GIOVANI BLOGGATI

Social o soli?


 
Quella che sembra un'innocente vignetta potrebbe essere ciò che meglio ci rappresenta oggi.Io, "social" per definizione, mi sarei fermata alla prima domanda, rispondendo "si". La cosa buffa è che non gioco a "Candy Crusch", ma non perdiamoci in chiacchiere.Partiamo dalla definizione di Social media, per capire meglio di cosa stiamo parlando, supportata ancora una volta dal mio fantastico amico Wiki, ecco cosa ho trovato:"Social media, in italiano media sociali , è un termine generico che indica tecnologie e pratiche online che le persone adottano per condividere contenuti testuali, immagini, video e audio."Quindi la parola chiave è: CONDIVISIONE.Diciamo che una prima definizione del termine è " Dividere, spartire insieme con altri". Questo è forse il principio, quando tutto è iniziato, l'idea di fondo era la possibilità di abbattere distanze "fisiche" ed avere la possibilità di aprirsi al mondo della condivisione senza barriere. Il problema è che anche chi ha scoperto la fissione nucleare non pensava di aver appena scritto una condanna per l'umanità. Ma oggi cosa sono davvero i social e quanto ne siamo dipendenti?Gira che ti rigira sembra sempre che finiamo sugli stessi argomenti. Io stessa ho trattato la cosa minimo in tre post diversi.  La banale vignetta di partenza è stato uno stimolo per ripensare a ciò che accadeva un tempo, prima di Facebook, Twitter, Instagram e derivati , e quello che succede ora. Quando io andavo alle elementari ed ero assente chiamavo a casa di un mio compagno o una mia compagna di classe per chiedere i compiti per il giorno dopo. Alle medie arrivò il primo telefonino, così c'era la possibilità di scrivere un sms.All'inizio delle superiori iniziai ad utilizzare messenger (Che la generazione successiva alla mia nemmeno sa cosa sia), così sentirsi con i propri amici divenne improvvisamente più semplice.Contemporaneamente mi iscrissi a Facebook e ricordo che piano piano msn sparì. Poi con l'arrivo di whatsapp anche la chat di fb ha tentennato, continua a resistere, ma ormai è una guerra.Gli smatphone hanno comportato una caccia al social, ormai ne siamo dipendenti, non riusciamo più a gestire i nostri rapporti senza. Il problema è stato il prezzo che abbiamo pagato! Non parlo a livello economico, no, mi sto riferendo alla semplicità della comunicazione. Abbiamo iniziato ad associare il termine semplice alla possibilità di comunicare senza limiti e barriere e non ci siamo preoccupati di aver snaturato i rapporti personali.Io stessa oggi fatico ad interfacciarmi con un modo fatto di penna e carta. Non ricordo un solo numero a memoria e se mi si scarica il cellulare sono letteralmente fuori dal mondo.A volte dimentico il piacere di spegnerlo e dedicarmi ad una conversazione. Cerchiamo un'app per qualsiasi cosa, anche quelle che prima sapevamo programmare da soli.Sentimenti, emozioni, tutto ciò che implica essere umano lo stiamo sostituendo.Forse sto estremizzando, ma quando penso che la prima cosa che facciamo nel momento incui iniziamo a frequentarci con qualcuno è scriverlo su facebook, cambiando lo status da single ad impegnato, allora direi che forse non sto dicendo propio un'infinità di sciocchezze.I tempi cambiano, la tecnologia si evolve e ogni volta rinunciamo a un pezzetto di noi. Io ne sono l'esempio e a volte anche un semplice fumetto ironico ( tra le altre cose trovato su fb) mi ricorda che forse un tempo quella naturalezza nei rapporti unami li rendeva migliori, di sicuro non meno complessi, ma era bello così.Perchè una persona che prende un treno, che prende la macchina, o semplicemente viene a piedi da te, vale più di un cuore in bacheca, di un messaggio su whatsapp o di una foto su instagram. Possiamo essere social quanto vogliamo ma altrettanto soli. Il progresso non renderà mai obsolete le relazioni autentiche fatte di abbracci e calore umano.