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Metamorfosi di una farfalla - Mindfulness & Love Coaching

 

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Le chiacchiere che ti racconti per non deciderti a cambiare

Post n°554 pubblicato il 15 Giugno 2021 da irene.74

A parole tutti vorremmo un cambiamento. Ma quante sono le persone realmente motivate a viverlo?

Per poter cambiare bisogna avere consapevolezza, innanzitutto. Della situazione che si vive, di ciò che non va, di cosa vorremmo. Altrimenti al cambiamento non ci apriremo mai sul serio.

Perchè si indugia in situazioni che non ci fanno stare bene? Perchè il cambiamento è impegnativo, a volte faticoso. Vuoi mettere la comodità di rimanere a fare gli spettatori lamentosi e criticoni della vita altrui piuttosto che i protagonisti attivi della propria? Ecco che è facile cedere alla tentazione di costruirci l'alibi perfetto, quello che ci fa sentire autorizzati a non deciderci a cambiare.

Ma quali sono le chiacchiere che ci raccontiamo più di frequente? Vediamole insieme...

- "Mi hanno messo in questa condizione, ancora una volta sono vittima della cattiveria degli altri..." E' un atteggiamento vile, tipico di chi è abituato a notare la pagliuzza nell'occhio dell'altro piuttosto che la trave che c'è nel proprio... Spostare il focus può tornare molto comodo perché permette di deresponsabilizzarsi. Non sono più in una situazione che non mi piace perché l'ho creata io o perché l'ho permessa. Ma perché il mondo cattivo ce l'ha con me! Chi sfodera queste chiacchiere è un immaturo egocentrico. Incapace di ammettere il peso delle proprie umane miserie. Si stanca di meno a recitare il copione della vittima (che, guarda caso, conosce a perfezione...)

- "Dipendesse da me, cambierei questa situazione oggi stesso. Ma che potere ho? Son gli altri che hanno creato questa condizione che mi ferisce. Devono essere loro a smetterla e tutto tornerà come prima" Solitamente a pronunciare queste chiacchiere son coloro che prima tirano le bombe, poi piangono. Manco gli avessero puntato un coltello alla gola per indurli a lanciare la bomba, raccontano di averlo fatto perché costretti. Dalle circostanze, dalle congiunture astrali sfavorevoli, dagli alieni in missione segreta sulla Terra, poco cambia. Assistono allo scenario devastante post deflagrazione e invece di assumersene la responsabilità si giocano la parte delle povere creature indifese che... cosa mai possono fare? Sono ancora una volta gli altri a dover fare praticamente un miracolo e a far tornare tutto come prima. Bambini mai cresciuti, hanno ancora bisogno di rompere il vaso lanciandolo sul pavimento per capire che si crepa in mille pezzi. E poi danno la colpa al gatto di casa...

- "Io lo farei con tutto il cuore ma sono in preda all'ansia (o alla depressione o ad una evoluzione tipo i Pokemon) non ce la faccio proprio..." Ovviamente ansia e depressione son termini usati impropriamente per indicare semplicemente il fatto che la sola idea di dover cambiare li proietta in uno scenario che li agita e sconforta. Tutto il rispetto per chi realmente soffre di queste patologie. Ma chi le strumentalizza come alibi perfetto merita ben poca comprensione. Non esiste nessuno che riesca a vivere il cambiamento senza una giusta dose di legittima tensione. D'altronde cambiare significa proprio uscire dalla propria comfort-zone e dunque addentrarsi in un contesto nuovo. Ci vuole coraggio? Sì, ce ne vuole. O si può pur sempre rimanere fermi nella vecchia condizione anche se non piace per niente...

La prossima volta che ti scoprirai intenta ad osservare una condizione che non ti appaga come vorresti, fermati a riflettere su quanto davvero ti pesi questa situazione. Valuta cos'altro ancora potrà accadere se continuerai a tollerare l'intollerabile. E infine pensa a tutti i benefici che potrebbero derivarti dal cambiamento. Quindi scegli. Consapevolmente. Senza scuse o presunti alibi perfetti...

 

 

 
 
 
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Un blog di: irene.74
Data di creazione: 30/09/2013
 
 

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