Sgosh!

Se qualcosa può andar male lo farà.

 

 

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ANNO NUOVO, VITA VECCHIA

Post n°173 pubblicato il 01 Gennaio 2006 da ausdauer
 
Foto di ausdauer

Capitolo I
Se qualcosa può andar male lo farà

Avevo detto che mi pareva strano che il programma fosse così vicino ai miei gusti personali. Non è soltanto pessimismo il mio, è una vera e propria consapevolezza superiore. E così la malasorte si è manifestata in tutta la sua crudeltà con un sms alle ore 15,30: "ho prenotato in pizzeria. c'è anche Z." Oh no.

Capitolo II
Z e l'illusione pervicace

Z dichiarò di essersi innamorato di me a gennaio 2004. Non la presi affatto bene, perché finalmente avevo trovato un gruppetto di persone con cui uscire, e questo rovinava tutto. Sul momento rimasi interdetta, ero sconvolta: lui, deviato dall'opinabilissima perspicacia maschile, la prese come un "sì ti amerò follemente, ma tra un po'". Nonostante in seguito siano state sciorinate scuse a ripetizione per non essere stata più chiara (più chiara di un "ommioddio no" però credo sia difficile) e nonostante io gli abbia ribadito in più modi che non c'era trippa per gatti, da quella convinzione perversa non si è mai schiodato. Con le conseguenze disastrose che si possono facilmente immaginare. Consapevole che ogni mio singolo gesto di pura umanità nei suoi confronti veniva scambiato per una promessa d'amore eterno e che ormai aveva stracciato le balle a mezzo mondo con questa storia, quest'estate mi decisi a sparire. L'ultima volta che si unì a K e me in un'uscita tra desperados non mi rivolse nemmeno la parola. A novembre finalmente anche lui si è trovato una pia compagna di sventure, liberandomi dall'incubo. O almeno così credevo.

Capitolo III
Sconforto e avvilimento

Cosa mai verrà a fare questo ragazzo ad una cena dell'ultimo dell'anno con due persone, di cui una sono io e mi ha tolto la parola? Questa domanda batteva incessante le mie sinapsi, regalandomi un senso di angoscia viscerale a stento controllabile dal trasformarsi in un devastante attacco di panico. L'immagine nefasta di me che infierisco impietosamente sul mio corpo con il coltello per la pizza prima ancora dell'arrivo della cena era così nitida: la sensazione che la mezzanotte non mi avrebbe sorpresa ancora in vita era spiazzante.

Capitolo IV
Il peggio non ha mai fine

Non c'è niente di peggio che farsi sorprendere dal peggio che non si era immaginato.
Z mi ha salutato. Mi ha rivolto addirittura qualche cenno durante la cena, ha risposto a monosillabi a qualche mia domanda. Per il resto del tempo il suo telefono ha squillato ad intervalli regolari di 10 minuti.
"Pronto, ciao, quante volte ci siamo già sentiti stasera? Guarda che io sono tranquillo... va tutto bene.... Ti assicuro che non ci sono problemi.... No, il problema non si è manifestato... no, la tranquillità che mostro è reale... tu cosa fai piccicicismuccismucci? no tranquilla, va tutto bene... il problema non c'è..."
Alle sesta telefonata persino io che non brillo di perspicacia avevo capito che il problema plurinominato ero io. E stando a ciò che ha confessato poi K., il pomeriggio è stato interamente dedicato allo svisceramento del problema che mi riguardava. La ragazza in questione ha dichiarato di odiarmi a prescindere, e non ha mancato una sola occasione per manifestare la sua presenza vigile e opprimente.

Capitolo V
Dov'erano certe persone quando distribuivano i cervelli???

Io vorrei capire quale invidiabile ragionamento ha permesso al cervello di Z di vomitare persino sulla sua ragazza tutte le sue ossessioni che mi riguardano, costringendola così a detestarmi gratuitamente per colpe che non ho  e a rendermi la serata impossibile. Perché diciamocelo, questo ragazzo non brillerà certo per l'uso savio che fa della sua materia grigia, ma una donna di 30 anni che si lascia tramortire da una serie di deliri adolescenziali su amori non corrisposti e quindi totalmente platonici nella loro univoca disperazione, non è certo un esempio di maturità. L'avessi abbandonato sull'altare. Avessi tentato di sedurlo in più occasioni per il solo scopo di vederlo friggere nei suoi testosteronici istinti. Lo avessi usato per soddisfare i miei scopi libidinosi senza curarmi dei suoi sentimenti, beh in questi casi lo potrei capire. Ma io a questo ragazzo non ho nemmeno mai stretto la mano. Siamo davvero in carestia di neuroni.

Capitolo VI
Tutto ha una fine (grazie al cielo)

La nottata è trascorsa in giro per pub, assieme ad altre cinque persone a me sconosciute e che non hanno fatto altro che mandare sms per tutta la notte, ciascuno posato stancamente sulla propria sedia e impegnato in virtuali conversazioni, sicuramente più divertenti di quelle che si stavano tenendo al tavolo. Z è stato per lo più assente, impegnato com'era in conversazioni telefoniche criptate con la sua amata, terminate tutte con un certo astio da parte di entrambi e la promessa che il prossimo anno certi incidenti di percorso non si ripeteranno.
Alle 4 viaggiavo in macchina verso casa, avvolta nella nebbia e maledicendo a gran voce qualunque cosa che fosse possibile maledire. Esattamente come lo scorso anno.

Capitolo VII
Un nuovo anno

Sabato prossimo K uscirà con Z e consorte: io chiaramente non sono stata  invitata, poiché questa bellicosa donna ha dichiarato intenzioni tutt'altro che pacifiche nei miei confronti. La cosa grottesca di questa situazione è che io, stavolta, non ho nessuna colpa. Una cosa comincia a sembrare costante nella mia esistenza: l'amore, sia che riguardi me sia che riguardi solamente altri, mi crea sempre dei problemi. La ciclicità degli eventi comincia a farmi seriamente paura.
Anno nuovo, però vita, fondamentalmente, vecchia.

 
 
 
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Data di creazione: 02/03/2005
 

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