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PREGHIERA A SAN GIUSEPPE

San Giuseppe

San Giuseppe, mi consacro a te per essere per sempre tuo imitatore, tuo amabile figlio. Prendi possesso di me, fa’ del mio corpo e della mia anima ciò che faresti del tuo corpo e della tua anima, per la gloria di Gesù. Pure lui si è affidato a te così pienamente da lasciarsi portare là dove tu credevi opportuno, da stabilire te per suo padre e obbedirti come il più docile figlio. Sacro Cuore di Gesù, grazie di averci dato Giuseppe per padre e di averci donato tutto ciò che hai e tutto ciò che sei. Fa che ti restituisca amore per amore; te lo chiedo per intercessione e in nome di san Giuseppe. Amen.

 

Eucarestia

O Gesù, che ti fai alimento spirituale per noi nel Sacramento dell'Eucarestia, nutri le nostre anime e fa' che possiamo essere sempre migliori, giorno dopo giorno, nelle vie di Dio. Amen.

 

 
 
 

 

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Il bisogno di perdonare

Post n°1694 pubblicato il 15 Maggio 2017 da francesconapoli_fn

 

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Dal Vangelo secondo Matteo: (In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano). PAROLA DEL SIGNORE.

Commento a cura del Movimento Apostolico: (La Chiesa di Gesù Signore vive di misericordia, perdono, compassione, remissione di ogni colpa, ogni debito. La carità del cristiano verso gli altri è per comando divino illimitata, infinita, sempre per sempre. Un discepolo di Gesù che non perdona, non condona, non rimette i debiti contratti contro di lui, di certo non è un perfetto imitatore del suo Maestro, il quale non solo ha perdonato i peccatori, cioè il mondo intero, per essi ha espiato anche i loro peccati, caricandosi sulle spalle la pena ad essi dovuta per giustizia divina. Il discepolo di Gesù non deve solo perdonare, deve anche espiare il peccato. Deve togliere dal mondo peccato e pena offrendo per essi la vita. La regola della misericordia vale per il Padre celeste e per ogni suo figlio: "Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia". Dio è misericordioso e noi dobbiamo essere misericordiosi. Lui è santo e noi dobbiamo essere santi. Lui è pietoso e noi dobbiamo essere pietosi. Lui è perfetto e noi dobbiamo essere perfetti. Se non siamo misericordiosi, santi, pietosi, perfetti neanche Lui potrà essere misericordioso, santo, pietoso, perfetto verso di noi. Manca il nostro corrispettivo umano. È questa la legge della misericordia e della carità. Se l'uomo non aggiunge la sua misericordia a quella del Padre celeste, neanche il Padre celeste potrà essere misericordioso con noi. Non sarebbe più fedele alla sua Parola. Ora Dio è sempre fedele ad ogni sua Parola. Ogni uomo ha contratto presso Dio un debito impagabile, infinito. Neanche se desse tutta la sua vita potrebbe riuscire a soddisfare il dovuto. La nostra vita è finita, il debito è infinito. Ma noi neanche possiamo meritare un qualcosa, perché siamo solo debitori, cioè peccatori e un peccato non può meritare presso Dio. Dio però nella sua infinita ed eterna misericordia, per il mistero pasquale di Gesù Signore, condona il nostro debito, rimette quella somma ingente non pagabile. Cosa chiede in cambio? Che l'uomo rimetta quei pochi, insignificanti spiccioli che il fratello deve a lui. Noi rimettiamo il pochissimo e Dio rimette il moltissimo. Noi cancelliamo un debito insignificante, Dio rimette un debito ingentissimo. Una verità va subito annunziata: tutti siamo debitori presso Dio. Non vi è un solo uomo che non abbia contratto questo debito. Solo Gesù e Maria sono esclusi perché nati senza peccato originale. Se noi non entriamo in questa verità ontologica, facilmente siamo indotti a pensare che presso Dio non vi è alcun nostro debito e possiamo far mettere in prigione i fratelli per i pochi spiccioli che ci devono. Urge prendere coscienza della nostra realtà di peccatori per poterci disporre ad ogni perdono perché il Padre ci conceda il suo. Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la verità della nostra vita).

 
 
 
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