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Il Sole di Stagno - Romanzo

 

Il Sole di Stagno - Vincenzo Aiello - con-fine ed. - Bologna, 2006

C'è qualcosa che accomuna questo racconto di Aiello al grandioso romanzo di Walter Siti, Troppi paradisi. Così lontani e tra di loro diversi, entrambi si sono proposti di tematizzare il tempo, fissandolo alla svolta del secolo e del millennio. Per narrare come storia la contemporaneità e la propria stessa esperienza, senza consegnarsi all'autobiografia, bisogna scegliere una lingua e giova inoltre (secondo me) una cornice esplicita di referenti cronologici. Che annunci subito il carattere del testo, di selettiva ricostruzione. Distante dal testo soggettivo della semplice memoria. È il problema che Aiello, nella sua prova d'esordio, ha in parte eluso, affidandosi ai soli dati interni. Quanto alla lingua invece, o meglio alla voce di scrittore, ha usato felicemente, la sua, che nella nuova generazione è una delle più personali.

Lidia De Federicis (L'Indice dei Libri) 

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"Le illusioni ed il futuro"

Post n°1038 pubblicato il 03 Luglio 2012 da VincenzoAiello68
 
Foto di VincenzoAiello68

Dopo il bel saggio  di cultura partenopea “Il guappo (Kairòs)” che risale al 2004 la scrittrice Monica Florio ritorna con “Il canto stonato della sirena (pagg. 144, euro 13; Il mondo di Suk)" che sarà presentato mercoledì 4 luglio alle ore 18 a Napoli presso la Libreria Loffredo. All’incontro con l'autrice interverranno Yvonne Carbonari, Antonio Spagnuolo e Maurizio Vitiello. Letture di Gerardo Vozza. I ventisei racconti si aprono con una massima di Woody Allen: “L’uomo ha bisogno di illusioni come dell’aria che respira”. Il ruolo delle illusioni, l’arte, la religione, l’amore, è quello di aiutare i personaggi del libro a sopportare il disagio di vivere. Essi si aggrappano disperatamente alle illusioni, talvolta in modo maniacale come il collezionista di fumetti di “Eroe per un giorno”, e da esse traggono lo stimolo che li condurrà a ribellarsi. Questa ribellione si sviluppa prima come fantasia per poi proiettarsi  sulla realtà come nel racconto “L’invito” in cui un intellettuale in crisi fantastica vorrebbe denunciare a un pubblico sbigottito amare verità sulla sua città. Non sapremo mai se avrà il coraggio in seguito di farlo ma siamo testimoni di questa sua esigenza che lo eleva al di sopra della massa perbenista e ipocrita. In “Eroe per un giorno” il protagonista, un praticante un po’ sfigato presso lo studio di un avvocato, infatuato dalla lettura dei supereroi, riuscirà a mettere k.o., nel corso di un avventuroso viaggio in metropolitana, il Tatuato, un gradasso a cui nessuno degli altri viaggiatori osa opporsi. Protagonista del libro è poi la stessa città, smarrita perché ha perso la sua strada e che versa oramai nel caos più completo come si evince dal racconto “Uno solo”, in cui Napoli è colta nel suo declino, una metropoli semideserta in cui sono rimasti i poveri e gli inermi: i bambini e gli anziani.  C’è dunque un collegamento, dato dalla comune emarginazione, tra i personaggi e Napoli: nella rivincita dei primi si coglie una possibilità di riscatto della città stessa. L’emarginazione è sempre riferita alle realtà discriminate - omosessualità, handicap e disadattamento. Tuttavia, l’intento del libro sembra essere quello di cogliere attraverso l’ironia gli elementi comuni ad ognuno di noi in termini di sogni, aspirazioni e desideri, così da non  esasperare ulteriormente oggettività di per sé drammatiche. I personaggi, animati da un desiderio di libertà e dal rifiuto delle convenzioni, trovano nelle delusioni e negli ostacoli uno stimolo per crescere e per operare delle scelte coraggiose come i protagonisti di “Round finale” e “Amicizie improbabili”, storie di omosessualità incentrate sulla difficoltà di convivere con se stessi e di rapportarsi agli altri.

 
 
 
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