Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

Il Diavolo in Corpo

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On the road..

Post n°8679 pubblicato il 12 Aprile 2019 da nina.monamour






Quando Ulisse e i suoi compagni salparono alla volta di Itaca, di ritorno dall'interminabile guerra di Troia, senza saperlo furono protagonisti del capitolo più importante di uno dei filoni più prolifici della letteratura di tutti i tempi, il viaggio. Reale o figurato, d'avventura o di introspezione, on the road o tutto interno alla testa del protagonista, ogni romanzo in fin dei conti racconta la storia di un “viaggio”, da un'origine ad una destinazione. Viaggiare d'altronde è anche una delle passioni più condivise da tutti, e proprio la vicenda di Ulisse, uno dei più celebri degli eroi cantati da Omero, ci spiega il motivo, e chissà, magari può darci qualche buona ragione per preparare lo zaino e metterlo in spalla.

Un vero viaggio presenta dei veri ostacoli, nella terribile odissea di Ulisse gli ostacoli sono continui nella vita, mostri mitologici, sirene, il gigante dal solo occhio Polifemo o la terribile Maga Circe. Ma affrontarli è un passaggio necessario per l'eroe, e solo la determinazione, l'astuzia o l'ingegno permettono a Ulisse di raggiungere il proprio scopo.

Allo stesso modo, un vero viaggio non può prescindere da continui ostacoli, la paura per il diverso e per l'ignoto, la solitudine, le avversità che sorgono quando ci si muove in un ambiente nuovo e non ovattato. Ma questi ostacoli sono proprio parte necessaria del viaggio, scoprire i propri limiti, imparare a superarli e ad aggirarli, spingerli sempre un po’ più in là.

Molti non vedono l’ora di raggiungere la meta, ma il vero amante del viaggio sa bene che la bellezza sta tutta nel percorso che si attraversa per raggiungerla. La vicenda di Ulisse dedica relativamente ben poco spazio all'arrivo dell'eroe nella sua Itaca. I veri passaggi importanti, che hanno fatto dell’opera di Omero uno dei testi più famosi di sempre, stanno tutti nel percorso attraversato dall'eroe per raggiungere il suo obiettivo.

Già, perché il vero viaggio ha sempre uno scopo, che non sempre è il semplice raggiungimento di una meta. Nel caso di Ulisse, lo scopo è il ritorno dopo tanti anni di lontananza alla propria terra, alla propria casa, alla propria moglie. Uno scopo che l’eroe terrà fermo fino alla fine, nonostante difficoltà e imprevisti, come sette anni tra le braccia di Calipso. Per mettersi in viaggio ci si può domandare quale sia lo scopo, o forse è meglio scoprirlo solo alla fine, e come Ulisse, potrebbe venir fuori che quel desiderio di mollare tutto e partire non porterà ad altro che a ritornare a "casa", ai propri valori, alle proprie origini magari piuttosto cambiati e arricchiti.

Ogni viaggio, per piccolo che sia, comporta in fin dei conti un distacco dalla quotidianità e una ricerca di se stessi e, in ultimo, di un senso.


 
 
 
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