L'angolo di Jane

Una nuova parola nel dizionario (inglese): MOOC, istruzione online gratuita , aperta, di massa.


Forse qualcuno si sarà chiesto che fine abbia fatto in questi giorni in cui il mio blog non è stato aggiornato: ebbene la mia assenza si deve in gran parte ai cosiddetti M.O.O.C, acronimo che sta per Massive Online Open Courses (Corsi Online Aperti di Massa), una nuova forma di istruzione basata su corsi online gratuiti, pensati per un grande pubblico, ma basati su materiale simile a quello della classica istruzione universitaria, spesso impartiti da professori di prestigiose università come Stanford, Princeton, Harvard.I MOOC sono di gran moda oltreoceano: nel giro di un paio di anni, da quando sono stati creati alcuni dei più grandi fornitori di questo tipo di corsi, (Coursera , Edx e Udacity,) sono arrivati a coinvolgere milioni di studenti da tutto il mondo e decine di università di alto livello. I corsi sono infatti pensati per un pubblico internazionale e tenuti in inglese. Quasi tutti i corsi prevedono delle lezioni video in cui gli insegnanti tengono una classica lezione, seguiti una serie di quiz settimanali ed un esame finale, dopo il quale si riceve, nella gran parte dei casi, un attestato di partecipazione al corso.Molto spesso i corsi offrono anche libri in formato elettronico e materiale gratuito per approfondire gli argomenti delle lezioni. Ovviamente le materie più diffuse nei MOOC sono quelle relative all'informatica (Computer Science), ma non mancano anche corsi di psicologia, biologia, chimica, medicina, pedagogia, scienze naturali e letteratura. Molti corsi sono semplici introduzioni ad alcune materie piuttosto difficili, ma altri sono decisamente più complessi e paragonabili alla reale istruzione universitaria.L'obiettivo dei MOOC è quello di portare l'istruzione di alto livello ad una massa di potenziali fruitori che diversamente non vi avrebbero accesso. Come ho già scritto, la materia numero uno fra quelle proposte è l'informatica che, per la sua stessa natura, è decisamente più adatta a questo tipo di insegnamento, ma ci sono perfino corsi sui dinosauri o sugli antichi eroi greci.Alcuni corsi sono sempre disponibili online e possono essere seguiti quando si desidera, altri si tengono invece per brevi periodi e prevedono scadenze precise per compiti ed esami, proprio come un corso classico che si terrebbe in un ambiente non virtuale.Questo tipo di istruzione è divenuto così popolare in USA che la parola MOOC è stata di recente inserita nell'Oxford Dictionary ed entro quest'anno o al più l'anno prossimo molti MOOC partiranno anche in Europa, tenuti da consorzi europei.L'idea dietro questo tipo di corsi è a metà tra un idealismo utopico ed il business: alcune istituzioni sono no-profit, ma altre sono vere e proprie compagnie che, pur offrendo gratuitamente questo tipo di istruzione, prevedono di riuscire comunque a ricavare denaro dalla necessità, a quanto pare piuttosto diffusa, di questo tipo di fruizione alternativa della cultura.Al momento tengo d'occhio i corsi di letteratura in attesa di qualcosa che parli specificatamente di Jane Austen o del romanzo ottocentesco inglese, ma in verità sto seguendo soprattutto corsi di informatica, cosa che riduce di molto il tempo libero da dedicare al blog. In verità, presa dall'entusiasmo per la novità sto anche leggendo molti meno romanzi, in favore di corposissimi testi tecnici, quindi forse le recensioni su questo blog per un po' di tempo saranno meno frequenti.Sto cercando di farmi un'idea precisa dei MOOC e della loro validità: a volte li trovo entusiasmanti, altre sono veramente frustranti, ma nel complesso il mio giudizio è al momento positivo.In ogni caso, per quanto li trovi utili, non credo si possa mai prescindere dall'affiancare i MOOC a qualche testo classico con il quale corroborare ciò che si è appreso nei video.Mi raccomando tenete presente questa nuova parola “MOOC” perché credo ne risentirete parlare parecchio, nel bene o nel male, nel prossimo futuro, anche qui in Italia: al momento fra le università italiane solo “La Sapienza” di Roma ha tenuto alcuni corsi nel circuito dei MOOC, ma sicuramente questa è una novità destinata a suscitare un forte impatto nel mondo moderno.Pensando in grande e tendendo all'infinito, forse un giorno uno studente potrebbe frequentare “virtualmente” università all'altro capo del mondo rispetto a quello in cui si trova, avendo per compagni di corso persone di ogni nazionalità, oppure potremmo avere una nuova forma di diffusione della cultura altamente globalizzata (non so se questo sia bene o male, staremo a vedere).