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EROI DI TUTTI I GIORNI: L'ANTIMAFIA SECONDO IL GIUDICE CANTONE

Ieri sera è stato bello sentire il suo racconto narrato durante la trasmissione di quello che ormai è uno dei pochi conduttori di alto profilo, Fabio Fazio, nella sua Che tempo che fa. Il giudice ha raccontato nel dettaglio alcuni dei più importanti episodi legati all'attività malavitosa della camorra, quella dei casalesi. Durante tutto il tempo in cui ha interloquito rivolgendo semplici e comprensibili parole al vasto pubblico che segue sempre più la trasmissione, ha dato corpo e sostanza a quello che spesso viene definito un normale stile di vita. Ciò che maggiormente mi ha colpito è stato quel suo sottolineare l'incredibile reazione negazionista di persone, autorità, gente addetta ai lavori, che davanti ad una precisa individuazione di responsabilità in campo mafioso che di fatto inquinano la vita produttiva del paese Italia, specialmente al nord dove i capitali vanno a bagnarsi per ripulirsi e fare impresa, di fronte a tutto questo negano l'evidenza, tacciano del titolo di nemico della Patria chiunque ne parli o denunci, facendo di fatto il gioco di quella stessa malavita organizzata.

Poi la denuncia del diffondersi dell'abitudine ad indicare a dito non il male che viene alla luce, ma colui che lo fa emergere. Intimidire: un atteggiamento conosciuto ovunque ed anche nel piccolo quotidiano in questo sud, dove se cerchi di far capire che ci sono delle regole da rispettare, vieni tacciata come una che fa della politica poliziesca. La filosofia del' lascia fare,' non dà retta', de l'che te ne fotte', del 'fatti i cazzi tuoi' del ' se continui a dire che non devono fumare in ufficio poi ti odiano' del 'ma chi te lo fa fare?'  e di tanto altro che ci riempie le orecchie e gli occhi ogni giorno e di cui non ne possiamo più. Allora il grido del giudice ' siate coerenti nei comportamenti' assume un significato essenziale nel rassicurare chi, come me, alla fine pensa di essere pazza o fuori dal mondo, solo per non aver mai voluto accettare compromessi.