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Il Sole di Stagno - Romanzo

 

Il Sole di Stagno - Vincenzo Aiello - con-fine ed. - Bologna, 2006

C'è qualcosa che accomuna questo racconto di Aiello al grandioso romanzo di Walter Siti, Troppi paradisi. Così lontani e tra di loro diversi, entrambi si sono proposti di tematizzare il tempo, fissandolo alla svolta del secolo e del millennio. Per narrare come storia la contemporaneità e la propria stessa esperienza, senza consegnarsi all'autobiografia, bisogna scegliere una lingua e giova inoltre (secondo me) una cornice esplicita di referenti cronologici. Che annunci subito il carattere del testo, di selettiva ricostruzione. Distante dal testo soggettivo della semplice memoria. È il problema che Aiello, nella sua prova d'esordio, ha in parte eluso, affidandosi ai soli dati interni. Quanto alla lingua invece, o meglio alla voce di scrittore, ha usato felicemente, la sua, che nella nuova generazione è una delle più personali.

Lidia De Federicis (L'Indice dei Libri) 

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"La canzone dell'amore perduto"

Post n°52 pubblicato il 23 Giugno 2009 da VincenzoAiello68
 
Foto di VincenzoAiello68

Dopo l’esordio con “Figlia di una vestaglia blu (Fazi)” premio Minerva 2008 la trentenne scrittrice del Mugello Simona Baldanzi torna in libreria con “Bancone verde menta (pagg. 192, euro 15; Elliot) e ci parla dell’amore-chiodo che si instaura dentro la testa e che non sai come togliere e se togliere. Se nel suo primo romanzo – completamente autobiografico - la Baldanzi ci aveva narrato la storia di sua madre operaia di una fabbrica di jeans e dell’orgoglio del fare, facendo il verso a Scotellaro e Bianciardi che dichiarava come suoi numi tutelari della scrittura, nel raccontare un tema forse a prima vista patetico, ma necessario, come quello amoroso, la scrittrice non rinuncia al lavoro culturale di ricerca, né alla poesia di strada. Monica e Chicca, scrittrice la prima, fotografa professionista la seconda, hanno avuto dal giornale per il quale lavorano come free-lance, l’incarico di predisporre uno speciale sull’amore per S. Valentino. Pochi soldi di budget ma grande autonomia nello scegliersi le città fondamento dell’oggetto del reportage. Le due ragazze partono quindi per Marsiglia dove la scritture e le immagini – si sa il romanzo di viaggio è sempre viaggio dentro se stessi – riportano nuovi odori e nuovo senso per quell’amore rimasto a casa che prepara cocktails in “quel bancone verde menta”. Solo l’andare quotidiano, l’entrare in altre vite e respirarne gli empiti, fa sì che acquisti senso anche la ricerca di un nuovo senso, e che si cerchi il nuovo mio-amore. Da Marsiglia a Genova in questo canzone dell’amore perduto che nella città disadorna e dalle stradine di ardesia dà nuova linfa all’attesa ed alla speranza. Nel linguaggio la Baldanzi sembra fare il verso ad Erri De Luca, ma la differenza di genere si avverte perché c’è più spazio all’accoglienza. Ed anche se non si è nelle favole prima o poi l’amore arriva, per chi sa aspettare e sperare.
Vincenzo Aiello

 
 
 
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