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I grandi predatori stanno scomparendo

Post n°90 pubblicato il 20 Febbraio 2014 da tikaele
 

Tre quarti dei grandi carnivori del mondo rischia di scomparire e la maggior parte di essi occupa oggi un'area pari a meno della metà dell'areale originario. La progressiva scomparsa dei predatori minaccia anche la sopravvivenza degli erbivori e danneggia l'economia umana. Lupi, linci, leoni, orsi, coguari, lontre: è facile pensare che - con tutti gli esseri viventi attualmente a rischio estinzione - il loro declino non sia la minaccia peggiore che potremmo aspettarci.  I ricercatori guidati da William Ripple della Oregon State University hanno analizzato i dati disponibili su 31 grandi carnivori, scoprendo che la loro sopravvivenza è sempre più a rischio in aree un tempo considerate "zone franche" come l'Amazzonia, il Sudest asiatico, l'Africa meridionale e orientale. Salvo alcune eccezioni, la maggior parte di essi è già scomparsa da Europa occidentale e Stati Uniti. La causa sarebbe da attribuire alla distruzione crescente del loro habitat, alle attività umane e alle loro conseguenze (come il global warming) e alla diminuzione di prede adatte al loro sostentamento. Globalmente, stiamo perdendo i nostri grandi carnivori. E non è affatto una buona notizia. Negli anni'90 c'è stato il declino di lupi e coguari (altro nome per i puma) nel Parco Nazionale dello Yellowstone ha favorito la diffusione di alci e cervi, loro prede abituali. Senza carnivori a limitarne il numero in un'area ampia ma limitata, questi erbivori hanno seriamente compromesso la vegetazione e di conseguenza messo a rischio la sopravvivenza di molte specie di uccelli e di altri piccoli mammiferi che nel verde trovavano riparo. Un analogo effetto a cascata è avvenuto in alcune parti dell'africa, dove la diminuzione di leoni e leopardi ha determinato l'aumento di babbuini verdi (Papio anubis), che minacciano i raccolti e i pascoli e costituiscono, per contadini e allevatori, una minaccia economica notevole.William Ripple afferma: "Dove i grandi mammiferi sono stati reintrodotti come nello Yellowstone, l'ecosistema ha in breve risposto positivamente e sono stati registrati aumento della biodiversità, controllo della proliferazione di alcune malattie e diminuzione dell'anidride carbonica. La tolleranza dell'uomo è un tassello essenziale per la conservazione di questi animali. Molti di questi carnivori stanno ancora scontando i retaggi di antichi pregiudizi culturali, che li vedono come minacce per il resto della fauna". Gli esperti, i ricercatori, scienziati e altri, sperano che nascano iniziative internazionali per la conservazione dei grandi carnivori sul modello della Large Carnivore Initiative for Europe (un gruppo affiliato alla International Union for the Conservation of Nature), l'organismo che si occupa di redigere la famosa "lista rossa" delle specie a rischio.

 
 
 
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