Un Anima a nudo

La cleptomania nella terapeutica artistica...


Il Corpo e l’Amore...
La cleptomania è definita come l’incapacità di astenersi dalla voglia di rubare oggetti per motivi diversi dall’uso personale o di lucro. Descritta per la prima volta nel 1816, la cleptomania è attualmente classificata in psichiatria come un disturbo del controllo degli impulsi [1].La cleptomania non è delineata quale voglia di rubare oggetti ma, molto più precisamente, come un’incapacità ad astenersi dal farlo. Già da questa semplice affermazione si dovrebbe evincere che il desiderio del furto è innato nella natura umana e l’eventuale spartiacque fra la salute e la patologia si gioca sulla capacità o meno di resistere a tale desiderio.Ai fini artistici e terapeutici risulta interessante soffermarsi sulla componente di desiderio nell’impulso cleptomane.Quando si parla di desiderio, si parla sempre d’amore. Ed il territorio del desiderio e dell’amore, nella nostra esperienza incarnata, è spesso un regno pericoloso, dove il soggetto e l’oggetto d’amore possono soffrire di una lontananza incolmabile, fisica e di mutua comprensione. E dove la reciprocità dell’amore così fallisce, nell’incapacità del soggetto di farsi oggetto e dell’oggetto di divenire soggetto.C’è un unico luogo umano, dove godere dell’onere e dell’onore della piena responsabilità del rapporto d’amore. Ed è il proprio corpo e nel proprio corpo. Nell’amore per se stessi (come d’altronde anche nell’estasi religiosa, per la particolare identificazione con il Divino) si può sperimentare pienamente l’altalena misteriosa di essere al contempo oggetto e soggetto d’amore. E solo l’amore per se stessi insegna a proiettare, in maniera sana, l’oggetto d’amore sull’altro, senza frustrazione alcuna.L’Arte è per definizione un’attività d’amore ed edonistica in primis per se stessi. Un’attività autoerotica, prima di essere erotica, dove il piacere è innanzitutto un dialogo con se stessi, attraverso la materia, prima di divenire un dialogo di piacere con l’osservatore esterno.L’Arte, da un punto di vista creativo e terapeutico, offre il suo corpo/materia, per sperimentare il piacere ed imparare al contempo il piacere, il sottile mistero del toccare ed essere toccati. Ed è un corpo “altro”, nuovo, dove le proprie piaghe e ferite non sono ancora rappresentate (ed è nostra scelta, conscia o inconscia, il farlo eventualmente).Come ogni altro pensiero e consapevolezza umana, anche l’Amore giunge alla coscienza, passando per la corporeità. Ed il corpo della materia artistica è un corpo fanciullo e puro, di cui vestirsi infine, sperimentando la rinascita. Un corpo tutto da vivere. Piacevolmente.Se la cleptomania, come qualsiasi altro disturbo del controllo degli impulsi, dimostrasse di recare con sé, dal punto di vista psicoterapeutico, un primigenio “vuoto d’amore” o un vuoto nella genesi dell’amore, allora è all’Amore in primis che la Terapeutica Artistica potrebbe guardare. E l’Amore è un flusso continuo e mobile di dare ed avere, di cui nessuna fotografia potrà cogliere davvero l’eterno movimento. In quel flusso, noi lavoriamo. [1] Shulman, Terrence Daryl, Something for Nothing: Shoplifting Addiction & Recovery, Haverford, PA: Infinity Publishing, 2004.
 Passo le mie manisul tuo corpocome un archeologo.L’amore è leggere il sacroseppellito nei corpi,è quella cosa che si sgretola,fa cadere le vernici,rivela il fondo d’oro,l’archivio di luceda cui veniamo.    ringraziamenti