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Piazza Navona

Post n°3363 pubblicato il 04 Dicembre 2016 da valerio.sampieri
 

Piazza Navona

Piazza Navona, fermete! È destino
ch'io ce sosti ogni vorta che ce passo
perché un semplice sasso,
'na menzola barocca o un portoncino
basteno pe' portamme difilato
in un monno sparito
ma che me pare d'ave' bazzicato.

Dico me pare, dico, e lo sostengo,
perché, chissà, che ne l'età passata
l'anima mia nun abbi già animata
quella d'un Majorengo?

In ogni modo sia quello che sia
so solo che 'sta piazza ch'è un portento
me fa rivede, co' la fantasia,
Roma mia, der "Seicento".



Rivedo, infatti, le livree d'argento
d'un patriziato rammollito e sciocco
e un popolo a la bôna e arcicontento
d'applaudì er Papa e guadagnà un bajocco.
Rivedo Nina co' li ricci ar vento
in crinolina, e co' lo sciallo a fiocco,
e 'n'aria ... 'n'aria in certi, sarvognuno,
ch'è quella da "impattà" fa' sessantuno!

Se giro l'occhi, poi, vedo la massa
-come tant'anni fa- de scarpellini
côr mazzolo e la subbia, a testa bassa,
forma e vita a li fantasmi
de l'arte der Bernini.
Vita e forma a 'sta piazza e 'ste funtane
che nott'e giorno -zampillanno- accordeno
l'aritornelli de le popolane ...

Quelli nati da un bacio o da 'na lagrima ...
quelli che nun conoscheno confini
come nu' li conoscheno le rondini
o certi insogni de li regazzini!

E nun dico le giostre ... li tornei ...
L'allagamenti e tutti li cortei ...



Anzi, vedi, a proposito de questi
proprio adesso, laggiù, da Tor Millina
-tra er semplicista e er forno-
vedo sbucà un corteo côr battistrada
ch'opre er passaggio su un cavallo storno.

E risemo a la solita manfrina
de donne ... abbati e cicisbei in tricorno ...
Cocchi indorati co' li fiori intorno ...
Nobbili in sella e Porpore in berlina.
Però c'è pure un chiacchierìo in sordina,
che poi dilagherà de giorno in giorno,
fintanto a che la lingua der Pasquino
nun dirà pane ar pane e vino ar vino!

Questo è quello che vedo da 'sta piazza
co' l'occhi accesi de la fantasia
e che doppo tre secoli,
pure se ancora c'è robba che zoppichi,
resta sempre, pe' noi veri romani,
la più bella e romantica poesia!

Romolo Lombardi
Da: Strenna dei Romanisti, XIV, 1953, pag. 28

 
 
 
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Un blog di: valerio.sampieri
Data di creazione: 26/04/2008
 

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