L'intollerante

Ma chi valuta le segnalazioni inviate a Facebook?


Qualche tempo fa scrissi per Julienews.it un articolo dove riscontravo il calo di iscrizioni a Facebook nei paesi dove il social network aveva conosciuto maggior diffusione. Ebbene: nel giro di qualche ora alla nostra redazione arriva una mail proprio dallo staff facebookiano. “Incredibile”, pensiamo io ed il mio editore, ci hanno contattato addirittura da facebook italia. Nella mail lo “staff” precisava che il mio articolo era poco corretto e che non considerava alcuni dettagli fondamentali per valutare l’eventuale trend di decrescita del portale.Francamente non ricordo nel particolare il contenuto della comunicazione e delle precisazioni inviateci ma il dato importante è un altro: appena ne abbiamo parlato male, il “signor facebook italia” si è subito attivato per avvisarci che ci stavamo sbagliando. Ebbene: quante volte avete scritto una domanda nel forum d’assistenza senza ricevere alcun segnale di vita da parte degli admin? Quante volte avete segnalato profili fasulli, con nomi inventati o addirittura con contenuti porno ed atteso mesi prima di vederli bloccati, rendendovi addirittura conto che alcuni di quei profili rimanevano comunque attivi? Personalmente gestisco su fb un network di pagine d’informazione che conta circa 60.000 iscritti e, come intuirete, mi è capitato spesso di segnalare chi rilasciava commenti  offensivi, razzisti o addirittura minacce vere e proprie. Così come infinite volte ho segnalato chi faceva spam.Ebbene: quegli utenti sono ancora li che commentano, spammano, insultano e minacciano. E lo fanno usando spesso account con nomi di fantasia ed informazioni del tutto inventate o fuorvianti.  A questo punto, prima di porvi e pormi qualche semplice domanda, vi racconto ciò che mi è capitato ultimamente. Il mio account è stato sospeso già due volte: la prima perché qualche “simpaticone” aveva segnalato un’immagine satirica da me diffusa sulle pagine che gestisco. Si trattava di un fotomontaggio per nulla scabroso e di sicuro non violento: un sedere bello sodo (maschile) che accoglieva al suo interno un bell’erogatore di benzina (il tutto senza che si vedesse nulla di scabroso se non i glutei depilati del modello). Subito sotto l’eloquente immagine, compariva la scritta “Messo”; a richiamare chiaramente alla nota compagnia petrolifere “Esso”.Ecco: per qualcuno particolarmente sensibile quel contenuto è apparso troppo sconcio e così facebook ha subito accolto la segnalazione e deciso di eliminare la foto ed ammonirmi con un messaggio che in breve recitava: “Se violi ancora le condizioni di utilizzo sei fuori a tempo indeterminato”. Non paghi, quelli del social in blu hanno deciso di credere anche all’ennesimo “genio” che ha deciso di segnalare il mio profilo indicando tra le motivazioni (non avendone di plausibili) il fatto che il nome utilizzato fosse fasullo. Signori e signori, utenti e utentesse: il signor fb mi ha bloccato nuovamente l’account poiché “da alcune segnalazioni e verifiche fatte risulta che il nome utilizzato per il suo account è falso”. Alla fine sono stato costretto a cambiare il mio nome (inserendo un “s” in più al mio cognome) per ottenere di nuovo l’accesso al mio sfortunato profilo. Ed ecco dunque la domanda del secolo; anzi le domande del secolo: in che modo facebook valuta la credibilità delle segnalazioni che riceve? Com’è possibile che un utente si veda sospendere l’account per “falsa identità” senza nemmeno essere interpellato? E perché alla mail di segnalazione inviate agli appositi indirizzi per richiedere spiegazioni non risponde quasi mai nessuno? Il buon Zuckerberg ha un patrimonio di oltre 50 miliarducci di dollari…come mai non ne spende uno per migliorare il settore “assistenza utenti”? E voi? Avete mai avuto problemi simili? Li avete risolto o siete ancora nel limbo degli “innocenti inascoltati ed ingiustamente puniti?”.Qui la testimonianza (incredibile) della social media specialist Cristina Simone. A lei hanno disabilitato un account creato nel 2005 per poi non restituirglielo più...