L'angolo di Jane

Le tre stimmate di Palmer Eldritch - Philip K. Dick


Titolo: Le tre stimmate di Palmer Eldritch Titolo orginale: The Three Stigmata of Palmer Eldritch Autore: Philip K. Dick Traduzione: Umberto Rossi Casa editrice: Fanucci pag: 262“Dio promette la vita eterna” disse Eldritch. “Io posso fare di meglio; posso metterla in commercio.”
Intorno ai primi anni del XXI secolo la Terra è diventata una specie di rovente fornace dalle temperature altissime, in cui è impossibile aggirarsi a mezzogiorno senza adeguata protezione o si rischia la vita.  Alcuni terrestri sono stati spediti a forza come colonizzatori su Marte e poiché la loro vita è fatta di estreme ristrettezze, fra i coloni si è diffuso l'uso della droga di evasione Can-D che permette di vivere esperienza allucinatorie di gruppo ambientate nel mondo di Perky Pat, una bambola dai molti accessori (una specie di Barbie) che vive sulla  Terra in un tempo non ancora  toccato dai grandi cambiamenti climatici. Per alimentare le fantasie del Can-D i coloni usano dei plastici molto dettagliati del mondo di Perky Pat, sui quali si concentrano prima di usare la droga, la cui vendita esclusiva è affidata alla Plastici P.P, guidata da Leo Bulero, una società che in realtà si occupa di contrabbando anche della vendita del Can-D, vietato ufficialmente.Barney Mayerson lavora proprio per la Plastici P.P come “precog”,è infatti dotato della capacità di prevedere in parte il futuro e il suo compito è capire se i nuovi accessori di Perky Pat messi in commercio dalla plastici PP avranno successo.Il monopolio della plastici PP viene messo in pericolo dall'arrivo della nave del miliardario Palmer Eldritch, ritornato dal lontano sistema di Proxima con una nuova droga, il Chew-Z, che promette di spazzare via il Can-D. Palmer Eldritch e il Chew-Z non sono però solo un problema commerciale per Leo Bulero, Barney Mayersone e la Plastici PP, perché Palmer Eldritch è molto più di un semplice essere umano e il Chew-Z non è solo una droga, ma una nuova mistica forma di esperienza della divinità, in una versione oscura e virale che nessuno vorrebbe mai sperimentare.Non è un segreto che, proprio negli anni in cui scrisse questo romanzo (pubblicato nel 1965), Philip K. Dick abbia fatto un uso estremo di droghe, tanto da diventarne dipendente. Questo romanzo riflette in parte la mentalità degli anni '60 relativa all'uso di droghe, quando si era diffusa l'idea (ammettiamolo piuttosto balzana, se vista con occhi moderni) che queste potessero in qualche modo schiudere le porte della percezione, aprire la mente verso nuove possibilità.Nel mondo dei coloni di Marte immaginato da Dick, l'uso del Can-D diventa quasi una esperienza mistica: vivere allucinazioni di gruppo, tutte ambientate nello stesso luogo, nello stesso tempo, li porta a credere di aver vissuto qualcosa di reale, una autentica traslazione dello spirito nella materia, una sorta di viaggio nel tempo e nello spazio attraverso la droga.Come lascia ben intendere il titolo, questo libro è imbevuto di riflessioni sulla natura della divinità, su come questa sia  un desiderio di raggiungere un ideale impossibile, che si può essere  tentati di toccare attraverso una illusione autoindotta dalla droga. Il Can-D crea  un mondo dove lo spirito non è più solo una entità teorica, ma qualcosa che ha tutte le caratteristiche della realtà, perciò nella visione dei coloni è una forma di esperienza della divinità.Nel mondo disperato dei  coloni di Marte si affaccia però Palmer Eldritch con una nuova droga, il Chew-Z, che offre una esperienza che amplia i confini del Can-D, perché non più limitato solo al mondo relativamente sicuro di Perky Pat, ma a tutto ciò che può essere immaginato dai coloni stessi.Nelle visioni allucinatorie del Chew-Z si nasconde però una insidia: non si può vivere l'esperienza del Chew-Z senza diventare Palmer Eldritch, la nuova oscura divinità che assimila, ingloba, chiunque la tocchi. Tutti sono Palmer Eldritch, tutti coloro che usano il Chew-Z portano i segni della sua presenza su di sé, le sue “stimmate”. Ma questa divinità non è buona, non ama, non è un ideale: vuole solo vivere.“Le tre stimmate di Palmer Eldritch”offre una serie continua di ribaltamenti di punti di vista, dove la realtà e le allucinazioni non sono facilmente distinguibili: tutto  può essere davvero accaduto, o forse tutto è solo un sogno. E' un libro complicato, una girandola di possibilità che lascia al lettore il compito di scegliere cosa sia davvero accaduto.Ho trovato interessanti le riflessioni di Philip K. Dick su divinità e uso di droghe e su come il desiderio di sperimentare forme elevate di spiritualità possa diventare una specie di “pasticca” illusoria per la mente:  mi ha fatto pensare al famoso motto buddista “Se inconti il Buddha per la strada, uccidilo”, nel senso che forme troppo concrete di immagini divine non sono altro che creazioni della mente stessa, non una liberazione o una scoperta, ma catene più strette.Le immagini create da Dick in questo libro sono davvero molto suggestive: dopo averlo letto non ho dubbi che film come “Matrix” si siano ispirati a piene mani alla narrativa dickiana.Una lettura certamente originale, come tutto ciò che questo scrittore ha creato, in cui sono presenti tutti i temi ricorrenti: l'uso di droghe, le malvagie multinazionali, la precognizione, la manipolazione delle masse e ovviamente molti riferimenti a reggiseni e seni (devo ancora leggere un libro di Dick in cui i seni e l'eventuale assenza di un reggiseno non siano nominati).Naturalmente c'è, come al solito, anche molta confusione, momenti in cui si può chiedere chi ha detto cosa, ma visto il tema forse è lo stile più adatto a rendere cosa prova qualcuno immerso in un mondo illusorio e in continua mutazione.