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IL MAESTRO DEL BRIVIDO

Post n°413 pubblicato il 25 Giugno 2012 da BabyeMina

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

REGIA

Periodo Inglese

1 Numero 13 (Number 13) 1922 incompleto  

2 Always Tell Your Wife 1923 non accreditato  

3 Il Labirinto della passione (The Pleasure Garden) 1925    

4 Aquila della Montagna (The Mountain Eagle)  1926    

5 L'inquilino (The Lodger-A Story of London Fog)  1926    

6 Vinci per me! (The Ring)  1927    

7 Fragile Virtù (Easy Virtue) 1927    

8 Il Declino (Downhill-When a Boy Leave Home)  1927    

9 La Moglie del Fattore (The Farmer's Wife)  1928    

10 Tabarin di lusso (Champagne) 1928    

11 Ricatto (Blackmail)  1929    

12 L'isola del peccato (The Manxman)  1929    

13 Omicidio (Murder!) 1930    

14 Giunone e il Pavone (Juno and the Paycock)  1930    

15 Parla Elstree (Elstree Calling)  1930 qualche sketches  

16 Mary 1931    

17 Fiamma d'amore (The Skin Game)  1931    

18 Ricco e Strano (Rich and Strange)  1932    

19 Numero Diciassette (Number Seventeen) 1932    

20 Vienna di Strauss (Waltzes from Vienna)  1933    

21 L'uomo che sapeva troppo (The Man Who Knew Too Much) 1934    

22 Il Club dei Trentanove (The 39 Steps) 1935    

23 Amore e Mistero (Secret Agent)  1936    

24 Sabotaggio (Sabotage)  1936    

25 Giovane e innocente (Young and Innocent)  1937    

26 La signora scompare (The Lady Vanishes)  1938    

27 La taverna della Giamaica (Jamaica Inn)  1939

    

 Periodo Americano

 

28 L'isola degli uomini perduti (The House Across the Bay) 1940  non accreditato  

29 Rebecca la prima moglie (Rebecca)  1940    

30 Il Prigioniero di Amsterdam (Foreign Correspondent) 1940    

31 Il sospetto  (Suspicion) 1941    

32 Il Signore e la Signora Smith (Mr. & Mrs. Smith) 1941    

33 Sabotatori (Saboteur)  1942    

34 L'ombra del dubbio (Shadow of a Doubt) 1943    

35 Bon Voyage (Cortometraggio)  1944    

36 Aventure malgache (Cortometraggio) 1944    

37 Prigionieri dell'Oceano (Lifeboat) 1944    

38 Io ti salverò (Spellbound)  1945    

39 Notorious  1946    

40 Il caso Paradine (The Paradine Case) 1947    

41 Nodo alla gola-Cocktail per un cadavere (Rope) 1948    

42 Il peccato di Lady Considine (Under Capricorn) 1949    

43 Paura in palcoscenico (Stage Fright) 1950    

44 L'altro uomo - delitto per delitto (Strangers on a Train) 1951    

45 Io confesso (I Confess) 1953    

46 Il delitto perfetto (Dial M for Murder)  1954    

47 La finestra sul cortile (Rear Window) 1954    

48 Alfred Hitchcock Presents...  1955  Serie TV  

49 La congiura degli innocenti (The Trouble with Harry)  1955    

50 Caccia al Ladro (To Catch a Thief)  1955    

51 L'uomo che sapeva troppo (Man Who Knew Too Much)  1956    

52 Il ladro (The Wrong Man)  1956    

53 Suspicion 1957  Serie TV  

54 La donna che visse due volte (Vertigo) 1958    

55 Intrigo Internazionale (North by Northwest) 1959    

56 Psyco (Psycho)  1960    

57 The Alfred Hitchcock Hour  1962 Serie TV  

58 Gli Uccelli (The Birds)  1963    

59 Marnie  1964    

60 Il sipario strappato (Torn Curtain) 1966    

61 Topaz  1969    

62 Frenzy 1972    

63 Complotto di famiglia (Family Plot) 1976

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Rispondi al commento:
Lady.Mariana
Lady.Mariana il 25/06/12 alle 18:21 via WEB
PSYCOInnamorata di un uomo sposato, Marion cede alla tentazione di cambiare vita fuggendo con 40.000 dollari che doveva portare in banca per conto dell’uomo per cui lavora. Durante un lungo viaggio in automobile viene sorpresa da un temporale e decide di fermarsi nell’isolato Motel Bates… Finanziato di tasca propria dallo stesso Alfred Hitchcock per la produzione della Paramount, “Psyco” è il capolavoro hitchcockiano per eccellenza, il film che più lo ha reso noto nel mondo e nel tempo. E come stupirsene? Con un budget di soli 800.000 dollari e quaranta giorni di riprese, il risultato è sorprendente. Con una troupe televisiva, la stessa che collaborava col regista per le riprese di Alfred Hitchcock presents, e con un cast artistico particolarmente ricercato, si è dato vita ad uno dei film più contorti ed intricati che si siano mai visti. Marion Crane (Janet Leight), un’attraente segretaria di Phoenix, è innamorata di Sam Loomis (John Gavin). Lui ricambia i suoi sentimenti, ma i due non possono far altro che vivere la loro storia nella clandestinità: non hanno abbastanza soldi per permettere a lui di divorziare da sua moglie e ai due di vivere insieme. Marion è oppressa da questa situazione e, alla prima occasione, cede alla tentazione di poter cambiare la sua vita e quella dell’uomo che ama. L’uomo per cui lavora le affida un incarico di fiducia: depositare 40.000 dollari in contanti in banca. Come resistere, a quel punto? Perché non commettere la follia di rubare i soldi e fuggire lontano? Più lontano che si può… senza curarsi delle conseguenza del proprio gesto, solo per la voglia di cambiare. E lo fa. Lo fa davvero: Marion fugge via con i soldi. Durante il viaggio in auto lo spettatore non può fare altro che immedesimarsi in quella che crede essere la protagonista del film. Le voci off che si sentono mentre la donna è alla guida permettono allo spettatore di entrare nella sua mente, di conoscerne i più intimi pensieri. Le sue paure, le sue angosce, la sua necessità di vivere in un mondo altro. Stanca di tanti chilometri, decide di fermarsi per la notte. Motel Bates, dodici camere e tutte e dodici libere. Perfetto, proprio quello che ci voleva in questa notte buia e tempestosa (quella non manca proprio mai…). Il titolare dell’albergo, Norman Bates (Anthony Perkins), sembra essere simpatico, accoglie Marion nel migliore dei modi, invitandola persino a mangiare con lui nella villa vittoriana in cui vive con sua madre. Marion, affamata dopo un lungo viaggio non può che accettare. Ma c’è qualcuno che non è d’accordo. La madre di Norman urla contro il figlio di non volerla in casa. Il signor Bates, gentile e cordiale, seppure un po’ troppo introverso, torna sui suoi passi ed offre dei panini a Marion da consumare nel suo ufficio. E qui i due iniziano un dialogo che farà da colonna portante all’intero film, una conversazione importante perché avvia lo spettatore alla comprensione di ciò che sarà il complesso intreccio narrativo. Norman è un uomo sensibile, molto protettivo nei confronti di una madre che sembra detestare. Lei lo tiene prigioniero, ma è lui stesso a non voler andar via. In Psyco non si insiste particolarmente sulla scenografia. Tutto è molto naturale, ma ci sono degli elementi decisamente degni di nota. Gli uccelli impagliati che l’uomo colleziona e il quadro rappresentante uno stupro, appeso alla parete, sono particolarmente significativi e vanno ad introdurre il complesso ed inaspettato carattere psicologico di Bates. Marion, in seguito alla lunga conversazione con Norman decide che la cosa più giusta da fare è tornare indietro, consegnare i soldi e pagare le conseguenza del suo gesto. Ed è qui che il film inizia realmente. Dopo venticinque minuti circa la protagonista viene uccisa. Non sappiamo da chi, ma lo immaginiamo. Una donna col viso completamente in ombra scosta la tenda della vasca in cui la ragazza sta facendo la doccia. Ha un grosso coltello in una mano. Cosa succede lo sapete già. Marion viene brutalmente uccisa. La scena della doccia è tra le più famose e citate del cinema di tutti i tempi. La sua costruzione formale è incredibilmente attenta e carica di suspense. Il montaggio frenetico, che ci impone un punto di vista complice della macchina da presa, si sposta da dettagli della bocchetta e dello scarico della doccia, del coltello che colpisce, ai particolari del corpo che sappiamo lacerato, del viso della vittima, occhi, labbra, una bocca spalancata per un urlo disperato di terrore. Ed è storia. La protagonista del film è morta dopo la prima mezz’ora. Cosa fare, a questo punto? Con chi identificarsi? Norman urla. Urla alla madre «cos’hai fatto?!». E corre. Corre a pulire ogni minima traccia di un delitto insensato e atroce. La sequenza della pulizia è lunga, attenta in ogni dettaglio, anche il più piccolo. E mentre vediamo il corpo di Marion avvolto nella tenda di plastica ci torna in mente il suo occhio da morta che la macchina da presa inquadra nel particolare per allontanarsene con un carrello all’indietro lentissimo. E Marion è lì, la sua presenza è impalpabile, ma lei c’è. Per lo spettatore è lei la protagonista, ancora. Psyco è il film dello sguardo. Tutto nel film ci riporta all’importanza tematica dello sguardo. Ogni cosa. È possibile coglierne un primo indizio durante la fuga di Marion da Phoenix. Un poliziotto la segue e la osserva attentamente dall’altro lato della strada (quando lei si ferma per cambiare auto) con occhiali scuri che riportano allo sguardo truce della madre di Norman. Ma lo sguardo del poliziotto non è uno sguardo come gli altri: lui non guarda, ma osserva. E l’osservazione, quella invadente e inconsapevole, sta alla base di ogni significato di Psyco. Il voyeurismo oscilla tra una sequenza e l’altra caratterizzando il film dall’inizio alla fine. Significativo il modo in cui l’occhio del regista si insinua nella camera da letto in cui Marion e Sam hanno appena fatto l’amore; lei è ancora stesa nel letto sfatto, lui inizia a rivestirsi. Non c’è bisogno di altro per capire cosa è appena successo. Il voyeurismo raggiunge il suo apice nel momento in cui Norman spia Marion da un foro sul muro (tra l’altro fatto dietro il quadro rappresentante lo stupro). Il suo occhio sinistro va oltre, e osserva Marion per punirla, per autopunirsi. Per tutto il film sappiamo davvero poco dell’assassino. Crediamo sia una madre possessiva e gelosa di ogni donna che avvicini suo figlio. Ma dopo un po’ ci rendiamo conto che qualcosa non va. In tutto il puzzle manca un tassello fondamentale, che ci viene fornito con lo svelamento di una notizia fondamentale: la madre di Norman è morta molti anni prima. Ma allora la voce da donna che abbiamo sentito di chi è? E le ombre, la donna dietro la finestra illuminata… cosa succede? Chi abbiamo visto, o creduto di vedere? E come arrivare ad una soluzione chiara se non con l’aiuto di uno psichiatra, specializzato in casi di sdoppiamento della personalità, che ci spiega esattamente ciò che è accaduto nella mente di Norman in seguito alla morte della madre? Ancora una volta il genio di Alfred Hitchcock ci coinvolge e affascina in una pellicola celata di misteri e significati, di senso estetico impregnato di arte, quella vera. Un’arte che non può fare a meno di coinvolgere ed affascinare uno spettatore attento ed inconsapevole, disposto ad andare oltre gli schemi, oltre l’immaginazione e la realtà, libero di affidarsi alle mani di un vero e proprio maestro del cinema.
 
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