Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

Il Diavolo in Corpo

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Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco...

Post n°8506 pubblicato il 10 Settembre 2018 da nina.monamour



Questi curiosi rilievi si sono formati grazie al continuo deposito di corallo, all’intervento dell’acqua piovana, degli agenti atmosferici e del tempo e per questo oggi mostrano un profilo arrotondato e particolare. In più al loro interno presentano grotte e sorgenti. Ricoperte del tutto da verde e vegetazione fitta, le colline devono il loro nome alla conformazione.

Nella stagione calda, in particolare, il colore dei prati cambia fino a diventare marrone, regalando l’idea che ci si trovi di fronte a gigantesche forme del delizioso alimento che deriva dalla lavorazione dei semi dell’albero di cacao. La loro altitudine varia tra i 30 e i 50 metri mentre del numero effettivo si perde letteralmente il conto, si sa che sono almeno 1200. I turisti che vogliono fotografarle, devono raggiungere i territori di Carmen, Batuang e Sagbayan. Il territorio che da sempre incuriosisce gli esperti, vanta anche diverse leggende che aggiungono mito alla bellezza.

Una delle storie più famose racconta della loro nascita dovuta al litigio di due giganti che si lanciavano a vicenda pietre e sabbia creando le colline. Ancora, si dice che il gigante  si sia innamorato di Aloya e quando lei morì pianse così tanto che si formarono le colline di cioccolato come segno di lutto perenne. E poi, la loro nascita potrebbe essere legata invece al Carabao che era un ladro di raccolti. Gli abitanti del villaggio che più colpiva decisero di lasciare solo cibo avariato. Dopo essersi nutrito iniziò a stare male e quell’evento rimase a ricordo di quanto accaduto.

Esistono simili manifestazioni della natura anche in Ausralia, in Indonesia ma con minore effetto scenografico. Il color cioccolato che regala l’immagine di un paesaggio fiabesco, è diventato talmente amato nella zona che la bandiera della provincia di Bohol riporta le colline come simbolo del territorio. Questo perché da tempo sono parte integrante della cultura e delle tradizioni locali e, in più, sono al centro del turismo del Paese. Chiunque vi arrivi sa, inoltre, che c’è un punto panoraico che proprio non deve perdersi per scattare foto indimenticabili.

Per immortalare al meglio quello che è un vero e proprio monumento di roccia calcarea rotondeggiante, bisogna affrontare però una salita di ben 214 scalini. La fatica è presto ripagata e ci si rende conto del perché dal 1998 siano diventate Monumento Geologico delle Filippine e anche Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Intorno spiagge candide, lidi di grande privacy e scorci suggestivi.

 
 
 
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