Creato da bluewillow il 31/03/2006

L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

JANE AUSTEN -RITRATTO

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Pink Slime


 

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Cap.8 – Loach Castle

Post n°199 pubblicato il 28 Novembre 2006 da bluewillow
 

Il volo di Luke Sarton arrivò in perfetto orario all'aeroporto di Inverness .L'uomo recuperò Zap e i propri bagagli e prese il primo taxi disponibile a portarlo verso Selgreen. L'autista gli fece presente che la corsa sarebbe stata piuttosto costosa, visto che il villaggio si trovava fuori mano rispetto alle più note località turistiche della zona, ma Luke accettò senza riserve, ormai gli premeva solo di arrivare il prima possibile alla locanda e mettersi sulle tracce della parte mancante del manoscritto.
Man mano che il taxi si avvicinava alla meta, Luke sentì una strana sensazione di familiarità. Prima di giungere al piccolo paese di Selgreen, la strada zigzagava tortuosamente attraverso un fitto bosco e si apriva quasi all'improvviso verso una zona pianeggiante da cui si poteva ammirare da lontano la collina sulla quale era arroccato il villaggio. Leggermente discosto dal resto di Selgreen, su una altura più alta e stretta, si poteva vedere ,anche da lontano, una costruzione dall'aria bizzarra, in pietra grigia, con torri,merli e gargoyle. Si trattava  chiaramente di  "Loach Castle" . Luke sentì i battiti del cuore accelerare sempre di più: Selgreen era del tutto simile al paesaggio che gli era stato mostrato in sogno da Meredith Blanche, ormai non aveva alcun dubbio sul fatto di trovarsi sulla giusta pista per risolvere l'enigma degli scritti della strega. Arrivato alle porte del villaggio, Sarton venne scaricato dall'autista, che si rifiutò di proseguire attraverso le strette stradine di pietra, troppo anguste per il taxi. L'uomo non si scoraggiò, pagò il dovuto, liberò Zap dal trasportino che aveva utilizzato durante il viaggio e si guardò intorno. Ben presto si accorse che c'era qualcuno ad attenderlo: una ragazza di circa venti anni,con una ribelle zazzera bionda e dall'aria sportiva si presentò come Mary White e lo invitò ad accomodarsi su una strana auto elettrica simile ad un mini-camioncino. I bagagli vennero caricati sul retro, dove erano presenti anche alcuni sedili nell'eventualità di avere più di un ospite, mentre Luke, con in braccio Zap, prese posto sul sedile del passeggero accanto alla ragazza. Durante il viaggio verso la locanda, che a causa della lentezza del mezzo richiese un certo tempo, la ragazza snocciolò a Luke tutta la storia di Selgreen, soffermandosi sull'importanza che la locanda aveva sempre rivestito per il villaggio e sui particolari più truculenti delle leggende locali.
"Sa Mr. Sarton, si dice che nei periodi di luna piena come questo..." fece una pausa significative, strinse con una mano il braccio di Luke, distolse lo sguardo dalla strada per fissare l'uomo con occhi sgranati e dire con aria cupa " i fantasmi di Loach Castle tornino in vita e cerchino di uccidere gli ospiti della locanda, ma non si preoccupi, sappiamo come difenderci...Margareth, mia sorella, conosce alcuni trucchi che riescono a tenere a bada quei dannati..." . Luke si agitò non poco all'idea che se la ragazza avesse continuato a non guardare davanti, presto avrebbero fatto compagnia agli ectoplasmi indigeni e pregò la ragazza di prestare maggiore attenzione alla guida.
"Oh non si preoccupi, conosco questa strada a memoria e sul percorso non passa mai nessuno!" aggiunse poi Mary sorridendo in tono più querulo. Luke la trovò decisamente eccentrica.
Quando giunsero infine alla locanda Sarton era talmente stanco ed affamato da dimenticare persino di far visita al famoso museo, il suo unico pensiero consisteva nel mettere qualcosa sotto i denti. All'ingresso trovò ad accoglierlo Margareth, con cui aveva parlato al telefono al momento di prenotare la stanza nel bed and breakfast. La ragazza, di circa 25 anni, non poteva essere più differente da Mary: i lunghi e nerissimi capelli le arrivavano fino in vita e la pelle di color ambrato era nettamente più scura rispetto alla gran parte dei sudditi di sua Maestà la regina .Negli occhi castani brillava una luce intensa, che denotava come la donna non stesse semplicemente osservando Luke, ma lo stesse studiando per cogliere anche il minimo particolare sul suo conto. L'intero personale della locanda consisteva nelle due sorelle e in una cuoca, mentre una impresa esterna si occupava di pulire periodicamente tutte le stanze di Loach Castle.  Luke capì che analizzare con tanta attenzione i clienti fosse una abitudine,oltre che una necessità per chi doveva trovarsi spesso a convivere con degli estranei. La ragazza rivolse comunque il più cordiale dei saluti all'uomo e gli tese la mano “Buongiorno, signor Sarton! Spero che Mary non l'abbia spaventata troppo con i suoi racconti di fantasmi. Normalmente non offriamo il pranzo agli ospiti, perché il nostro è solo un bed and breakfast, ma immagino lei sia troppo stanco per tornare in paese...vedrò se mia zia  Anna, che si occupa della cucina, le può preparare qualcosa” disse la donna intuendo i pensieri di Luke, forse dalla sua aria stravolta, poi guardando Zap disse “ e abbiamo anche un recinto per cani e gatti, se vuole lasciare qui la sua bestiola quando è via” aggiunse, dando una carezza a Zap, che scodinzolò felice. La ragazza mostrò a Luke la stanza che gli era stata riservata, al piano superiore della Locanda, non lontano dall'ala ovest dalla  cui torre si diceva si fosse ucciso l'antico proprietario del maniero, Lord Loach. La gran parte degli ospiti di “Loach Castle” si trovava in escursione nelle zone turistiche vicine e non sarebbe tornata prima della sera tardi. Arrivando Luke aveva visto che nei pressi della locanda si trovavano anche alcune navette simili a quelle che Mary aveva usato per trasportarlo.  La ragazza gli aveva spiegato che ogni ospite poteva affittarne una, pagando un piccolo supplemento e aggirarsi indisturbato per il paese senza troppo rumore e senza inquinare. Chi invece avesse voluto lasciare Selgreen e visitare i paesi limitrofi, avrebbe potuto lasciare la vettura in una rimessa vicino alla stazione degli autobus.
Luke si affacciò dalla finestra della propria stanza: Loach Castle era circondato da una quiete assoluta, il sole illuminava le verdissime colline e il non lontano villaggio, mentre il cielo era attraversato da qualche rada nuvola. Quella quiete contrastava immensamente con quanto Sarton aveva in animo e rendeva ancora più amaro pensare alla infausta situazione nella quale era finito. Un brontolio allo stomaco gli ricordò che era atteso e,dopo essersi rinfrescato,si affrettò a scendere nella sala da pranzo.
Nella sala dall'alto soffitto si trovava un lungo tavolo di ciliegio, apparecchiato per quattro persone: normalmente anche il personale partecipava ai pasti con i clienti, secondo una tradizione consolidata di molti bed and breakfast. Luke avrebbe quindi condiviso il pranzo con le due sorelle e la cuoca, l'unica persona che non aveva ancora incontrato. Al momento solo Mary era seduta a tavola, sbocconcellando un pezzo di pane. Poco dopo arrivò una donna sui cinquanta anni bassa e bruna, portando un carrello con ogni ben di Dio. Vedendo che Margareth mancava la donna si spazientì e la chiamò “ Margheritaaaaaaaaaaa, è pronto! *” ( *in italiano nel testo. N.d.A.). La voce rimbombò per le sale deserte, poi si udirono i passi della ragazza avvicinarsi  Margareth entrò, non senza un certo imbarazzo “ Non c'è bisogno di urlare tanto zia, spaventerai il nostro ospite” disse. Poi rivolse uno sguardo adirato alla sorella per non aver fermato l'irruente signora, ma Mary fece spallucce come per dire “io non c'entro niente, lo sai com'è fatta...”. Poi vedendo gli occhi stupiti di Luke si affrettò a spiegare : “ Mio padre è scozzese, ma mia madre è italiana. Il mio vero nome è Margherita,quello di mia sorella Maria. Non sono i due tipici nomi di discendenti di una strega scozzese...e così abbiamo deciso di anglicizzarli...ma ogni tanto mia zia Anna se ne dimentica...” disse rivolta in maniera acida alla cuoca che sbuffò “Come se contasse qualcosa...lei è qui per visitare i dintorni vero Mr. Sarton, certo non per quella folle di strega di Meredith White” . Le due ragazze la guardarono con aria allarmata, poi Mary disse “Diamine, non dire così adesso che c'è luna piena o vedrai che ti combina Meredith...lo sai quant'è permalosa”. Margareth diede un gomitata a Mary che si zittì all'istante. Anna strinse in mano il crocifisso che portava al collo e si fece il segno della croce “ Non ho certo paura di qualche anima perduta, sono una donna religiosa io!”. Luke era rimasto ad osservare tutta la scenetta famigliare a bocca aperta. Le tre donne non aggiunsero altre spiegazioni e Anna passò a servire il pranzo. Anche se Luke avrebbe voluto saperne di più, la vista del cibo spazzò via ogni altro pensiero e gustò fino in fondo l'ottimo pasto, consumato in un silenzio interrotto solo di tanto in tanto da qualche domanda su quel che aveva spinto l'ospite a partire per la Scozia. Sarton non entrò nei dettagli, disse solo di fare un lavoro stressante in una università e di aver colto al volo la prima occasione che gli si era presentata per godersi una vacanza nella più assoluta tranquillità. Mentì dicendo di aver sentito parlare della locanda da un lontano conoscente che gliela aveva descritta come un posto ideale per trovarvi riposo. Anna si irrigidì alquanto a questa dichiarazione e rimirò Luke incredula, ma non disse nulla.
Dopo pranzo Luke chiese finalmente a Margareth di visitare il piccolo museo dedicato a Meredith White, la ragazza si offrì di fargli da guida nell'illustrarne il contenuto e aggiunse” Può chiamarmi Maggie...dopo un pranzo con mia zia Anna, ormai la considero di famiglia” disse ed entrambi scoppiarono a ridere.
La sala del museo conteneva diverse armi antiche appese alle pareti, qualche quadro ed un paio di armature. Nella zona centrale della stanza si trovavano due tavoli, con delle teche, nelle quali erano conservati alcuni libri antichi. Sarton si affrettò subito ad esaminare i manoscritti, ignorando quasi del tutto il resto della stanza. In considerazione del fatto che l'uomo aveva detto di essere un accademico, la ragazza acconsentì a fargli esaminare tutte le pagine dei volumi e non solo quelle che si potevano osservare attraverso il vetro. C'erano in tutto sei libri, di diverse dimensioni, l'uomo studiò prima quelli più simili alla parte di manoscritto che possedeva. Nel frattempo Maggie illustrava la storia degli oggetti presenti e come erano pervenuti al museo, ma Luke non ascoltò una sola parola, troppo impegnato a trovare qualche somiglianza con la scrittura che già conosceva o con la strana lingua di cui era composto il libello della strega. Dopo una buona ora passata a scrutare i libri, Luke si sentì piuttosto frustrato: nessuno di quelli presenti era ciò che stava cercando. Erano tutti stati scritti da altre persone, la grafia di Meredith era semplicemente inconfondibile. Non c'era una sola pagina che corrispondesse a ciò che sperava di trovare “Non ci sono altri libri?” chiese con un filo di voce Luke.  Maggie si affrettò a rispondere “No, questo è tutto... mi spiace che che non le sembrino nulla di speciale, ma la locanda ha avuto diversi incendi da quando è stata costruita, molti volumi sono andati perduti”. Queste parole, scesero come un macigno sul cuore di Luke. Fino a quel momento un onda di speranza lo aveva sorretto nella sua ricerca. Ora tutto sembrava nuovamente sfuggirgli di mano. L'uomo fissò lo sguardo sconsolato sulle pareti della stanza, sperando che  potessero fornirgli nuovi indizi. Solo allora si accorse che al muro erano appesi anche alcuni ritratti di Meredith White, del tutto identica al disegno che era stato schizzato sulla parte di manoscritto in suo possesso e a come gli era apparsa in sogno.  In realtà la gran parte dei ritratti era stata realizzata solo molti anni dopo la morte della strega, disse Maggie. Solo un quadro era originale ed aveva ispirato altri artisti, di passaggio nella locanda. Sarton si concentrò su quell'unico piccolo quadro, che rappresentava il solo appiglio per la sua ricerca del manoscritto perduto. Nel dipinto Meredith era rappresentata in maniera insolita: non era una scena statica, la donna si trovava in un mercato e stava osservando della merce che le veniva offerta da un venditore. L'intera raffigurazione era molto animata, per rappresentare il clima festoso e vociante di una fiera domenicale. Molte figure si trovavano sullo sfondo. Un cavaliere sembrava accompagnare la dama, ma se ne intravedeva solo una parte del viso, visto che l'uomo era in parte coperto dalla figura di Meredith ed indossava un ampio cappello. Ma quello che colpì Luke fu l'immagine di una donna bionda sullo sfondo. L'artista non aveva dato molto risalto alla figura, eppure guardarla diede a Sarton la sensazione di aver ricevuto come una scossa elettrica: quella donna, con lo stesso sguardo carico di odio e di sfida, era Selina.


[Continua...]

Cap.1- Una lettera
Cap.2- Il manoscritto
Cap.3- Tempus fugit
Cap.4- La strega
Cap.5- Doppio legame
Cap.6- Mi sento fortunato!
Cap.7- Leggende

 
 
 
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