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Un vulcano sotteraneo pronto per eplodere

Post n°79 pubblicato il 19 Dicembre 2013 da tikaele
 

l vulcano sotterraneo che si trova sotto il parco nazionale dello Yellowstone è di proporzioni impensate sino ad oggi e una sua eruzione avrebbe un impatto devastante su tutto il clima mondiale. Ad affermarlo è studio di una task force del Dipartimento di Geologia e Geofisica dell'Università dello Utah, guidata da Jamie Farrell e Bob Smith, che ne ha illustrato i contenuti all'"American Geophysical Union" che ha deciso di pubblicarli sul proprio "Journal".

Le novità riguardano la misurazione dell'insieme di rocce sciolte bollenti sotto il parco nazionale che si estende fra Wyoming, Montana e Idaho: 88 km di lunghezza, 29 km di larghezza e un massimo di 14 km di profondità. Ciò significa un'eruzione potenziale pari a 2000 volte quella di Mount St. Helens che ebbe luogo nel 1980 nello Stato di Washington, sorprendendo i sismologhi perché si trattava di un vulcano fino a quel momento inattivo. Secondo i ricercatori, i risultati  raccolti, portano ad affermare che la camera magmatica è di 2,5 volte più grande rispetto alle stime precedenti, ciò significa che potrebbe innescare la maggiore eruzione degli ultimi due milioni di anni. L'ultima eruzione del super vulcano dello Yellowstone risale a circa 640 mila anni fa e ha creato una nube di cenere in grado di coprire tutto il Nord America. I ricercatori avvertono che se il vulcano dovesse scoppiare oggi, con le attuali misure, le conseguenze sarebbero devastanti e colpirebbero il mondo intero, influenzando il  clima.

John Stix, vulcanologo della McGill University in Canada, afferma: "Non abbiamo dati a sufficienza per prevedere il momento della prossima eruzione ma riteniamo che vi sarà. Il problema con i vulcani giganti dormienti è che la carenza di dati sulle eruzioni passate rende difficile fare previsioni e dunque l'unica maniera per operare è un monitoraggio costante, il più minuzioso e sofisticato possibile al fine di conoscere il comportamento del vulcano e verificare in tempo reale se siamo in presenza di eventi anomali". 

La task force di geologi dello Utah ha raccolto e analizzato in particolare alcune delle rocce vulcaniche più recenti, la cui composizione ha consentito di ricostruire l'attività avvenuta sotto la superficie ovvero che il magma ha spinto rapidamente tali rocce da 8-10 km di profondità fino alla superficie. Ciò significa che la possibilità di future eruzioni sta aumentando.

 
 
 
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