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"Stavo solo scherzando"

Post n°970 pubblicato il 24 Settembre 2012 da redazione_blog

“Che cosa vorresti dire?!?”
“Ma dai, stavo solo scherzando!”

A quanti di noi sarà capitato di provare rammarico per non essere riusciti a trasmettere il senso emotivo di un messaggio e le reali intenzioni che lo ispiravano? A quanti sarà capitato di interpretare in modo distorto i contenuti della conversazione con un’altra persona?
Nella comunicazione digitale, le occasioni di fraintendimento sono molteplici e, siano esse relative a messaggi di forum, di chat, di messenger o commenti nei blog, possono generare alla lunga motivi di incomprensioni più radicati e profondi. Le cose filano lisce, tutto procede per il meglio, sino a quando un frammento di discorso viene infilato in modo maldestro o nel momento sbagliato … allora l’impalcatura della comunicazione si sgretola, proprio come quando tentiamo di sovrapporre una carta da gioco nella costruzione di un castello, mandando tutto per aria.
A cosa dobbiamo tutto questo? Beh, sicuramente l’assenza di gesti, mimica, sguardo e tono della voce non ci vengono in soccorso nella comunicazione digitale. La mancanza del corpo e di tutta la sua ricca segnaletica non ci permette di fare in modo che l’altro comprenda le nostre reali intenzioni, soprattutto se i messaggi sono a doppio senso o se prevale l’ironia.

Ma non è solo questo: nella comunicazione simultanea (chat e messenger), dove c’è poca possibilità e tempo di riflessione, tendiamo a commettere quello che viene definito “errore empatico”, che consiste nel sopravvalutare il mezzo e la possibilità del destinatario di comprendere il senso emotivo del nostro messaggio. Infatti, quando pensiamo a qualcosa da dire al nostro interlocutore in linea, di fatto è come se noi ce lo ripetessimo dentro, con le stesse intonazioni e le stesse inflessioni alle quali siamo abituati, come se la persona fosse realmente presente nella stanza in cui ci troviamo. L’errore empatico sta proprio nel comportarsi come se l’altro fosse dentro di noi o davanti a noi, in grado di ascoltare lo stesso tono di voce, le stesse pause, gli stessi ritmi, gli stessi colori emotivi. Ma questo ovviamente non è possibile, dal momento che il destinatario dispone solo del contenuto e del senso letterale. Allora, la battuta ironica viene vissuta come un attacco alla persona, la considerazione scherzosa come un’offesa o un atto di scortesia.
E’ curioso come tutto questo avvenga indistintamente tra persone che si conoscono bene o meno bene, tra uomini e donne, indipendentemente dal titolo di studio, e come questo meccanismo sia prevalente nella comunicazione scritta rispetto a quella orale.
Come fare allora per ridurre il rischio di fraintendimenti?
Prima di tutto, esserne consapevoli vuol dire essere a metà dell’opera. Vale a dire, occorre in primo luogo far chiarezza dentro di noi, cioè saper distinguere ciò che fa parte dei limiti del mezzo, per i quali occorre prestare una quota di attenzione in più, da ciò che appartiene invece alle nostre intenzioni recondite, nascoste agli altri ma a volte sconosciute anche a noi stessi. Se l’altro percepisce un messaggio ironico come un’offesa personale, è colpa del mezzo o siamo noi che in realtà vogliamo trasmettere comunque qualcosa in quella direzione e lo facciamo solo attraverso la maschera dell’ironia? Infatti, non è detto che sia sempre l’interlocutore a capire male …
In secondo luogo, dopo aver scritto un messaggio ironico e prima di inviarlo, proviamo a rileggerlo a voce alta e con un tono neutro, come se fosse una lista della spesa, concentrandoci sui contenuti e immaginando di essere noi stessi a leggerlo per la prima volta. Questo trucco, abbinato all’uso degli intramontabili emoticons, dovrebbe aiutarci a comprendere le possibili interpretazioni del messaggio da parte del destinatario, stemperandone i toni prima che questo raggiunga destinazione
In ogni caso, non stupiamoci e non allarmiamoci se qualcosa va storto, in quanto in un sistema ad alta saturazione comunicativa, come quello delle community online, gli incidenti di percorso possono essere all’ordine del giorno. I fraintendimenti non sono da demonizzare. L’importante è partire da essi per chiarire all’altro la nostra posizione e per essere sempre più consapevoli della nostra comunicazione, allo scopo di correggere il tiro e di modificare il nostro modo di essere e di stare con gli altri.
Forse, alla lunga, tutto questo potrà portarci ad avere sempre meno bisogno di dire: “stavo solo scherzando …”

Scritto da Morton0

 
 
 
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