dagherrotipi

Lasciati andare, baby


Quotidianamente ci si pongono problemi, e noi pensiamo di essere bravi nel risolverli, e ci aspettiamo che come dopo ogni tempesta torna il sereno, anche il nostro quotidiano sereno torni.Se abbassi la guardia succede che ti trovi impreparato di fronte all'ultimo affondo, esponi il fianco senza sape che proprio da li, da chi pensavi alleato, arrivi il fendente che ti farà più male.Ho sempre amato, anzi, idolatrato i miei fratelli. Per me, ma anche a detta di tutti, erano bellissimi, e speciali, Ognuno di loro con talenti più o meno messi a frutto, ma, comunque, diversi, a tratti geniali, insomma, persosne di cui andare fiera. Per anni girando per la città appena dicevo il mio nome subito mi chiedevano: ma sei la sorella di A.? Sei la sorella di O.?Ed io ero orgogliosa e felice di essere riconosciuta tale.Poi ci fu il periodo del Lago Santo. I loro amici venivano, spesso formavano con noi una brigata gioiosa che affrontava le giornate di lavoro ridendo e scherzando. Quando mancavano era un mortorio, difficile sopravvivere allo stress. Mio padre stesso, burbero preso dal lavoro, con loro si scioglieva, si lasciava andare, e tutti ne eravamo grati.Abbiamo attraversato tante tempeste, e crescendo le differenze si sono accentuate. Ma come sempre è proprio nelle difficoltà a lunga durata che le persone mostrano la loro indole, i loro grandi difetti, i loro specifici pregi.E la grande difficoltà è oggi rappresentata dalle condizioni di mamma.Io ho scelto di vivere con lei per poterla accudire, dettando però delle condizioni. Volevo del tempo per me, i fine settimana, pensando che in tre potessero gestire a turno l'impegno che io gestisco cinque giorni su cinque. Niente di più sbagliato.  Mi ritrovo a discutere sulla fattibilità o meno di tutto ciò, e continuo a ripetere: parlatene fra di voi, io per quello che è il mio impegno mi sento assolta dal fare turnazioni.E ieri, il mio grande dolce paziente fratello A. mi ha spiazzata con ragionamenti al limite della farneticazione... E io sono rimasta li, ferita colpita, tramortita.Di tutto, quella per cui soffro di più è mia madre. Accetterà tutto, ma, poi, se ne starà con gli occhi persi nel vuoto, lucidi, e scaricherà la sua rabbia su di me.