Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

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L'indifferenza..

Post n°7968 pubblicato il 16 Maggio 2017 da nina.monamour

 

 

La società in cui viviamo ci fa sentire in colpa quando noi non corriamo subito in aiuto del prossimo. Dire che aiutare gli altri è un dovere morale ed etico suona molto male, ed è questa una delle cause principali per cui ci si sente in colpa quando decidiamo di non aiutare il prossimo.
Fin da bambini ci viene insegnato che aiutare il prossimo è un dovere, persino la religione è pronta a dire la sua in merito. Chi non aiuta gli altri è "cattivo". A volte si viene spinti a fare del bene solo per farsi vedere, o per non fare che gli altri ci considerino "cattivi". Per questo ci si sente in colpa, il DNA non c'entra nulla in questo caso.

Il problema secondo me non è il fatto che le persone siano diventate più "cattive", bensì il fatto che molto spesso le persone disponibili sono "parassitate" facilmente. Se uno è fin troppo buono e accondiscendente, prima o poi nella vita gli capiterà di esser sfruttato per i comodi degli altri. E fa molto male, prima o poi certe lezioni si imparano, con le buone o con le cattive.
Ora gli impostori si sono camuffati persino da straccioni per chiedere l'elemosina, sfruttando la sensibilità di quelle poche persone di cuore. Io credo che tutto questo sia semplicemente mostruoso e ben peggiore dell' "indifferenza" di chi passa e non si cura di loro.

Come si può dire che aiutare gli altri è un dovere, quando si vive in un contesto in cui la gente fa di tutto per trovare un nuovo modo di ingannarti e sfruttarti.
Aiutare gli altri dovrebbe essere un piacere, e non un dovere! Noi siamo naturalmente portati ad aiutare i membri delle nostre cerchie ristrette di conoscenze oppure coloro verso cui nutriamo empatia/simpatia, e ci piace farlo. Questo è perché è nel nostro DNA. Ciò che ci piace fare e sentiamo dentro ci appartiene, tutto il resto è solo il condizionamento della società, il DNA non contempla i sensi di colpa.

Le persone dovrebbero essere libere di aiutare e di non farlo, secondo ciò che loro sentono dentro. E non dovrebbero sentirsi giudicate, come invece avviene nella nostra tanto amata "società". Non si può sempre aiutare tutti, altrimenti la vita diventerebbe un'inferno, Nella vita servono anche i "No", perché la vita è fatta per essere donata, sì ma è fatta anche per essere goduta, senza inutili sensi di colpa.

Se aiutare ti rende felice, se te lo senti dentro, fallo, ma se non ti rende felice e lo fai solo per i sensi di colpa è come se non lo avessi davvero fatto. Se lo fai è solo per non apparire "cattivo" agli occhi degli altri.
Può forse considerarsi "altruista" chi pensa ed agisce in questo modo?

 


 
 
 
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