Creato da xteneraladyx il 16/07/2009

CUORE IN VIAGGIO

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Un racconto...

Post n°432 pubblicato il 05 Dicembre 2011 da xteneraladyx
 

 





Se l’era ritrovato improvvisamente di fronte,
una sera mentre rientrava da una delle sue solite serate al bar con gli amici.
Era seduto nell’auto accanto a lui.

Le gambe stese e leggermente accavallate, le braccia incrociate sul petto.

Un curioso pigiamino bianco con i pantaloncini corti…

Le ginocchia con qualche graffio, come tutti i bambini.

I capelli lunghi e biondi…due occhi azzurri, ma di un azzurro stranissimo.

Lo guardò un po’ stupito  e facendogli un sorriso gli disse:

“Ciao piccolo, che ci fai nella mia auto… è tardi!

Dovresti essere a casa nel tuo lettino a dormire. Abiti da queste parti?”

Il bambino l’aveva guardato con un’aria imbronciata, ma triste.
“Era ora ritornassi, mi ero quasi stancato di aspettare.
Lo so che è tardi, ma con te è sempre così.
Non si riesce mai ad andare a nanna presto.”

Lui l’aveva guardato stupito, pensando da prima ad uno scherzo.

L’aria seria del bambino però, l’aveva convinto che stava parlando sul serio.

“Scusa piccolo, ma ci conosciamo?”

“Ah….io ti conosco da una vita. Sei tu che hai qualche problema a ricordarti di me”

“Come ti chiami?”

“Vedi, non ti ricordi nemmeno come mi chiamo.
Tutti uguali questi adulti. Mi chiamo Angelo.”

“Guarda Angelo, devi scusarmi, ma proprio non riesco a ricordarmi di te,
forse ho un po’ esagerato con la birra stasera.
Ma quando si è in ballo…si deve ballare e gli amici erano così

euforici mentre facevano festa con me, per il mio compleanno.”

“In effetti hai esagerato, ma non è la prima volta.
Lo so bene io che devo venire tutte le volte a metterci mano”

“Scusa Angelo, ma io davvero non ti ho mai visto prima.”

“Finora no, perché ero sempre arrivato in tempo. Evitavo il peggio.
Ma questa sera non sono riuscito ad arrivare in tempo.”

“In tempo per cosa?” 
Angelo aveva messo la sua manina tra le sue.

“Per prenderti la mano ed evitare che cadessi.
Ero con te mentre facevi festa con gli amici.
Poi la festa è finita, gli amici ti hanno accompagnato alla macchina.
Ero tranquillo, perché h
o pensato che non ti avrebbero fatto guidare
e ti avrebbero riaccompagnato loro.
Così mi s
on preso un po’ di tempo per un riposino.
Stare con te tutto il giorno è sempre stato faticoso sai!
Ti metti sempre in situazioni pericolose,
sei  così smanioso di gustare la tua vita,
di non fermarti u
n attimo.”

“Continuo a non capire.”

“Vedi questa sera sei ritornato a casa da solo.
Gli amici non hanno vegliato su di te come pensavo.
E io mi sono addormentato stanco morto.
E tu hai passato quell’incrocio senza nemmeno accorgerti
del semaforo rosso.
La tua auto si è incastrata sotto un  rimorchio che stava passando…
io sono corso per prenderti la mano.
Mi sono infilato tra le lamiere contorte della tua auto,
mi sono graffiato tutto…
ma non sono riuscito a prendere la tua mano ed evitare che accadesse….”

“Accadesse cosa?”

“Tutto questo.” disse il bambino guardandosi intorno.

A quel punto fece fare agli occhi la traiettoria che avevano fatto quelli del bambino.
C’erano tante luci blu lampeggianti, e uomini vestiti di arancione e nero…
tutti scuotevano la testa s
consolati.

“Angelo, ma che vuol dire tutto questo?”

"Vuol dire che io ho finito qui la mia missione con te.
Purtroppo non mi avevano detto che sarebbe f
inito tutto così,
mi sento responsabile perché non ho saputo vegliare su te,
come mi era stato chiesto di fare.
Forse ora non mi faranno più lavorare. Sono inaffidabile.


All’improvviso, capì tutto, chi era Angelo,
cos’erano quelle luci e quelle persone intorno a lui.

Era arrivato alla fine della sua strada,
aveva avuto sempre quell’Angelo accanto a se e non lo
aveva mai visto.
Ora che la sua dimensione era diventata quella dell’Angelo,
capiva quanto era
stato sciocco nella sua vita,
ma quanto era stato fortunato ad avere quella presenza accanto.
Si girò verso Angelo, gli sorrise e gli disse :
“Tranquillo, piccolo, non avrei potuto desiderare
Angelo migliore di te.
Sei rimasto con me fino alla fine non facendomi sentire mai solo.
Hai fatto u
n ottimo lavoro,
non potevi prevedere che le cose sarebbero andate così...
Tu mi eri amico e non ti sei mai allontanato da me in tutti questi anni.
Credevi che i miei amici fossero come te
e che non mi avrebbero mai lasciato nel pericolo,
ma gli uomini sono così egoisti e stupidi a volte….
Sono contento di averti visto e riconosciuto.
Ora staremo insieme per sempre….se il tuo capo vorrà....”.

Si presero le mani, se le strinsero forte e sparirono nella notte.

 
 
 
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