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I nodi al pettine

Post n°601 pubblicato il 16 Marzo 2020 da diogene51
 

 

I nodi sono venuti al pettine: il sud è quasi completamente sguarnito sotto il profilo sanitario. Ci sono forse ragioni storiche: la Lombardia  è stata, prima dell'Unità italiana, sotto l'ottimo governo asburgico (che una falsa retorica ha presentato come pessimo) e quindi ha prodotto efficienza anche dopo. Il Sud era invece retto con grande arretratezza, abbandonato al latifondo dei baroni.  Poi, certo, l'Unità italiana non ha saputo  superare questo divario e unificare economicamente e socialmente l'Italia. I governi che si sono succeduti hanno visto nel Sud essenzialmente un serbatoio di voti, non hanno fatto niente per promuovere una riforma agraria né una crescita economica. E anzi il protezionismo funzionale alle industrie del Nord ha impoverito il sud.

Ma per arrivare a tempi più vicini a noi, una grande speranza di rinascita poteva essere il secondo dopoguerra. Non è che non siano stati spesi soldi. La Cassa del Mezzogiorno ha distribuito ingenti cifre, che però sono state mangiate dalla corruzione. I politici del Sud, per una lunga stagione politica, dominata da un solo partito, hanno usato i finanziamenti per arricchirsi d sono stati spesso collusi con la mafia, contro la quale non c'è tata una vera lotta.  Qualche magistrato o politico serio ci ha perso la vita, ma tutto è continuato come prima.    Clientele, pensioni facili.

Una volta un mio parente che lavorava in un ospedale del Sud (un bell'edificio a vederlo ) mi disse: "In questo ospedale tu ci puoi andare se vuoi una tessera, ma non per farti curare".

Così si è indotta nella gente l'idea che c'era l'impossibilità di modificare le cose.   Così chi poteva andava al Nord, dove c'era più possibilità di lavoro, una migliore sanità, un miglior stile di vita. E il Sud rimaneva quello che è. Tutti sapevano che la sanità al Sud non era efficiente, che le cure non erano all'avanguardia (salvo casi limitati, che pure esistevano), che i tempi di attesa erano biblici e andavano al Nord a curarsi.  Anni fa come ora. Anche nella situazione di vacche magre e dei tagli di questi ultimi anni il Nord, e anche qualche regione del centro, come la Toscana, riuscivano ad investire ancora sulla salute, riorganizzando le risorse disponibili.

Se la Cassa del Mezzogiorno è stata abolita, non sono mancati i finanziamenti. La UE è stata disponibile, tramite i suoi programmi sulla salute e in altri campi, a finanziare interventi. Ma l'inefficienza accumulata spesso ha impedito di utilizzarli.  

 Ed ecco che è sotto gli occhi di tutti questo scandalo, che può trasformarsi in tragedia. E' un atto d'accusa verso tutti coloro che hanno amministrato queste splendide regioni dal dopoguerra in poi. E anche quando i colori sono cambiati non c'è stato un gran miglioramento, mi pare.

 

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diogene51
diogene51 il 26/03/20 alle 00:30 via WEB
La buona notizia è che forse il Sud avrà meno casi. C'è preoccupazione per la Sicilia, ma ancra niente è detto. Il Nord sta messo davvero male, soprattutto la Lombardia dove evidentemente non è stato fatto un buon lavoro di contenimento. E' particolarmente strano perché le regioni del Nord, oltre ad avere presidi e centri di eccellenza, erano quelle che volevano più autonomia (in certi tempi la secessione) e quindi ci si aspettava che prendessero in manola situazione in modo sicuro, invece a me è sembrato che ci fosse una continua ricerca di soluzioni verso il Governo. Per fare un piccolo esempio, la Toscana si sta dotando di un sistema autonomo di valutazione dei casi, basato in un primo momento su analisi del sangue. Anche il Governo ha fatto degli errori, come quando non ha impedito la prima ondata di fuga al sud, ma le regioni non potevano fare niente? Dico questo non certo per minimizzare gli sforzi che si stanno facendo né la gravità della situazione. A proposito, c'è una iniziativa che ho condiviso su Change.org, quella di dare IL NOBEL PER LA PACE AI SANITARI CHE IN TUTTO IL MONDO COMBATTONO IL CORONAVIRUS. Se puoi firma e fai girare. Un caro saluto, Simona!
 
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