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« Aria di maratonail bagaglio per la maratona! »

Mulinare di gambe e braccia

Post n°844 pubblicato il 04 Aprile 2018 da feliperun

Gli appelli si ripetevano. Nella sala c'era chi si produceva in esercizi di allungamento, chi seduto tradiva la tensione con movimenti intermittenti delle gambe, chi sfoggiava sbadigli da ippopotamo.

I nomi a gruppi di otto venivano chiamati, prendevano corpo in umani con cuffia e occhialini. Si formava una piccola fila guidata dal giudice. La fila si fermava a bordo vasca. Il pubblico accompagnava i movimenti in vasca con alte grida, in vasca ognuno faceva del suo meglio per arrivare da un estremo all'altro, lì al centro gli otto stavano immobili in attesa del loro turno.
Il giudice fece un cenno e si mossero alla volta dei blocchi. Alcuni ripetevano definiti gesti, scioglievano le braccia facendole penzolare lungo il corpo come corde, altri le roteavano, altri fissavano il vuoto oltre le lenti colorate degli occhialini.
I nomi vennero annunciati al microfono e ciascuno rispose con un cenno al pubblico.
Si piegarono sopra i blocchi ed al suono della sirena si spinsero in acqua.
Iniziò il mulinare di braccia e gambe.
Ero lì in mezzo al gruppo quando giunse il momento di virare e spingersi con forza alla parete della vasca. Tutto il corpo è impegnato in quello sforzo, muoversi in un altro elemento, respirare ritmicamente, mentre le pulsazioni aumentano. Altra virata, un altra spinta forte, una fase subacaquea, e scorgi che quello accanto è lì. Ancora bracciate, conti le vasche e realizzi che sei ad un quarto di gara, il gruppo è ancora compatto, nessuno è andato via. Ancora una virata, ma è meno potente delle precendenti, sono troppo preso dalla competizione per allungarmi e scivolare, uso la forza. Le mattonelle blu terminano descrivendo una T è ora di virare ancora ma anticipo troppo e sono troppo distante per spingere bene, i piedi scivolano sulla parete viscida. Mi scompongo, annaspo cercando di riprendere la linea di nuota, la bocca si apre per cercare aria e trova l'acqua. Il movimento è impacciato, scomposto, si accendono tutti gli allarmi, se continuo a bere prosciugherò la piscina! rallento vistosamente, gli altri sono andati via tutti. Penso solo ad arrivare alla fine, ho perso il conto delle vasche, solo nuotare e respirare, nuotare e respirare, alla gara penserò un'altra volta. L'ultima vasca accellero un po', non sono neppure stanco, ultimo della batteria, ma almeno arrivo con un po' meno ritardo, mentre l'altro gruppo di otto è pronto sui blocchi.

 

 
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