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Ballata del Mastrilli 2

Post n°2181 pubblicato il 29 Ottobre 2015 da valerio.sampieri
 
Foto di valerio.sampieri

Ballata del brigante terracinese Giuseppe Mastrilli

24 Il capitano vien così a sapere
Ch'egli dipende dal Romano Stato
E quindi, ordina tosto al Cancelliere
Che a Roma, immantinenti sia portato
Chi può dire di Mastrilli il dispiacere
Pensando che colà sarà impiccato?
Invano maledice la sua sorte
Purtroppo a Roma troverà la morte!...

25 Verso Roma viaggiava la Regina
Con la sua damigella, e nel vedere
Una nave alla sua tanto vicina
Chi vi stia all'interno vuol sapere.
Le dicon: - Va nella città Latina
Un uomo ch'era nostro prigioniere;
Ma di Roma appartiene egli allo Stato
E laggiù egli dev'esser giustiziato.

26 Mossa a pietade la Regal Signora
Ordina che quell'uom sia scatenato
E che, nel breve termine di un'ora
Alla sua libertà sia ridonato.
Dell' ordine si fa mallevadora
E a regolar l'affare con lo Stato
Penserà lei, ma in libertà si metta
Quell'uomo e gli sia data una barchetta.

27 Giunge Peppe Mastrilli a Terracina
Ma Dio lo sa in che trista condizione!
A riveder la sua terra vicina
Lo prende al cuore sì forte commozione
Che s'inginocchia, e alla bontà divina
Rende grazie con fervida effusione;
Quindi alla porta della sua casetta
Picchia due colpi e trepidante aspetta!

28   Gli aprono i figli e restano stupiti
Nel rimirar il proprio genitore;
Poi nel vederlo lacero e sfinito
Si sentono straziare dal dolore.
Lo portan dentro, e quando rivestito
E confortato con novello amore
Gli chiedono come mai sia liberato
Ed egli narra il caso avventurato.

29  Dopo tre giorni egli ha ripresa lena,
E dice ai figli: - Debbo qui vicino
Recarmi, non dovete stare in pena
Ché tornerò domani in sul mattino
E sarò in casa appena il sol balena.
E così detto, salisce al suo stanzino
Si veste in fretta e la casetta lascia
Armato di fucil, coltello ed ascia.

30 Alla casa sen va del pescatore
E al sol vederlo quegli impallidisce:
Dice Mastrilli, - Vile traditore,
Al mondo, tu lo sai, tutto finisce.
Poi, traendo il coltello, un colpo al cuore
Gli vibra, e ancora al viso lo ferisce:
- Muori da cane, vile, rinnegato,
Compare infame e amico scellerato!...

31  Ritorna quindi i figli a ritrovare
Ed ecco che davanti alla casetta
Dove alloggia con i figli, va a passare
Il Capitano, che per sua disdetta
Mastrilli volle a Roma rimandare.
Mastrilli grida: - Chi la fa l'aspetta
Ogni colpa si paga, amico caro
Ed io con te ci ho proprio il cuore amaro.

32 Al Comandante postosi davanti
Tenendo sempre il suo moschetto in mano
Gli impone: - Tu mi devi qui, in contanti
Versar tremila scudi, capitano.
Non mi commuoveran preghiere e pianti
E la tua scorta si opporrebbe invano
Che insieme ai miei figliuoli, noi possiamo
Darti la prova di che gente siamo.

33 Il Comandante non si fa pregare
E chinata la testa al suo destino
Acconsente la somma di pagare
E scrive alla sua sposa un bigliettino
Pregandola al lator di consegnare
La somma. Tosto, ponesi in cammino
Un figlio di Mastrilli per portare
La lettera ed il denaro riportare.

34 Con quella somma, pensa allor di andare
A Roma per pentirsi in confessione
Ma la strada è insidiosa e scorazzare
Si vede di banditi una legione.
Però Mastrilli, lo faran passare
Che hanno per lui una grande ammirazione
Egli così prosegue a camminare
Quando sente alle spalle un gran rumore
E di spari suonar, forte il fragore.

35   Ritorna indietro e vede che un signore
Era stato assalito dai briganti:
Però si difendeva con valore
Ma si capiva, che tra pochi istanti
Sarebbe stato vano il suo vigore:
Ch'egli è solo e costoro sono tanti!
Ma vedendo Mastrilli che s'avanza,
Aiuto chiede, pieno di speranza.

36 Mastrilli gli risponde: - Con piacere
V'aiuterò, ché i vostri assalitori
Sono miei amici, ed alle mie preghiere
Da ogni periglio vi trarranno fuori.
Dice: - Libero sia questo Messere
E compensar saprò i vostri favori!
Rispondono: - A Mastrilli, rifiutare
Non si può nulla e quei lasciano andare.

37 Riconoscente, allora quel signore
Dice a Mastrilli: - Il  Principe Corsini
Io sono e ricambiar vuo' il tuo favore:
Di Toscana varcar se vuoi i confini
Io di te mi farò mallevadore.
Gli dona intanto un poco di quattrini
Con uno scritto pel Governatore
Dove lo raccomanda con fervore.

38 Mastrilli lo ringrazia e s'incammina
Di nuovo verso Roma, e attraversata
Nascostamente la Città Latina
In Toscana dirige la sua andata.
Ma quanto più a Firenze si avvicina
Più l'anima si sente addolorata;
Ed una forte ambascia il cor gli serra
Nel ricordare la sua nativa terra!...

39 Passa in Toscana giorni tristi e amari
Ché preso vien da acuta nostalgia:
Ha quasi terminato i suoi denari
E l'affanna, del cuor la malattia...
Scrive allora una lettera ai suoi cari:
- Voglio morire nella terra mia! -
Ed a Livorno, va per traghettare
E presto a Terracina ritornare.

40 Tornato in patria, sente che la vita
Gli sfugge e a casa va di suo nipote
E gli dice: - La mia vita è finita
Poi, col pianto che gli riga le gote:
- Pria che l'alma da me sia dipartita
Corri presto a chiamare un sacerdote
Che al più presto mi voglio confessare
Sì che il Signore mi possa perdonare!...

41 Parte il nipote ed ei si mette a letto
Poi volge al cielo la sua prece ardente:
- O Signore Gesù Cristo diletto
Tu che patisti per l'umana gente
Or dovrò comparire al Tuo cospetto
D'averti offeso tanto son dolente!
Abbi pietà di me, Cristo Signore
E perdonanza dona al peccatore!...

42 Non appena avvertito il suo curato
E il medico condotto, il buon nipote
A casa sua ritorna difilato
E poco dopo segue il Sacerdote.
Dopo che si fu bene confessato
Mastrilli dalla pena si riscuote;
Ché il Curato gli da l'assoluzione
E gli amministra, poi, l'Estrema Unzione.

43 Il giorno appresso, allo spuntar del giorno
Mormorando preghiere ed orazioni,
Beppe Mastrilli al cielo fa ritorno.
Il suo nipote ed i parenti buoni
Al suo letto di morte sono intorno
Pregando che il Signore gli perdoni
E mentre questo avvien , la Polizia
Lo cerca, per tradurlo in prigionia.

44 Il nipote si reca dal tenente
E gli dice: - Il cercar Mastrilli è vano
Che ora egli è tra la perduta gente
Mentre l'anima sua vaga lontano!
Un caporale, che tal cosa sente
Corre a casa del morto, armata mano
E con la daga, un colpo ben gli assesta
Staccandogli di netto collo e testa.
 
45 Quindi a Napoli va, e al Governatore
Dice: - La testa è questa del bandito
Che, pei delitti suoi destò l'orrore:
Adesso, per mia mano egli è perito.
Spegnendosi da vero peccatore
Riscuotere voglio il premio ambito
- ‘E giusto, gli risponde il Magistrato:
Ed ordina che il premio sia pagato.

46 Qui la storia di questo sventurato
Ha termine ed il lavoro mio à finito:
Molto ei peccò, però del suo passato
Al Signore chiese venia, e il cor contrito
Offerse, ad espiare il suo peccato.
Nel suo amore dolcissimo e infinito
Pei peccatori, Iddio buono e pietoso
Dia a quell'anima povera il riposo.

FINE

 
 
 
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Data di creazione: 26/04/2008
 

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