che?
fece er Chirichetto er gatto è suo?
Er Prete disse: No... ma è mio l'ombrello.

 

AMICIZIA

Gatto
Stai lì.
Estatico
Ti fissa Rapito Stupito.
Piccola e maestosa piramide
(chissà cosa pensi, mia creatura)
Poi, d'un tratto,
si alza sornione flessuoso
perduto in altri pensieri.
Mio grande amore
(chissà se lo sai)
Ti amo e ti interrogo
luce della solitudine del mio spirito.
Al mio gatto, a tutti i gatti

 

 

TI MANGIO....

IL TIGROTTO

 

Se il gatto decide di adottarvi non c'è niente da

fare se non prenderne atto edaspettare che il vento cambi

 

Nei tempi antichi i gatti erano  adorati come DEI

questo loro non lo hanno mai DIMENTICATO


 

MUSICA

Miti da sfatare su gatti

I gatti sono pericolosi per i neonati 

 Non è altro che un'antica superstizione, risalente ai secoli in cui non si conosceva la sindrome della morte nella culla, motivo per cui la gente indicava il felino come portatore di sventura, questo solo perché amano posti caldi e accoglienti come può essere la camera di un piccolino. 

         

 

Miti da sfatare su gatti

Imitazioni e sorrisi 

 I gatti sanno riprodurre un verso molto simile al cinguettio. Quando puntano un uccello producono una vibrazione gutturale accompagnata a rapidi movimenti della mascella inferiore che sembra un richiamo per i volatili.

 
 

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