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L'angolo delle lingue di Simmonella

Post n°562 pubblicato il 30 Settembre 2015 da simmonella

Oggi sono qui per condividere con voi qualcosa di un po' diverso dal solito; oggi niente spiegazioni di parole, proverbi, modi di dire o frasi idiomatiche. In quanto rappresentante della categoria, questa è per me una giornata particolarmente significativa: il 30 settembre di ogni anno infatti, dal 1953 a questa parte, ricorre la Giornata mondiale della traduzione, istituita dalla Federazione Internazionale dei Traduttori. Perché proprio il 30 settembre? Perché in questa data ricorre anche la festa di San Girolamo il quale, in quanto traduttore della Bibbia, è diventato il santo patrono di quelli che svolgono questo mestiere. Non voglio annoiarvi con una dissertazione tecnica sul lavoro del traduttore, sulle sue difficoltà  (soprattutto in Italia, dove il mercato della traduzione è più complicato che in altri paesi europei ed extraeuropei) o con informazioni che potrebbero risultare noiose a chi, diversamente da me, si ritrova a lavorare in campi molto diversi, ma su un aspetto voglio sensibilizzare chi deciderà di leggere questo post: è, purtroppo, una tendenza diffusa, quella di ritenere che chiunque parli due lingue sia in grado di fare il traduttore. Beh, avendo ormai più di dieci anni di esperienza in questo settore e confrontandomi con colleghi (anche più esperti di me, in Italia e nel mondo), vi dico che, seppure ovviamente una conoscenza molto approfondita di almeno due lingue sia necessaria per diventare traduttore, quella della traduzione è una vera e propria arte, che va studiata per acquisirne le tecniche fondamentali, ma che soprattutto va praticata costantemente, con dedizione, impegno e passione. E' un'arte dove non si smette mai di imparare, perché ogni testo è diverso da un altro e presenta sempre delle nuove sfide per il traduttore, che ha il compito importantissimo di rendere quel testo comprensibile per i milioni di persone che parlano la lingua nella quale va tradotto. Comunque, non voglio continuare a tediarvi con queste informazioni, ma voglio farmi con voi due risate sul nostro mestiere perché, ve lo assicuro, chi ha a che fare con un traduttore forse non sempre avrà vita facile, ma avrà l'opportunità di vivere dei momenti speciali e divertenti che nessun altro potrà mai regalargli. Per questo motivo, voglio condividere con chi avrà avuto il coraggio di arrivare a leggere questo post fino a qui, un piccolo manuale semiserio (e molto divertente) di istruzioni su come (soprav)vivere quando avete a che fare con un traduttore:

1) Cominciamo dalle basi, soprattutto per le donne che svolgono questo mestiere. Le formulette del corteggiamento possono trasformarsi in trappole mortali, si consiglia la massima prudenza. È più che risaputo che un traduttore/interprete lavora studiando quotidianamente la lingua. Anche quando non lavoriamo ci dilettiamo a sviscerare frasi, correggere anchormen e analizzare minuziosamente i cartelloni pubblicitari. Scrivere un complimento sulla bacheca di Facebook di un traduttore potrebbe comportare la fine di una potenziale storia d’amore, se non viene fatto con un po’ di cura (e con il correttore automatico). L’esperienza mi ha dimostrato che, all’inizio della fase di corteggiamento (al bar con un drink in mano o al bancone mentre aspettate che il cameriere venga da voi), i candidati sentono la misteriosa impellenza di personalizzare il repertorio del flirt (in molti casi in maniera piuttosto maldestra). Se alla domanda “studi-o-lavori” la ragazza in questione vi dice che fa la traduttrice, non fate la faccia di quello che sa alla perfezione cos’è la traduzione. Anzi, il consiglio è proprio quello di evitare le frasi ad alto coefficiente di rischio, tipo:

- Allora parlerai un sacco di lingue! Quante ne parli? ...ma come solo due/tre?

- Anch'io traduco nel tempo libero, hai presente, un po' con l'Oxford e un po'inventando...

- Beh, dai, con Google Translate praticamente il tuo lavoro non serve più, e prima poi inventeranno anche qualcosa per le conferenze...

- Sto studiando inglese per conto mio, secondo te se mi metto a fare qualche traduzione anche io due soldi riesco a tirarli su?

 

2) Non state a guardare il capello. Per il traduttore, soprattutto se sotto consegna, l’ordine, l’economia domestica e la pulizia sono un’opinione. Forte del fatto che perlopiù lavora da casa, è possibile che indossi gli stessi pantaloni della tuta per più di una settimana, che non si lavi i capelli da giorni, che si scordi di fare la lavatrice e di comprare la carta igienica. Un riquadro di spazio su cui appoggiare il pc, una sedia e cento litri di caffè sono tutto ciò che serve per andare avanti. Personalmente, per fortuna riesco ancora a trovare una via di mezzo e a gestire al meglio tutto, ma ci vuole una grande forza di volontà (e magari una giornata di 48 ore)

 

3) Buttate l’agenda e imparate a cogliere l’attimo. I ritmi di vita di un traduttore sono perlopiù forsennati: è sempre intento a digitare sulla tastiera a orari inconcepibili per la maggior parte degli altri esseri umani, a volte è costretto ad accettare lavori al fulmicotone ma troppo appetibili per essere rifiutati. Lui ormai ci ha fatto il callo, quindi non vede la necessità di spiegarvi perché in un weekend di sole con 40 gradi all’ombra non potete andare al mare (gli hanno commissionato una traduzione) o come mai questa sera, ahimè, dovrete mancare alla cena per il compleanno di vostra zia (entro domattina aspettano le sue bozze riviste). Ogni pianificazione è sempre un terno al lotto, qualsiasi piano rischia di andare in fumo e lasciarvi con un pugno di mosche (e con il costume tristemente abbandonato su una sedia a margine di una borsa sfatta). Non tutto è perduto, però: proprio per questo stesso principio, capiterà che il vostro traduttore abbia del tempo libero quando il resto del mondo è in ufficio a sgobbare. Anche voi, sì, ma questo è un  dettaglio. E si presenteranno anche congiunture favorevoli, molto più spesso di quanto non crediate.

 

4) Non rispondete alle provocazioni. Il traduttore è un professionista della lamentatio. Quando ha lavoro, piagnucola perché i tempi sono stretti, perché non dorme abbastanza, perché il testo è ostico, perché è sotto pressione, perché arriva alla consegna esaurito e sfinito. Quando non ha lavoro, tempo due/tre giorni inizia a frignare e a entrare in ansia perché si annoia e perché “oddio, non mi chiameranno più, moriremo tutti”. Allenatevi davanti allo specchio: assumete un’espressione tra il costipato e il partecipe e ripetete più volte: “Ma certo, amore” con tono calmo e mellifluo. Attenzione: niente sorrisi, neanche un accenno (penserebbe che sotto sotto vi state prendendo gioco del suo profondo dramma esistenziale).

5) Procuratevi dei gadget con cui ingannare il tempo quando uscite. Il traduttore è un pignolo, ed è capace di passare ORE nelle librerie. Intendiamoci, a tutti piace gironzolare tra i libri, ma rispetto ai comuni mortali per il traduttore è una vera e propria malattia. Passa al radar i frontespizi, confronta le varie edizioni, perlustra le sezioni in lingua originale alla ricerca di spunti per eventuali proposte. Quindi non dimenticate mai il lettore mp3: quando avrete finito di sfogliare qua e là i titoli che vi incuriosiscono, infilerete con grazia e disinvoltura le cuffiette, e alla centoventordicesima volta che lui/lei vi indica una riga da qualche parte commentando “Guarda qua, imbarazzante” “Non ha senso” “Ecco cosa succede a far tradurre ai dilettanti” “L’editoria è morta”, potrete annuire dolcemente facendogli sentire che siete dalla sua parte mentre in realtà state ascoltando l’ultimo del vostro cantante preferito.

 

6) Occhio alla punteggiatura e alla grammatica. Il mestiere del traduttore si fonda sull’analisi e lo studio quotidiano e approfondito della lingua, sia di partenza che di arrivo. Anche quando non traduciamo siamo portati a sviscerare e vivisezionare qualsiasi costruzione verbale ci capiti a tiro. Oltretutto, oggi, siamo molto attivi sui social: provate a immaginare cosa accadrebbe se scriveste sulla bacheca Facebook del vostro traduttore uno sfondone che verrà letto e commentato dai suoi contatti parimenti grammarnazi… l’onta e l’oVVore, ci pensate? Il più delle volte poi, da bravi sociopatici, soffriamo anche di idiosincrasie assolutamente soggettive (true story:una collega ha lasciato un fidanzato che nei messaggi chiudeva ogni frase con i puntini di sospensione. Da quanto racconta, ovviamente non è stato quello il motivo della rottura, ma a ripensarci era un bel campanello d’allarme, tanto più che ne metteva regolarmente due e non tre).

 

7) Dite quello che pensate senza mezzi termini. Con un traduttore la diplomazia è inutile, così come cercare di ingannarlo o indorargli la pillola. Per mestiere è abituato a scandagliare i sottotesti delle frasi, a indagare i toni, a studiare le inflessioni e i modi di dire. Capirà subito cosa volete dire, tanto vale che glielo diciate voi.


8) Non usate termini stranieri o ibridi, specie se superflui. Ok, forse i traduttori in questo si indispongono più del dovuto, ma il più delle volte è buona norma ricordare che c’è un modo molto più semplice e immediato di dire le cose già nella lingua in cui state parlando. Per non parlare delle commistioni-aborto: “Ti BRIEFFO un attimo”, “Puoi ALLOCARE dieci minuti per fare questa cosa?”, “SWITCHIAMO argomento?”. No, proprio no.


9) Scaricate film e serie tv solo in lingua originale. Guardare qualcosa di doppiato/sottotitolato in compagnia di un traduttore rischia di trasformarsi in una tortura. Il vostro nazista linguistico troverà immancabilmente qualche inesattezza e ve la segnalerà. Ogni due minuti. Anche un semplice episodio del vostro telefilm preferito si trasformerà in un'esperienza indimenticabile, in tutti i sensi: 45 minuti di raffronto commentato. Praticamente la MORTE.

 

10) State attenti a non contraddirvi. In genere il traduttore ha una memoria di ferro. Sarà per la sua maniacale cura dei dettagli, sarà per il dover gestire in testa la conoscenza di due/tre/quattro lingue contemporaneamente, sarà perché nella maggior parte dei casi è un ossessivo compulsivo, non saprei, ma da quel che vedo è un dato che ci accomuna un po’ tutti. Quindi ricorderà alla perfezione fin da subito quanti cucchiaini di zucchero mettete nel caffè, qual è il vostro piatto preferito, come si chiama vostro nonno, ma ricorderà anche cosa gli avete detto in quella data occasione sei mesi fa e come eravate vestiti quando glielo avete detto. E non dimenticherà MAI che quando l’anno scorso vi ha chiamato per chiedervi di comprare il pane voi gli avete risposto che eravate in riunione (e non in palestra a fare cardiofitness).

 

11) Siatene fieri. Il vostro amico/fidanzato/parente traduttore appartiene a quella categoria di professionisti che – per quanto in sordina –  fa sì che le storie circolino e si diffondano, che uno stesso autore possa parlare in tutte le lingue del mondo, con la stessa forza e la stessa magia (e a volte anche di più) dell’originale. Almeno voi, non dimenticatevelo.

 

E, per continuare a ridere un po', continuate a leggere :)

 

Sei un traduttore se:

- Il tuo padrone di casa ha chiesto in giro se spacci, perché non si spiega come sia possibile che la tua auto sia sempre parcheggiata davanti a casa e tu riesca a pagare regolarmente l'affitto

- In qualunque stanza della casa o ovunque ti trovi, hai sempre con te un foglio ed una penna per annotare la parola che stai cercando da ore e che ti viene in mente proprio in quel momento

- Perdi il filo dopo essere arrivato alla settima riga della stessa frase in un testo legale

- Dopo revisioni, aggiornamenti, modifiche, aggiunte e rielaborazioni, il file su cui stai lavorando è talmente colorato che, alla fine della giornata, ti sembra di essere daltonico

- Ti senti ripetere costantemente: "Ah, che bello, lavori da casa? Beato te che lavori quando ti pare!". E invece non sanno che lavori di giorno, di notte, nei weekend, e pure i giorni festivi!

- Devi spiegare a chi ti scambia per un dizionario con gambe e braccia che, quando ti chiedono come si traduce una determinata parola, dovrebbero anche essere così gentili da fornirti uno straccio di contesto

- Devi spiegare ai più che il CAT con cui lavori non è un gatto

- Ti senti dire: "mi traduci simultaneamente quello che dice questa canzone? Tanto sai l'inglese!"

- Impazzisci sulla traduzione di quel gioco di parole che in italiano proprio non esiste, ma che ovviamente è fondamentale per il film, il telefilm o il romanzo che stai traducendo

- Al ristorante, non guardi il menu per scegliere cosa mangiare, ma per vedere come sono state tradotte le portate (e inorridisci il più delle volte)


 
 
 
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