Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

Il Diavolo in Corpo

Di tutto e di piu'.....

 

 

« Anche quest'anno sarà così..Arsenico nella passata? »

Molti misteri verranno sepolti con lui nella tomba ...

Post n°8202 pubblicato il 18 Novembre 2017 da nina.monamour

 

 

Sarebbe bene andare indietro nel tempo, da circa due anni Totò Riina non di fatto rinchiuso in carcere, ma ricoverato all'ospedale Maggiore di Parma. Il dettaglio non da poco era stato chiarito dal suo Avvocato, durante la trasmissione "L'aria che tira" su La7, nel pieno del dibattito scatenato dalla sentenza della Cassazione sul diritto a "una morte dignitosa" per i detenuti. In attesa che il Tribunale di Sorveglianza di Bologna si esprima sull'eventuale scarcerazione, Riina resta in una sorta di stanza segreta della clinica universitaria di Parma, dove è ricoverato dal 5 Novembre. 

La stanza di Totò 'u Curtu è sostanzialmente una cella blindata, dove l'accesso è consentito solo a medici, infermieri e Agenti di Polizia Penitenziaria. Ampia solo cinque metri per cinque, la stanza gode di un affaccio sulla città di Parma. Negli ultimi tempi il boss avrebbe chiesto una radiolina e un calendario. Una richiesta che non potrà vedere soddisfatta, perché nella cella sono ammesse solo apparecchiature mediche.

Il capo di Cosa Nostra è tenuto sotto stretta osservazione dai medici, a causa di diverse patologie che si sono aggravate nel corso degli anni. Al di là della "morte dignitosa" e del diritto a curarsi e non peggiorare le condizioni in carcere, che è un sacrosanto diritto costituzionale, stona un pò che il boss sia così "coccolato", mentre spesso e volentieri per un cittadino libero qualunque le liste di attesa negli ospedali pubblici sono lunghissime, spesso in edifici fatiscenti.

Così come stona un pò che un paziente le cui condizioni "sono ormai gravissime", prenda parte ad ogni tappa processuale (in collegamento video in barella) e sia l'unico degli imputati o teste a non assentarsi mai, a non fermarsi per pranzare o bere.

In ogni caso la permanenza di Riina nell'ospedale di Parma non ha turbato la vita della struttura. L'ordine è quello di passare inosservati, niente militari in divisa, niente mitragliette in vista. Gli spostamenti senza sirene, adesso il Capo dei capi è in attesa del colloquio con i familiari, previsto una volta al mese. Ma il regime del 41bis vale anche in ospedale. La visita avverrà a un metro di distanza e non saranno permessi contatti fisici. Sarà tutto videoregistrato. Per i Magistrati, Totò Riina è ancora in grado di mandare messaggi, è ancora riconosciuto come capo di Cosa Nostra.

Adesso è finita..

Poco prima delle 4 del mattino, precisamente alle 3.37 al reparto detenuti dell’ospedale di Parma è morto, ieri, Totò Riina ad un giorno dal suo 87esimo anno di vita.

Il boss dei boss muore e si chiude un capitolo doloroso e storico per l’Italia intera, Riina nonostante abbia subito diversi interventi, riusciva a rimanere al vertice del vecchio corso di cosa nostra e il Tribunale di Sorveglianza del capoluogo emiliano lo scorso luglio aveva respinto la richiesta del differimento di pena richiesta dagli avvocati per le condizioni di salute dapprima cagionevoli poi divenute sempre più gravi.



Riina è stato il capo di quella mafia corleonese che invase Palermo nel tentativo becero ed animale di sopprimere il dominio criminale organizzato che in città vedeva diverse famiglie gestire le zone nei traffici de malaffare fra richieste di “pizzo” e traffico di stupefacenti. Decine di morti e sangue per le strade negli anni più buii nel cuore dei palermitani costretti quotidianamente ad assistere inermi ad uno scontro tra famiglie dove comandavano le armi e il sangue nelle strade diveniva una cornice macabra attorno ai corpi freddi senza vita riversi nelle strade.

Quella mafia si era ritenuta responsabile anche degli attentati dei primi anni '90 per un agghiacciante e folle piano di lanciare una offensiva contro lo Stato che nel corso del tempo riuscì a fermare grazie allo sforzo e al sacrificio di tantissimi servitori dello Stato fra cui Falcone e Borsellino.

  Che Dio abbi pietà di lui...


 
 
 
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