Nel 1966, il medico statunitense Sam Alexander aveva incontrato in un ospedale da campo il prigioniero Nguyen Quang Hung, vietcong ferito e catturato dagli americani, con un braccio a rischio di cancrena. Alexander non aveva perciò esitato a procedere con l’amputazione, salvando la vita al giovane soldato; ma non se l’era sentita di buttare via le ossa, che nel frattempo erano state ripulite dai suoi assistenti e gli erano state consegnate, e che gli ricordavano l’ottimo lavoro svolto e il salvataggio di una giovane vita, anche se di un nemico.
Dopo 47 anni, ritrova il braccio amputato
Nel 1966, il medico statunitense Sam Alexander aveva incontrato in un ospedale da campo il prigioniero Nguyen Quang Hung, vietcong ferito e catturato dagli americani, con un braccio a rischio di cancrena. Alexander non aveva perciò esitato a procedere con l’amputazione, salvando la vita al giovane soldato; ma non se l’era sentita di buttare via le ossa, che nel frattempo erano state ripulite dai suoi assistenti e gli erano state consegnate, e che gli ricordavano l’ottimo lavoro svolto e il salvataggio di una giovane vita, anche se di un nemico.