Pensieri vaganti

Un vecchio ai tempi del coronavirus - seconda puntata


Lezioni a distanzaC’è il coronavirus. Cosa si fa? Si fanno lezioni a distanza. Detto così sembra una cosa facile, ma nei fatti non lo è tanto.Il primo a essere coinvolto è stato Andrea. Lui fa il terzo anno di scuola materna, cosa avrà da imparare a distanza? Beh, non ci crederete, ma le cose sono tante. Le maestre, avuti i numeri di telefono della mamma e della nonna, li hanno bersagliati giornalmente con messaggi su Wathsapp. Ma non erano solo messaggi, c’erano tante schede da stampare e riempire. La nonna è quasi impazzita. Lei cercava la scheda su internet e la stampava. Ci riusciva pure, ma ogni tanto si arrabbiava perché non aveva riferimenti sufficienti per stamparle.Poi è arrivato il nonno telematico e ha trovato un sistema semplice per lanciare le schede sulla stampante wireless e stamparle. Le schede presentano lettere puntinate da completare, vocali da riconoscere e scrivere, il calendario del tempo e tante altre cosette. Ma non finisce qui.Ogni giorno una delle maestre mandava un messaggio vocale che cominciava così: “cari bambini, ieri siete stati bravi; ho visto la poesia per la festa della mamma di Antonella, che l’ha recitata bene; poi ho visto quella di Giuseppe, ed è stato bravino; non ho ancora avuto la poesia di Michele e di Alessia….” [i nomi dei bambini sono di fantasia]. Poi continuava: “Oggi vi assegno un compitino da fare per tutta la settimana: sulla scheda c’è scritto il giorno della settimana…” In effetti il compitino consisteva nel riempire, giorno per giorno, quella scheda con il tempo: sole, pioggia, vento, caldo ecc..Perchè sto raccontando questo? Perchè la nonna metteva il messaggio in vivavoce e quindi lo ascoltavo anche io. Il tono era calmo, l’esposizione lenta e dettagliata, il ritmo sempre uguale. Sembrava di stare su un treno, uno di quei vecchi treni senza aria condizionata e con i finestrini che si aprono. Uno di quei treni che marcia a sessanta chilometri all’ora e ti fa sentire il canto delle traversine: lo stesso monotono motivo che si ripete costantemente e induce ad una sonnolenza mortale. Proprio come quella che scaturiva dalla voce della maestra!Per la Puppa [Martina] le cose sono state un po’ più complicate. Ai primi di aprile è arrivata una mail alla mamma con il link ad una autorizzazione all’uso di piattaforme didattico – digitali. La pratica è stata affidata al nonno. Il solerte nonno ha provveduto a stampare l’allegato, farlo firmare dalla figlia, allegarvi il documento di identità e spedirla.Dopo un ventina di giorni è arrivata un’altra mail nella quale era richiesta la sottoscrizione dell’altro genitore. Il nonno ha guardato il documento e vi era scritto: “Qualora l’autorizzazione sia firmata da un solo genitore, si intenderà che l’autorizzazione sia stata condivisa dai genitori”. Ma per la scuola evidentemente una firma sola non era sufficiente. Senza protestare ci siamo sollecitamente piegati alla burocrazia.Burocrazia a parte il sistema si è avviato con una certa lentezza. Si e no una lezione a distanza ogni paio di giorni. Poi le cose si sono normalizzate e ora ci sono almeno un paio di lezioni ogni giorno.Tutto ok? No! La puppa durante le lezioni si chiudeva nella stanza e pretendeva silenzio assoluto. Se il fratello o il nonno facevano una risata, uno strillo o uno starnuto, apriti cielo! Usciva dalla stampa e rampognava severamente i malcapitati.E poi venne la tesina. Ma di questo parleremo un’altra volta…..