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Il Sole di Stagno - Romanzo

 

Il Sole di Stagno - Vincenzo Aiello - con-fine ed. - Bologna, 2006

C'è qualcosa che accomuna questo racconto di Aiello al grandioso romanzo di Walter Siti, Troppi paradisi. Così lontani e tra di loro diversi, entrambi si sono proposti di tematizzare il tempo, fissandolo alla svolta del secolo e del millennio. Per narrare come storia la contemporaneità e la propria stessa esperienza, senza consegnarsi all'autobiografia, bisogna scegliere una lingua e giova inoltre (secondo me) una cornice esplicita di referenti cronologici. Che annunci subito il carattere del testo, di selettiva ricostruzione. Distante dal testo soggettivo della semplice memoria. È il problema che Aiello, nella sua prova d'esordio, ha in parte eluso, affidandosi ai soli dati interni. Quanto alla lingua invece, o meglio alla voce di scrittore, ha usato felicemente, la sua, che nella nuova generazione è una delle più personali.

Lidia De Federicis (L'Indice dei Libri) 

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"Ci piove tanto, in questa città di sole"

Post n°1023 pubblicato il 14 Giugno 2012 da VincenzoAiello68
 
Foto di VincenzoAiello68

Per gli amanti del commissario Luigi Alfredo Ricciardi consigliamo "L'omicidio Carosino (pagg. 112, euro 9; Edizioni Centoautori di Villaricca)". Siete seguaci del commissario dagli occhi verdi e dalla tristezza nel cuore, ebbene, per capire genesi del personaggio, sua strutturazione e anamnesi della suo stigma narrativo - "Il Fatto" - leggete questo testo che già dal preciso saggio introduttivo di Aldo Putignano risponde a tutte le vostre domande. Anche se troviamo forzato l'accostamento con Michele Prisco: non per una supposta superiorità narrativa del primo, ma perché de Giovanni in forza della sua inventività, storia personale e narrativa, ha in se una particolarità che già gli assegnano un posto genuino nel panorama della letteratura napoletana. Nel primo inedito "L'omicidio Carosino" - scritto al Gambrinus nel 2005 per il concorso "Tiro rapido" per  giallisti esordienti, indetto dalla Porsche Italia - già sono presenti tutti gli elementi che hanno fatto della "Saga Ricciardi" l'oggetto del desiderio di centinaia di migliaia di lettori. Il secondo titolo "I vivi ed i morti" completa la visione del mondo del commissario orginario di Fortino nel Cilento e che ha trovato nella Napoli del nono anno dell'Era fascista il suo mondo dove riflettere sul senso del dolore: con i suoi fidi Maione, il bisbetico, ma buono, dottore Modo, la cara tata Rosa. Il terzo inedito "Mammarella" in realtà già pubblicato per i tipi della Kairòs nell'antologia "San Gennoir" a cura di Gennaro Chierchia, completa la parte narrativa. In più la postfazione - "Io e Ricciardi" - scritta dallo stesso autore, dove analizza il rapporto con il suo, e di Ricciardi, mondo immaginativo. Un personaggio che ha paura delle passioni, ma con in testa la sua idea di normalità: la bella e solida Enrica, perché "senza affetto che vita è?".

Vincenzo Aiello 

 
 
 
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