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il senso della vita

per chi crede nella vita, anche quella più piccola nella pancia di una donna. Questa è la mia storia, un esperienza attraverso interruzioni di gravidanza, una morte perinatale e due splendide bambine (ora ragazze).

 

 

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Il mio sax

Post n°516 pubblicato il 06 Giugno 2016 da ildiariodellalinda
 

Il mio Sax, lo strumento che avevo suonato per un anno, un sax contralto a noleggio, argento, che portavo orgogliosamente in uno zaino azzurro, andavo in autobus a scuola di musica che era lontana, ricordo ancora gli odori di quel luogo, i cartoni delle uova attaccati su tutte le pareti per insonorizzare le stanze, il solfeggio, con il metronomo che scandiva il tempo e che faceva diventare la lezione sonnolente.  

Poi arrivò l'estate, l'esame di terza media andato bene e finalmente il regalo tanto sognato, no, non un motorino, oppure qualcosa alla moda, ma un sassofono, tenore (amavo quel suono in tutte le canzoni che ascoltavo).
Ricordo quel giorno che andai con mio babbo a comprarlo e tornai a casa, aleggiavo ad un metro da terra per la felicità.
Lo suonai quell'estate, felice del mio nuovo strumento, un po' meno felici i vicini di casa, ma poi quando iniziò settembre, le scuole superiori, i nuovi amici, l'uscire il pomeriggio e tutta la vita da ragazzina che ancora non avevo mai fatto, la musica passò in secondo piano e il sax inizio ad accumulare "polvere".
Ero dispiaciuta, mi sentivo in colpa nei confronti di mio babbo, avergli fatto spendere così tanti soldi per lasciarlo inutilizzato, non me lo fece vendere, forse in fondo al suo cuore aveva una speranza che riprendessi le lezioni, ma poi fu messo nel dimenticatoio, gli anni passarono ed anche la mia vita senza sax, mi sposai e lui mi seguì anche nella nuova casa, quasi dimenticato in cantina, poi alla fine la remota speranza era diventata la mia, non lo vendevo perchè speravo che i miei  figli potessero avere la mia stessa passione e magari imparare per bene a suonarlo.
Arrivarono anche i figli, ma non certo la loro passione per il sassofono, mia figlia grande si avvicinò alla chitarra elettrica e la piccola al pianoforte.
Ora tutte le speranze erano svanite, così la voglia di comprare una macchina fotografica superiore, mi aveva portato a prendere questa decisione drastica: "basta è ora di venderlo" pensando che se avessi investito i soldi in un nuovo progetto anche mio babbo (amante della fotografia) avrebbe approvato il mio gesto.
Così l'ho venduto, ma il giorno della spedizione al nuovo proprietario, nel momento in cui me ne sono separata fisicamente, e sono andata via dall'ufficio postale, sono crollata in pianto.
Perchè? Per il fallimento di un mio vecchio progetto, per aver deluso mio babbo, perchè era stato lui a farmi quel regalo con amore e io ora me ne ero separata, non lo so, so solo che la felicità per la possibile nuova macchina fotografica, era sparita e avrei voluto cambiare idea, tenermi quell'oggetto in cantina anche solo perchè era un suo regalo, avrei voluto che la frase che avevo detto per trent'anni "No, il sassofono non lo venderò mai"  facesse parte ancora di me.
Tutto passa ... panta rei ... tutto scorre, anche i miei sbagli passati, il loro ricordo. Quello strumento era stato donato con amore e fiducia, ho strappato da me l'amore e la fiducia che era racchiusa li dentro, so che mio babbo mi perdonerà, ma come sempre, sono io che devo perdonare me stessa.

Post scritto l'8 marzo 2016

 
 
 
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Della serie "tutti possono pubblicare un libro", ecco la mia storia e quella della mia bambina che è iniziata con un diario della gravidanza, diventato poi una terapia al dolore del tutto personale, passata dopo 4 anni e 1/2 su una pagina web ed ora un libro. Così uno può leggere tutto su internet, oppure con due pagine sul divano. Senza nessuna pretesa quello che con una parola un po' grossa posso chiamarlo:

 

Il mio libro: "il diario della Linda"

 

 

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... la mia storia e quella della Linda, la bambina che mi ha cambiato la vita con il suo breve e luminoso passaggio !  

 

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