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Glossarietto belliano

Il presente glossarietto è basato sulle note al sonetto "La vita dell'Omo", pubblicato al post 3040.

42 sonetti di Giuseppe Gioachino Belli in "Nun sai c'a lo spedale ce se more?" (Newton Compton, 1994), a cura di Marcello Teodonio. In copertina, "La Madonna delle Nevi ai Monti", 1834, di Achille Pinelli.

A la puzza
Nell’utero, vicino all’intestino. [Gibellini]
T1-0781, La vita dell’Omo: "La vita dell’Omo /// Nove mesi a la puzza: poi in fassciola / tra sbasciucchi, lattime e llagrimoni:"

Abbeccè
Abiccì [VS]. Abbecedario. [Gibellini] A bi ci, noviziato dell’arte. [Belli]
T1-0781, La vita dell’Omo: "Poi comincia er tormento de la scola, / l’abbeccè, le frustate, li ggeloni, / la rosalía, la cacca a la ssediola,"
T1-0944, S.P.Q.R.: "me le trovavo sempre appiccicate / drent’in dell’abbeccé ttutte in un mazzo. // Un giorno arfine me te venne l’estro"
T2-1615, La modestia in pubbrico: "scerte galantaríe, scerte vertú / da fà rrestà Ssantaccia all’abbeccè."

Arte
Lavoro [Teodonio]. Mestiere [Gibellini]. IL termine "arte" si ritrova almeno 91 volte nei sonetti di Belli, in varie accezioni, tra le quali ci sono "arte" e "alte" (aggettivo femminile). [VS]
Libbro dell'Arte - Libro di sorti, che, contenente i 90 numeri del lotto, a ciascun numero sono attribuite varie classi di nomi di cose, persone od azioni. Questo è il famoso libro de’ rapporti tra le cose e idee anche astratte ed i numeri del lotto, libro adornato da orride figuracce di arte o mestieri, corrispondenti ad altrettante cifre della serie giuocabile: libro finalmente che san leggere per miracolo anche gl’illetterati. [Belli]
T1-0781, La vita dell’Omo: "e un po’ de scarlattina e vvormijjoni. // Poi viè ll’arte, er diggiuno, la fatica, / la piggione, le carcere, er governo,"

Cratura in fasciola
Il bambino in fasce dicesi sempre cratura in fassciola. [Belli]
T1-0781, La vita dell’Omo: "La vita dell’Omo /// Nove mesi a la puzza: poi in fassciola / tra sbasciucchi, lattime e llagrimoni:"
T1-0336. La stragge de li nnoscenti: "de scannà tutte quante in ne la gola / le crature de nascita in fasciola, / fu pe ttutta Turchia propio un tumurto."
T2-1463, La cratura in fassciòla: "La cratura in fassciòla /// Bbella cratura! E cche ccos’è? Un maschietto? / Me n’arillegro tanto, sora Mea."

Crino
Canestro in forma di campana, aperto in alto e nella base, entro cui si pongono i bambini, che lo spingono col petto e tengonsi ritti in esso nel camminare. Crino è quel cesto a campana, entro cui si pongono i bambini, perché si addestrino a camminare di per se stessi, senza cadere. [Belli]
T1-0781, La vita dell’Omo: "tra sbasciucchi, lattime e llagrimoni: / poi p’er laccio, in ner crino, e in vesticciola, / cor torcolo e l’imbraghe pe ccarzoni."
T1-0878, Er Venardì Ssanto: "che sse fanno, pe ddillo in du’ parole, / de leggno, ferro, canna, crino e ppelle. // Er chiasso che cce fâmo è stato un voto"
T2-1662, Er pupo: "Tenello tutto er zanto ggiorno in braccio! / Mai volé stà in ner crino! mai p’er laccio! / Io nu ne posso ppiú: ssò ppropio stracca."
T2-1899, Le grazziette de Mamma: "Le grazziette de Mamma /// Forca, leva dar crino sta cratura: / mòvete, che tte stroppi in zempiterno."

Diggiuno
Digiuno ecclesiastico che principia all’anno ventunesimo. [Belli]. Digiuno ecclesiastico [Teodonio].volte questo termine, in questa accezione. Belli usa 13
T1-0781, La vita dell’Omo: "e un po’ de scarlattina e vvormijjoni. // Poi viè ll’arte, er diggiuno, la fatica, / la piggione, le carcere, er governo,"

Fasciola
Il bambino in fasce dicesi sempre cratura in fassciola. [Belli]
T1-0781, La vita dell’Omo: "La vita dell’Omo /// Nove mesi a la puzza: poi in fassciola / tra sbasciucchi, lattime e llagrimoni:"

Frustate
Punizioni corporali, ancora impartite dai pedagoghi. [Gibellini]
T1-0781, La vita dell’Omo: "Poi comincia er tormento de la scola, / l’abbeccè, le frustate, li ggeloni, / la rosalía, la cacca a la ssediola,"
T1-0944, S.P.Q.R.: "M’aricordo però cche dda regazzo, / cuanno leggevo a fforza de frustate, / me le trovavo sempre appiccicate"

Imbraghe
Braghe [Teodonio]. Imbragature, panni fissati alla vita come brache. [Gibellini]
T1-0781, La vita dell’Omo: "poi p’er laccio, in ner crino, e in vesticciola, / cor torcolo e l’imbraghe pe ccarzoni. // Poi comincia er tormento de la scola,"

Istate
Estate. 27 occorrenze nei sonetti di Belli. [VS]
T1-0781, La vita dell’Omo: "lo spedale, li debbiti, la fica, // er zol d’istate, la neve d’inverno... / E pper urtimo, Iddio sce bbenedica,"

Laccio
Cinghia attaccata dietro le spalle de’ bambini per sorreggerli ne’ loro primi mesi di cammino. Può presso a poco paragonarsi al tormento della corda. Il laccio che loro [ai bambini] si attacca dietro le spalle, onde sorreggerli nel camminare. [Belli]. Laccio: Dunque: laccio a Roma, lacci a Pistoia, falde a Firenze, dande a Siena, caide ad Arezzo, dgne a Lucca, e chi più n'ha, più ne metta. [Morandi]
T1-0781, La vita dell’Omo: "tra sbasciucchi, lattime e llagrimoni: / poi p’er laccio, in ner crino, e in vesticciola, / cor torcolo e l’imbraghe pe ccarzoni."
T2-1662, Er pupo: "Tenello tutto er zanto ggiorno in braccio! / Mai volé stà in ner crino! mai p’er laccio! / Io nu ne posso ppiú: ssò ppropio stracca."
Naturalmente, il termine viene usato anche da Belli nel comune significato di "laccio".
T1-0359, Er ricordo: che jj’arreggeva er Cristo accap’alletto, / impiccato pe un laccio ar collarino. // E vva’ cche smania aveva a sto ggiuchetto,"
T2-1343, Er zor Giuvanni Dàvide: "Un ladro che sse ttrovi, poverello, / cor laccio ar collo e ’r boja su le spalle / si in quer punto j’annassi pe le palle"
T2-2272, La povera sciorcinata: "Sin che ppòi dajje da arrotà li denti / te li porti p’er laccio, te li porti: / ma, ggnente-ggnente poi che sse sò accorti"

Lattime
Croste lattee. [Teodonio] [Gibellini]
T1-0781, La vita dell’Omo: "Nove mesi a la puzza: poi in fassciola / tra sbasciucchi, lattime e llagrimoni: / poi p’er laccio, in ner crino, e in vesticciola,"

Rosalìa
Rosolia [Gibellini].
T1-0781, La vita dell’Omo: "l’abbeccè, le frustate, li ggeloni, / la rosalía, la cacca a la ssediola / e un po’ de scarlattina e vvormijjoni."

Sbaciucchi
Baci dati con insistenza. Sbaciucchi, sbaciucchiamenti, sbaciuccare, son tutti vocaboli indicanti «il molto e assiduo baciare». [Belli]
T1-0781, La vita dell’Omo: "Nove mesi a la puzza: poi in fassciola / tra sbasciucchi, lattime e llagrimoni: / poi p’er laccio, in ner crino, e in vesticciola,"
T1-0693, Li sbasciucchi: "Li sbasciucchi /// Vedi: cuer Chiricozzo sciorcinato / mó bbasciava la man’ar Zagrestano:"
T2-1713, La riliggione der tempo nostro: "cene a ppunta d’orloggio, ozzio de festa, // scampanate, sbasciucchi, picchiapetti, / parme, reliquie, medajje, abbitini,"

Sediola
Seggetta [Teodonio]. Seggetta per i bisogni corporali. [Gibellini]
T1-0781, La vita dell’Omo: "l’abbeccè, le frustate, li ggeloni, / la rosalía, la cacca a la ssediola / e un po’ de scarlattina e vvormijjoni."
Mettere alla sediola: «Porre i bambini al comodo»: lo che dalle madri non si fa sempre per occorrenza, ma spesso per essere più libere nelle loro faccende, ecc. [Belli]
T1-0336, La stragge de li nnoscenti: "Le madre lo pijjorno pe ’n’insurto: / e mmettenno li fijji a la ssediola, // fasceveno dí mmesse a Ssan Nicola;"

Spedale
Ospedale. Al singolare o plurale sono 40 le occorrenze nei sonetti del Belli.
T1-0781, La vita dell’Omo: "la piggione, le carcere, er governo, / lo spedale, li debbiti, la fica, // er zol d’istate, la neve d’inverno..."

Torcolo
Salva-capo contro le cadute. [Belli] Cercine [Teodonio]. «Guancialetto di forma circolare che si pone in capo ai bambini per riparo delle percosse nelle cadute» (Chiappini). [Gibellini]
T1-0781, La vita dell’Omo: "poi p’er laccio, in ner crino, e in vesticciola, / cor torcolo e l’imbraghe pe ccarzoni. // Poi comincia er tormento de la scola,"

Vesticciola
Veste indossata da tutti i bambini, anche maschi. [Gibellini]
T1-0781, La vita dell’Omo: "tra sbasciucchi, lattime e llagrimoni: / poi p’er laccio, in ner crino, e in vesticciola, / cor torcolo e l’imbraghe pe ccarzoni."
T1-0793, Li teatri de mó: "e imparatte a l’ammente l’abbichino! // Llí ppoi come un pupetto in vesticciola, / sbarrato fra ddu’ tavole e un cusscino,"

Vormijoni, Vvormijjoni
Vormiglioni: vaiuolo. [Belli]. Morbillo [Gibellini]
T1-0781, La vita dell’Omo: "la rosalía, la cacca a la ssediola / e un po’ de scarlattina e vvormijjoni. // Poi viè ll’arte, er diggiuno, (7) la fatica,"
Vormijjoni: altra grafia per "Il vajuolo arabo. Si allude all’abolizione fatta da Leone xii dell’istituto di vaccinazione ecc., ed allo scioglimento de’ sudditi della Chiesa dall’obbligo di esibirgli i loro figliuoli." [Belli]
T1-0014, Ar dottor Cafone: "Sor cazzaccio cor botto, ariverito, / ve pozzino ammazzà li vormijjoni, / perché annate scoccianno li cojjoni"
T2-1229, Er linnesto: "c’ha llibberato li nostri fijjoli / da st’innoccolerie3 de vormijjoni. // Vedi che bell’idee da framasoni"

 
 
 
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Un blog di: valerio.sampieri
Data di creazione: 26/04/2008
 

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