E si che al ragazzotto hanno pure dato il soprannome di rottamatore! Forse nei confronti di chi vorrebbe impedirgli di far carriera in certi club molto
esclusivi .. Chissà se è vero! .. ehehehehe..
Purtroppo è tutto vero quanto hai riportato e questo schifo va avanti da moltissimi anni. Però non trascurare i russi e gli arabi che stanno comprando case e terreni dappertutto..
Ti lascio un interessante pezzo afferente un noto predecessore del ragazzotto di Rignano, pezzo che, secondo me, è molto indicativo della sinistra volontà di certa sinistra di distruggere le p.m.i. (e favorire il T.T.I.P. delle multinazionali cui sono genuflessi..) che sono la migliore parte dell'imprenditoria italiana, per fare "piacere" a propri amici e per dar luogo al solito aforisma che li contraddistingue ("forte con i deboli e debole con i forti")..
"Nel maggio 1993, Romano Prodi è nominato per la seconda volta Presidente dell'IRI con il mandato di procedere alle privatizzazioni. Nell'ottobre 1993, l'IRI vende alla Fisvi la propria impresa nei settori dei pomodori, del latte e dell'olio, la CBD, Cirio-Bertolli-De Rica. La vendita si fa sulla base delle disposizioni del Comitato Interministeriale per la Politica Economica e seguendo una lunga procedura iniziata con un'offerta pubblica. L'IRI era assistita da Wasserstein Perella. Pasfin e il Consiglio della Borsa Valori di Milano vennero incari¬cati della valutazione finanziaria della CBD. Dopo aver acquistato la CBD dall'lRI, la Fisvi ha venduto alla Unilever il settore dell'olio, cioè la Bertolli. Nell'ac¬quisizione, la Unilever era assistita dalla Goldman Sachs. Teniamo a mente questo nome. In precedenza, dal 2 maggio 1990, Romano Prodi è stato " advisory director" (di¬rettore consultivo) di Unilever N V e Unilever PLC. Lo sta¬tuto di Unilever prevede che gli " advisory directors" non abbiano diritto di voto in Consiglio di amministrazione al quale devono " fornire consulenza sugli affari industriali, politici, sociali, economici, finanziari e di altra natura di Unilever al Consiglio di amministrazione in generale e al Comitato speciale in particolare". Quando Prodi faceva parte del gruppo degli " advisory directors" gli altri com¬ponenti erano Frits Fentener van Vlissingen, Robert Haslam, Brian Hayes, Francois-Xavier Ortoli, Donald Peter sen, Onno Ruding e Dieter Spethmann. I redditi che Romano Prodi ha percepito dall'attività di " advisory director" di Unilever sono nelle dichiarazioni dei redditi dal 1990 al 1995. Il 20 maggio 1993, in seguito alla nomina di Presidente dell'IRI, Prodi si è dimesso dalla posizione di " advisory director" di Unilever. I redditi derivanti da attività che prevedevano ricerche economiche particolari sono passati attraverso la ASE (a cui Prodi fat¬turava le proprie prestazioni) e quindi dichiarati dalla ASE stessa. La società ASE risulta avere incassato dalla Goldman Sachs - che assisteva la Unilever quando acquistava la Bertolli - due miliardi e mezzo di lire fra il 1990 e il 1995. Nel maggio 1992 Falcone muore a Capaci alla vigilia dell'incontro che doveva avere con Valentin Stepankov, il procuratore di Mosca che indagava sull'uscita dalla Rus¬sia di somme ingenti di denaro nella disponibilità del Pcus. L'Italia in quel momento è sotto attacco speculativo d'un gruppo internazionale che fa capo al finanziere Soros e alle banche Barclays, Warburg, Merril Lynch, Salomon Brothers, Deutche Bank e, neanche a dirlo, della solita Goldman Sachs. In quell'anno fra marzo e settembre l'Italia perse una quantità enorme di denaro grazie alle manovre speculative capeggiate da Soros. 60mila di quei miliardi finirono in GERMANIA, 10mila in CROAZIA, come certifica la International Strategic Studyes Association. A marzo del 1993 il settimanale governativo di Zagabria, Globus, annunciò che la Croazia era autosuffìciente per la produzione di armamento leggero. Così la guerra nei Balcani proseguì finanziata con soldi italiani. Prima che la lira precipitasse, il governo italiano scelse dei consulenti di rango per la privatizzazione. Chi ? Naturalmente le tre banche fiore all'occhiello di Wall Street: Merrill Lynch, Salomon Brothers e, neanche a dirlo, Gol¬dman Sachs. A quel punto per una privatizzazione vantaggiosa - per gli acquirenti, beninteso - mancava solo una svalutazione che rendesse i dollari ben più forti della già debole lira. La svalutazione arrivò puntuale a settembre del ' 93, insieme ad una sanguinosa manovra finanziaria da 60000 miliardi che ci spalancò le porte dell'Unione europea. Sessantamila miliardi, guarda caso tanti quanti ne erano transitati in Germania. Nel frattempo il fior fiore della nostra industria era passato in mani straniere. Ferrarelle, Peroni, Moretti, Fini, Perugina, Buitoni, Galbani, Neroni, Locatelli, Invernizzi, Mira Lanza una volta conquistate adeguarono i listini ai prezzi vigenti in Germania, Francia, Olanda e Gran Bretagna, con il risultato che la massaia italiana se la prende giustamente con l'Euro, ma in realtà dovrebbe prendersela con chi quelle industrie ha svenduto." (da Libero, 15.02.2004).
Ed ora prenditi una pastiglia per non farti ven ire il mal di stomaco ^_____^