Essere se stessi

L'ASIA CONDANNA A MORTE I GAY


Entrerà in vigore il prossimo 1 aprile la nuova legge del Brunei che, applicando alla lettera la Sharia musulmana, prevede la flagellazione e la pena di morte per gli omosessuali, anche nel caso in cui non si sia consumato alcun rapporto sessuale. A volerla, ratificandola, è stato il sultano, che è anche il premier, Hassanal Bolkiah. La "sodomia" e i rapporti anali sono già illegali nello stato del sudest asiatico, ma l'attuale legge li punisce con pene che possono arrivare fino ai 10 anni di reclusione. La nuova legge segna un ulteriore giro di vite che mette in serio pericolo l'esistenza di tutti i gay, o tutti coloro che saranno ritenuti tali, che abitano in quel paese. L'applicazione della Sharia prevede la stessa punizione, ovvero la flagellazione, anche per le donne che abortiscono e per chiunque consumi alcol. Al momento, l'unica reazione ufficiale giunta è quella della Commissione Internazionale dei Giuristi che ha sede in Thailandia e che ha mandato una lettera aperta al sultano. Nella lettera i giuristi denunciano che "le dichiarazioni del sultano dimostrano che i diritti umani, e specialmente la libertà di espressione e di opinione, sono ampiamente ignorati dalle autorità del Brunei. Se applicata, questa legge darà luogo a gravi violazioni dei diritti umani nel ristabilire la pena di morte e imporre altre punizioni crudeli e inumane come la lapidazione".Ma le proteste contro la nuova legge sono arrivate soprattutto via Internet e per questo il sultano ha diffuso un comunicato in cui avverte sui "pericoli della tecnologia"."Dobbiamo essere prudenti e cauti nell'accettare i suoi benefici - scrive Bolkiah . Al contrario, se ne abusiamo gli effetti avversi non ricadranno solo sull'individuo, ma su tutta la nazione. Nuovi media come i blog, WhatsApp, etc, non sono disponibili solo per la popolazione locale, ma anche per quelle straniere".                                  luixme and roby.l82