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il senso della vita

per chi crede nella vita, anche quella più piccola nella pancia di una donna. Questa è la mia storia, un esperienza attraverso interruzioni di gravidanza, una morte perinatale e due splendide bambine (ora ragazze).

 

 

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Il viaggio a Barcellona

Post n°547 pubblicato il 22 Febbraio 2019 da ildiariodellalinda

Questo viaggio insolito deve essere per forza raccontato e scritto in modo da non perdere i particolari, infatti la partenza per Barcellona con mio fratello e mia mamma per andare a trovare mio nipote Mattia, era davvero un occasione che probabilmente non si ripeterà mai più.

Lasciate le adolescenti a casa, pensi di purificarti in un bel viaggetto (due giorni pieni a Barcellona), ma forse non realizzi che essere una figlia di 46 anni, con mamma di quasi ottanta a seguito non è cosa facile, infatti mi sono resa conto in questi giorni più di sempre, che per loro si è sempre "bambini", o meglio per loro si è sempre degli "adolescenti incoscienti".

Mia mamma è un po' una "macchietta" donna forte e fragile (dichiara sempre di essere stata una bambina grande e da grande una bambina, dicendo a tutti che si sente 12 anni), una grande camminatrice e soprattutto un' igienista con i fiocchi, una di quelle attente ai microbi, che possano trovarsi ovunque soprattutto in aerei, treni, metropolitane etc., di quelle che si consumano la pelle da quante volte si lavano le mani, di quelle che viaggia con la boccetta di disinfettante (appunto, ma questo ve lo racconto in seguito).

Partiamo da Firenze, check in fatto online ma dobbiamo passare i controlli per l'imbarco, quindi ci togliamo tutto e diamo istruzione a lei che ci risponde "ma come mi devo togliere tutto? anche il giubbotto?" "e certo mamma, devono fare i controlli è normale ad un aeroporto" avevo degli stivaletti,il poliziotto mi indica di toglierli, li metto nella cassetta per farli passare al metal detector e da dietro sento una voce "ma Ilaria!!!! Scalza in aeroporto!!!!"  "mammina, è così quando uno porta le scarpe alte te le fanno toglie in modo da vedere che non nascondi niente" (figurati, non è che sono diventata figlia dei fiori ed ho deciso di camminare in libertà, forse nel suo immaginario c'ero ancora io di 12 anni che camminavo scalza per casa e lei che mi inseguiva con le ciabatte).

Finalmente partiamo, dopo 50 minuti di ritardo del volo, poco prima di atterrare, probabilmente passiamo sopra i Pirenei e quindi l'aereo inizia a sobbalzare, devo dire non poco perchè poi alla fine mi era entrato anche il mal di stomaco, così mia mamma mi guarda e dice "ecco vedi, io sto bene con i piedi per terra, a me proprio non piace volare" "mamma fai finta di essere in un pullman che sta percorrendo una strada piena di buche" ... risposta "si, ma non lo siamo!" (non fa una piega) il viaggio per andare a Barcellona è stato veramente breve, comunque dopo poco più di un ora siamo atterrati a El Prat, un aeroporto enorme, praticamente deserto e quindi una meraviglia da fotografare.

Sciopero dei taxi, disagi vari e quindi il nostro autobus che ci doveva portare in placa Cataluna (dove ci aspettava mio nipote), invece è stato costretto ad arrivare in placa di Spagna, quindi abbiamo preso la metropolitana e ci siamo avviati a piedi verso casa di mio nipote che nel frattempo ci veniva incontro (ore 23.30). La cosa più bella di quella giornata è stato l'abbraccio tra nonna e nipote, una cosa quasi incredibile la nonna a Barcellona, la felicità di mio nipote, l'incredulità di mia mamma che pensava a questo viaggio come un sogno che ora finalmente si realizzava.

La mattina siamo partiti alla volta di "Casa Battlò" e poi verso "Santa Maria del Mar" a trovare Mattia nel negozio dove lavora, pranzetto con tapas e bocadillo jamon serrano in un alimentari vicino. Una volta salutato Mattia, ci siamo diretti alla Sagrada Familia (la chiesa più spettacolare che abbia mai visto) e la mamma folgorata dai colori e dai riflessi che inondavano la cattedrale, si è dimenticata di farsi il segno della croce "mamma ti rendi conto che sei entrata in una chiesa e ti sei dimenticata di farti il segno della croce?" "davvero!!! devo rimediare subito, ora mi metto a pregare! ma questa chiesa mi distrae troppo con i suoi colori e i suoi riflessi mi ha incantato, mi distrae troppo". Dopotutto avere una mamma con una grande fede, ma anche una mamma che dipinge e ama le sfumature, gli azzurri e i colori dei tramonti, non poteva chiedere di più.

Il pomeriggio abbiamo raggiunto mio nipote per passare la serata insieme tra chiacchiere e tapas, arrivati all'ora di andare a dormire io e mia mamma ci siamo dirette all'hostal che ci ospitava, lei entra in bagno io mi metto il pigiama, ad un certo punto una blatta di 5 cm. ha iniziato ad aggirarsi sulla parete "mamma stai ferma in bagno e non ti muovere!" corro in pigiama dal signore che gestiva l'hostal dicendo che una "big cucaracha" si aggirava sulla parete, così armato di granata e cassetta ha provveduto ad ammazzarla, ma lo schifo è stato talmente tanto che per due notti non sono riuscita a dormire terrorizzata dal sentirmi camminare un animalone sulla mano.

Il giorno dopo era tutto dedicato al mio nipotino, infatti avevamo programmato di stare insieme a lui che per l'occasione aveva preso ferie, un giro alla Estacio de Franca, bellissima struttura del novecento in ferro, poi verso la Barceloneta per vedere il mare e poi sulla Rambla. Pomeriggio dedicato allo shopping e ai regalini da portare a chi era rimasto a Firenze. Andiamo in un negozio e la mamma trova un paio di pantaloni che le piacciono, prezzo 9.90 euro, così se li prova e visto il prezzo ottimo decide di comprarli, andiamo alla cassa e il costo diventa improvvisamente 14.90 euro "mamma stai tranquilla, ora andiamo a ricontrollare il prezzo e poi torniamo alla cassa" avevamo ragione e quindi siamo tornate, io cercavo di spiegare in inglese l'errore e lei arrabbiata con un monologo in italiano dicendo che non era giusto, si erano sbagliate etc ... "mamma è inutile che gli parli in italiano, hanno capito, stai tranquilla che ora cercano di rimediare!" ma lei naturalmente continuava in italiano a rivolgersi alla commessa. Per fortuna la serata poi è proseguita con una cenetta tranquilla, anche se insisteva che voleva mangiare una pizza "a Barcellona è inutile mangiare una pizza, la paghi 10 euro, domani si torna in italia e ti mangi tutte le pizze e la pastasciutte che vuoi!".

La mattina, i saluti a Mattia con un po' di malinconia per le belle giornate trascorse, poi la partenza verso l'aeroporto, arrivati al check-in passa la mia valigia, quella di mio fratello e quella di mia mamma "puede abrir la maleta gracias!" "este" indicando il beauty case di mia mamma, così tira fuori una boccetta di disinfettante da 250 ml. "señora, non se puede, mira 250 ml!" "caspita mamma!!! te lo avevo detto che non potevi portre liquidi, ma che figura" "va bene, non mi interessa lasciargliela pure, almeno questi due giorni ho disinfettato, menomale che all'andata non l'hanno trovata!" 

E con quest'ultimo siparietto si conclude la nostra bellissima vacanza a Barcellona, un plauso alla nonna/mamma, che è stata bravissima, ci ha seguito in tutte e due le giornate camminando per 9 km il primo giorno e 12 km. il secondo, senza lamentarsi e dall'alto della sua modica età di 79 anni!!! Brava mammina, sei splendida, io Fede e Mattia porteremo questi giorni nel cuore! 

 
 
 
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