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L'angolo di Jane

Tutto su Jane Austen e sui libri che mi piacciono!

L'ANGOLO DI JANE

Benvenuti nel mio blog!

Questo spazio è dedicato a recensioni di libri e film, ai miei racconti,  a riflessioni personali di varia natura e soprattutto a Jane Austen, una delle mie scrittrici preferite.

Sono una stella del firmamento
che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.
Sono il mare che di notte si infuria,
il mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.
Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell'orgoglio e dall'orgoglio tradito,
sono il re senza terra.
Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.

(Hermann Hesse)

 


 

 

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The Notting Hill Mystery (Il mistero di Notting Hill) di Charles Felix: la prima detective-novel inglese mai pubblicata.

L'antefatto: l'omicidio a Road Hill House

Nel 1860 l'opinione pubblica inglese era stata tenuta sulla corda, letteralmente senza fiato, mentre per la prima volta nella storia un delitto veniva risolto facendo ricorso a tecniche investigative moderne, con l'impiego dei detective della neonata Scotland Yard.
Un omicidio efferato, quello del piccolo Saville Kent, di soli tre anni, era con ogni probabilità stato commesso da uno dei suoi famigliari, nella dimora di Road Hill House, e l'inchiesta, con gli interrogatori di numerosi testimoni, ebbe un grandissimo clamore, con l'intera Inghilterra impegnata a formulare ipotesi su chi fosse il vero colpevole, compresi famosi scrittori come Charles Dickens, mentre i giornali pubblicavano resoconti sul procedere delle indagini, nonché le testimonianze agli atti.
Il delitto di Road Hill House ebbe grandi conseguenze non solo in campo investigativo o giornalistico, ma sopratutto in campo letterario. L'interesse del pubblico per delitti sanguinosi o complicati aveva creato il giusto campo di crescita per un nuovo genere letterario: la detective-novel o mistery (che noi italiani chiamiamo “giallo”). Gli ingredienti erano pochi, ma costanti: un delitto misterioso e un investigatore determinato che faceva uso della logica ferrea e dei nuovi metodi scientifici, adoperati anche nella realtà. (Per approfondire questo argomento consiglio la lettura di “Omicidio a Road Hill House” di Kate Summerscale, recensito qui)

Conseguenze in letteratura:  “La donna in bianco”, “La pietra di luna” e la fama di Wilkie Collins

Mentre il caso di Road Hill House veniva dibattuto, lo scrittore Wilkie Collins stava pubblicando a puntate uno dei suoi più grandi successi, “The Woman in White” (“La donna in bianco” recensito qui), che riusciva a combinare insieme suggestioni gotiche e il crescente interesse del pubblico per i nuovi metodi investigativi, raccontando la vicenda di una giovane perseguitata da un perfido conte, interessato al suo patrimonio, e di un amore contrastato e salvifico.
Collins scrisse il proprio libro, nel quale però non c'è un vero e proprio detective, alternando molti diversi narratori, ognuno dei quali chiariva punti rimasti irrisolti di una vicenda misteriosa, in modo analogo alle testimonianze di un processo. “La donna in bianco” è giustamente considerato il capostipite dei “sensation novel”, romanzi ispirati a fatti di cronaca .
Sempre a Wilkie Collins, vero maestro nel creare personaggi con tanti differenti e caratteristici stili, proprio come accadrebbe se si ascoltassero tante differenti voci raccontare una vicenda, è stato per lungo tempo attribuito il merito di aver scritto il primo vero giallo della storia della letteratura inglese: “The Moonstone” (“La pietra di luna”, recensito qui), pubblicato a puntate nel 1868 su “All the Year Round” dell'amico Charles Dickens. “The moonstone” è stato spesso considerato il primo romanzo a vedere la presenza di un investigatore professionista, anche se non protagonista assoluto, il sergente Cuff, con una tecnica narrativa che affinava quella sperimentata in “La donna in bianco”, con l'avvicendarsi di molte differenti testimonianze, sempre in imitazione del linguaggio processuale e giornalistico.
Sia “La pietra di luna” che “La donna in bianco” sono divenuti dei veri e propri classici della letteratura inglese, e continuano ad essere pubblicati ininterrottamente in volume da un secolo e mezzo: non vi è dubbio alcuno che i libri di Collins abbiano influenzato grandemente lo sviluppo del genere giallo in Europa e nel mondo.
Ma...c'è un ma...Perché anche i grandi scrittori prendono a volte ispirazione dai piccoli...

Il colpo di scena: “The Notting Hill Mystery”, i rivali di Charles Dickens, e il misterioso Charles Felix

Nonostante l'indubbia bravura di Wilkie Collins, in realtà la prima detective-novel della storia inglese non fu “The Moonstone”, sebbene questa fu certamente la prima opera di un elevato valore artistico ad ispirarsi alle moderne tecniche investigative di Scotland Yard.
Tra il 1862 ed il 1863, Bradbury ed Evans, ex editori di Charles Dickens, con il quale avevano contribuito a creare il magazine Household Words, ma divenuti infine rivali dell'amico di un tempo, dopo un litigio, avevano pubblicato su “Once a Week”, la rivista nata dalle ceneri di Household Words e antagonista della dickensiana “All the Year Round”, sulla quale scriveva Wilkie Collins, un romanzo a puntate che interpretava alla perfezione lo spirito dei tempi, con una serie di delitti risolti grazie ad un investigatore assicurativo, impegnato a raccogliere tutte le testimonianze possibili sulla morte di una donna morta in strane circostanze, in maniera analoga a quanto avveniva nei processi famosi, discussi sui giornali.
Il romanzo era intitolato “The Notting Hill Mystery” e fu pubblicato in otto numeri di “Once a Week” con l'ausilio di bellissime illustrazioni, per le quali la rivista era famosa, realizzate da George Du Maurier, (curiosità: l'illustratore era il nonno della scrittrice Daphne du Maurier, autrice di gialli come “Rebbeca la prima moglie”).
L'autore del romanzo era un un tale sconosciuto Charles Felix, in realtà pseudonimo di un avvocato, quindi buon conoscitore del procedimento penale e del modo in cui venivano raccolte le deposizioni dei testimoni di un delitto, che desiderava rimanere in incognito, e la cui vera identità è stata rivelata solo nel 1952 da William Buckler: si chiamava Charles Warren Adams ed aveva al suo attivo anche un altro romanzo, dal titolo “Velvet Lawn”.
Se l'opera di Charles Felix/Charles Warren Adams è rimasta ai più sconociuta è forse per il fatto che rimase confinata ad una rivista e non fu mai ristampata in volume, se non in tempi assai recenti, nonostante l'impianto narrativo fosse estremamente originale. In un certo senso Adams fu forse troppo diligente nel creare una realistica raccolta di dati, dimenticando di sviluppare il lato più romanzesco della vicenda che voleva raccontare. Non seguì la regola aurea di Wilkie Collins, che diede invece tanta gloria all'autore di “The Moonstone” :”make 'em cry, make 'em laugh, make 'em wait”, cioè “falli piangere, falli ridere, falli aspettare”.

The Notting Hill Mystery: un colpevole svelato troppo presto, una originale e moderna impostazione e la passione ottocentesca per il mesmerismo.

Il romanzo di Charles Felix è incredibilmente originale, considerando l'epoca in cui fu scritto, per la tecnica narrativa utilizzata.
Il romanzo è costruito come un insieme di lettere e testimonianze raccolte dall'investigatore assicurativo Ralph Henderson e simula il resoconto di un fatto realmente accaduto. Come in un report giornalistico veniamo immediatamente informati di quali siano le vittime e di chi sia sospettato come colpevole, mentre rimane dubbio solo il modo in cui il delitto è stato compiuto, fatto che verrà appurato illustrando vari documenti.
Il racconto si apre proprio con un appello ai lettori a porre particolare attenzione a nomi e date, vista la complessità del materiale esposto, come se si stesse effettivamente dando resoconto di un delitto reale.
A dare inizio alle indagini di Henderson è la strana coincidenza della morte di Madame R., consorte del barone R. (il nome rimane sempre abbreviato), avvenuta a Notting Hill per ingestione di acido, mentre essa si trovava in stato di sonnabulismo, poco tempo dopo che ben cinque polizze assicurative sulla vita della donna erano state stipulate, in favore del marito, con cinque differenti compagnie.
Incaricato di appurare se non si tratti di un delitto, cosa che parrebbe quanto mai probabile, Henderson è costretto ad indagare sul modo in cui il matrimonio fra Madame R. ed il barone è stato contratto, portando alla luce una intricata storia famigliare. La donna, come scopre l'investigatore dalle testimonianze raccolte, ha infatti una gemella, dalla quale è stata separata ancora infante, perché rapita dagli zingari e venduta ad un circo. Le due sorelle hanno potuto incontrarsi nuovamente proprio grazie al lavoro di esperto di mesmerismo del barone.
Prima di sposarsi, infatti Madame, R. era stata l'assistente del Barone R., appassionato cultore del mesmerismo, una disciplina pseduo-scientifica, molto di moda in un certo periodo dell'800, che sosteneva che fosse possibile emanare una specie di “flusso magnetico”, in grado di controllare la psiche umana, di curare malattie e addirittura di permettere l'ingestione di cibo e medicinali “per interposta persona”, attraverso una sorta di controllo “da remoto”.
In veste di medium,  Rosalie, questo uno dei tanti nomi usati nel tempo da Madame R., aveva avuto il compito di aiutare il barone a guarire una tale Mrs. Anderton: la donna non è altri che la sua gemella perduta. Fra le due si ristabilisce uno speciale legame che le porta a sentire spesso le medesime sensazioni e malesseri.
Veniamo a sapere, dai documenti raccolti da Henderson, anche che la madre delle gemelle è morta in circostanze tragiche e che le due figlie sono eredi della consistente cifra di 50.000 sterline, da dividere a metà.
A questo punto il nostro detective si trova a doverci dimostrare qualcosa che gli sembra assai strano.
Fin dall'inizio ci ha fatto capire una cosa che non è mai stata in dubbio: Madame R. non è morta di propria volontà o a causa del sonnambulismo, il colpevole è il barone.
Cercando di dimostrare che il barone è l'assassino di sua moglie, Henderson si trova nella posizione  di dover provare che in realtà è anche l'assassino Mrs. Anderton e del di lei marito, a loro volta morti in stranissime circostanze.
Veniamo quindi inondati di una serie di testimonianze e documenti che tentanto di farci capire come tutto sia avvenuto grazie ai poteri mesmerici del barone e in modo tale che le morti delle vittime rispettassero un ordine cronologico preciso, tale da lasciare al barone tutta l'eredità a cui le sue vittime avevano diritto.
Il testo è corredato non solo dalle deposizioni di medici, padrone di casa, infermiere e amici delle vittime, tutte riportate in maniera da essere differenti nella lingua, più o meno colta a seconda del grado di istruzione, ma anche dalla riproduzione di un certificato di matrimonio, di un frammento di lettera scritta in francese e addirittura dalla piantina della casa dove è avvenuto il delitto: tutti allegati che mai si erano visti in un romanzo.
Lo scopo è quello di creare l'illusione nel lettore di trovarsi sul banco dei giurati, mentre il nostro narratore-avvocato-investigatore illustra le prove con cui dovremo condannare quello che già siede, dall'inizio del romanzo, sul banco degli imputati.
Il problema narrativo fondamentale di “The Notting Hill Mystery”, quello forse che ha determinato lo scarso successo di quest'opera, è proprio tutto qui: non dobbiamo scoprire “chi” è il colpevole, ma solo il “come” il delitto è stato realizzato, nonché “quanto” il barone sia perfido, oltre ogni nostra immaginazione di bravi inglesi vittoriani (come erano i lettori del tempo). Alla fine dovremmo esclamare: “diamine di un barone!” e “questo mesmerismo, che diavoleria!”.
Il libro assomiglia così tanto ad un processo che termina addirittura con una lunga lettera di Henderson, che riassume tutti i fatti desunti dai vari documenti, e che non sembra altro che la lunga arringa finale dell'accusa contro l'imputato.
Charles Felix non era uno scrittore professionista, del resto, ma un avvocato e questo si sente in tutta l'opera: nella puntigliosità di lunghi resoconti medici, davvero troppo pieni di dettagli narrativamente poco interessanti; per il modo in cui Henderson si tiene in ombra come personaggio e non ci rivela nulla di sé, quando la chiave del successo dei romanzi succesivi gialli starà proprio nella caratterizzazione, anche estrema, della figura del detective; per il fatto che sebbene non si faccia altro che parlare di del barone, l'autore non ci dia nemmeno un rigo scritto di suo pugno e di fatto non ci faccia mai ascoltare la sua voce in prima persona, come farebbe appunto un avvocato che non volesse dare spazio alla difesa.
Henderson ci convince della colpevolezza del barone (a patto che fingiate di credere al mesmerismo), ma purtroppo non ci convince a trovare entusiasmante il romanzo, che pure brilla di trovate originalissime, come il modo assai astuto con cui viene svelato il modo in cui l'assassino avrebbe tentato di incolpare dell'omicidio di Mrs. Anderton il suo stesso marito.
A guardare bene anche nel chiamare l'investigatore Henderson e la vittima Anderton, nomi così simili, il nostro Charles Felix ha forse peccato di fiducia, pensando ai suoi lettori come a degli attentissimi giurati.
Qui sotto la piantina inclusa nel romanzo:




Dove trovare il romanzo.

La rivista “Once a Week” è stata digitalizzata e messa a disposizione per la consultazione online, perciò, se volete, potete leggere “The Notting Hill Mystery” un po' come un autentico lettore vittoriano (certo, computer a parte). Qui sotto i link alle varie sezioni (che potete trovare anche in questa voce della  Wikipedia inglese) :

Section 1 (Once a Week, Vol. 7, pg. 617, 29 November 1862)
Section 2 (Once a Week, Vol. 7, pg. 645, 6 December 1862)
Section 3 (Once a Week, Vol. 7, pg. 673, 13 December 1862)
Section 4 (Once a Week, Vol. 7, pg. 701, 20 December 1862)
Section 5 (Once a Week, Vol. 8, pg. 1, 27 December 1862)
Section 6 (Once a Week, Vol. 8, pg. 29, 3 January 1863)
Section 7 (Once a Week, Vol. 8, pg. 57, 10 January 1863)
Section 8 (Once a Week, Vol. 8, pg. 85, 17 January 1863)

Se invece trovate la lettura a schermo poco soddisfacente, potete scaricare l'edizione digitale di questo libro da Amazon (come ho fatto io) e leggere su e-reader, o procurarvi una delle copie cartacee stampate proprio di recente dalla British Library come quella qui sotto, edita per la prima volta in volume con il vero nome dell'autore, Charles Warren Adams:




Vi avverto che la lingua è forse un po' arcaica, ma tutto sommato comprensibile, anche se Charles Felix amava scrivere periodi lunghissimi.
Se invece preferite leggere in italiano, allora temo dovrete spulciare fra i remainders o rivolgervi a qualche fornitissima biblioteca. Il libro è stato pubblicato da Giunti Demetra qualche tempo fa con il titolo “Il mistero di Notting Hill” di Anonimo, ma non è semplice da trovare.

Aggiornamento del 25/04/2013

Alla data in cui scrivo, Castelvecchi editore ha pubblicato in italiano "The Notting Hill Mystery" con il titolo di "Il mistero di Notting Hill" , autore Charles Warren Adams. Qualche informazione in più a questo indirizzo, qui sotto la copertina:


 
 
 
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Se volete leggere altre definizioni simili e più divertenti (magari vi torna comodo) potete trovarle QUI

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