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Se qualcosa può andar male lo farà.

 

 

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UNA VITA PER LE QUESTIONI INCONCLUSE

Post n°261 pubblicato il 24 Settembre 2006 da ausdauer
 

L'altro giorno guardavo "The OC" (lo so, ho questa malsana e discutibile abitudine di appassionarmi ai telefilm americani, è riprovevole) e per la prima volta mi sono resa conto che forse non ho più il fisico per sopportare tutto questo stress emotivo.

Le scene dei telefilm americano durano dai 3 ai 5 minuti e c'è sempre qualcuno che deve dire qualcosa all'altro e mannaggia a lui/lei... non glielo dice.

"C'è una cosa che devo dirti.."
"Anche io, lo sai..."
"Prima tu."
"No prima tu."
"Ma no, hai cominciato tu."
"Non è così... hai la precedenza."
"E' che... no dai, dilla prima tu."
"Ma no, io... avanti, dimmi."
"Però... non so... forse... niente."
"Niente? Allora è niente anche quello che dovevo dirti io."

E mi rendo conto di aver usato 5 minuti della mia vita per assistere ad una conversazione che ha detto e portato al nulla. Alla sesta volta cominciano a schizzarmi fuori  i capillari negli occhi perché cerco di cogliere il minimo cenno nell'espressività dell'attore che possa condurmi ad una qualsiasi conclusione. Perché ormai sono rassegnata, non si concluderà niente.

I protagonisti, a turno, litigheranno tra loro, ma non con la foga tipicamente latina in cui voleranno piatti, bicchieri, corde vocali e inonderanno di pianto il quartiere, no. Sarà tutto un susseguirsi di scene in cui uno piange senza dire nulla e l'altro se ne va sbattendo la porta.

"Sei un cretino e..."
"Basta, non dire altro. Me ne vado."
Sbam.

"Stavo per dirti che sono..."
"Non voglio più saperlo!"
Sbam.

"Ti amo, e lo sai."
"Anche io."
Sbam.

Ma allora?! Ce la fate a finire un discorso una santissima volta o devo venire lì, legarvi alla sedia e sottoporvi a scarica elettrica ogni volta che cercate di svicolare?
Sarà perché io detesto le persone che lasciano le conversazione a metà, lo trovo snervante. Sei lì che parli dei quanto sia bello mangiare i pomodori sopra il pane tostato e l'altro ti schiaffa una frase provocatoria e sarcastica sul tuo modo di essere, che può voler dire tutto e niente, e poi se ne va. Realmente o metaforicamente, in ogni caso lascia la conversazione in pasto ai pesci e tu rimani lì, a perplimerti per ore, giorni, settimane sul significato intrinseco della frase, che naturalmente non ti verrà mai spiegata.

I sistemi di conversazione virtuale e telefonica poi hanno acuito questa pessima abitudine della gente di lasciarti lì con la bocca aperta a riempirti di mosche. Perché mentre tu sei lì infervorato in un discorso in cui cerchi di spiegare le tue ragioni, l'altro ti interrompe semplicemente la conversazione, perché non ha più voglia di sostenerla o la ritiene oltremodo fastidiosa. "Come vuoi tu. ********* (una cattiveria qualsiasi riferita a te, alla tua vita, o alla vita di chi ti sta intorno) Ciao." Fine. "L'amico Fritz non è più in linea". L'amico Fritz lancia la bomba e poi scappa per non vedere i brandelli dell'altro schizzare sul suo schermo. L'amico Fritz è più furbo, non c'è che dire.

Ora, già nella vita reale mi tocca stare a rodermi per le questioni inconcluse, perché anche mentre guardo la tv spalmata sul mio divano devo farmi saltare una coronaria perché la gente risparmia su parole e fatica mentale? Mondo crudele.

 
 
 
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