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100 chiese da visitare (1)

Post n°1648 pubblicato il 25 Maggio 2015 da valerio.sampieri
 

100 chiese da visitare a Roma (1)

5 ottobre 1828.

Il cattolicesimo ha ben dimostrato, a Lisbona e in Spagna, di odiare il governo parlamentare come la peste del secolo. Ma la libertà è la passione del secolo. É dunque probabile che fra cinquanta anni molta gente di buon senso adori il vero Dio " onnipotente, remuneratore e vendicatore " in tutt’altra maniera di come hanno fatto fino ad oggi.

Finché l’uomo avrà della fantasia, finché avrà bisogno di essere consolato, gli piacerà rivolgersi a Dio e, appunto poiché è uomo, i luoghi ove preferirà pregare saranno sempre le magnifiche volte di San Pietro o la chiesetta gotica del suo villaggio, a metà in rovina. Se il sentimento religioso è profondo, la magnificenza lo disturba, E, infatti, per i suoi colloqui con Dio, l’uomo, in certi casi, preferisce una cappelletta abbandonata in mezzo ai boschi, soprattutto quando è battuta dal temporale: una cappella solitaria dalla quale si avverta appena un suono di campana, proveniente da lontano.

Noi, gente del nord, non riusciamo a trovare nelle chiese di Roma tali sensazioni di completo abbandono e di dolorosa intimità: sono troppo belle. La loro architettura, che il Bramante ha rinnovato sui modelli greco-romani, è per noi una " festa ". Così i romani vanno a ricercare le sensazioni più dolci in certe piccole chiese che pure descriverò: per esempio, a Santa Sabina, sul Celio.

La storia delle chiese romane è tanto perfettamente documentata quanto invece è del tutto sconosciuta la storia della repubblica romana e dell’impero stesso.

Vi consiglio di cancellare a mano a mano le chiese che avete visitato.

Le prime ventidue sono le più interessanti.

BASILICA DI SAN PIETRO.
Costruita da Costantino, rifatta da Nicola V e Giulio II.

PANTHEON (o Santa Maria ad Martyres).
Non c’è più il famoso busto di Raffaello; completissimo esemplare di architettura antica.

BASILICA DI SANTA MARIA MAGGIORE.
Basilica; ha l’aspetto di una sala da ballo.

BASILICA DI SAN GIOVANNI IN LATERANO.
Basilica; niente di bello.

CHIESA DI SANT’ANDREA DELLA VALLE.
Bella facciata e divini affreschi del Domenichino.

CHIESA DI SANTA MARIA DEGLI ANGELI.
Architettura sublime; è una semplice aula delle antiche Terme, ma più bella di tutte le costruzioni moderne.

CHIESA DELL'ARA COELI.
Al Campidoglio, a sinistra salendo. Antico tempio di Giove. Magnifica chiesa: superba vista dal suo portale. Colonne antiche, atmosfera malinconica, il "Sacro Bambino ". Immensa scalinata di marmo.

CHIESA DI SAN PAOLO FUORI LE MURA.
Bruciata nel 1823. Bellissime rovine. Atmosfera triste, da chiesa gotica.

CHIESA DEI SS. APOSTOLI.
Tomba di papa Ganganelli e piccole sculture del Canova nel vestibolo. Una bella aquila antica.

CHIESA DI SANT’AGOSTINO.
Il Profeta Isaia di Raffaello: stile simile a quello di Michelangelo.

CHIESA DELLA MADONNA DELLA PACE.
Sei begli affreschi di Raffaello.

CHIESA DEI CAPPUCCINI.
A piazza Barberini. Il San Michele di Guido Reni.

CHIESA DI SAN CLEMENTE.
La più completa reliquia di chiesa primitiva; coro al centro della costruzione.

CHIESA DI SANTO STEFANO ROTONDO.
Pianta interessante, spaventosi quadri di martiri.

CHIESA DI SAN GREGORIO AL CELIO.
Un concerto di angeli dipinto senza dubbio dalla scuola di Guido, su appunti del maestro. Non vi ritrovo la sua mano. Ammiro sempre i due affreschi di Sant’Andrea. Quello di Guido è di gran lunga il più commovente per la naturalezza dei soldati, la passione del santo alla Vista della croce, l’angelica bellezza della donna che rimprovera il figlio e di quella alla sinistra del quadro. Naturale espressione di curiosità nel giovane accanto ad essa.

CHIESA DEL GESÙ.
Iniziato dal Vignola nel 1575; cappella e tomba di Sant'Ignazio. Chiesa madre dei gesuiti.

CHIESA DI SANT'IGNAZIO.
Iniziata nel 1626, epoca di decadenza per l’architettura.

CHIESA DI SANTA MARIA DEL POPOLO.
A fianco della porta per la quale si entra a Roma venendo dal nord. Belle tombe del sedicesimo secolo.

CHIESA DI SANT'ONOFRIO.
Sul Gianicolo; tomba del Tasso. Magnifico panorama. Si ha di fronte il palazzo di monte Cavallo: Roma giace nel mezzo.

CHIESA DI SAN PIETRO IN VINCOLI.
Belle colonne antiche di marmo greco. Il Mosè di Michelangelo; nella sacrestia un quadro del Domenichino.

CHIESA DI SANTA PRASSEDE.
Costruita nel 162, rifatta verso il 280. Sedici colonne di granito; un bell'altar maggiore.

CHIESA DI SAN LORENZO FUORI LE MURA.
Uno dei più interessanti monumenti cristiani. La basilica fu fondata da Costantino verso il 330, quattro anni dopo l’abominevole scandalo della morte di suo figlio, giovane principe di grandi speranze. Fu rifatta da cima a fondo verso il 589, restaurata nel 716, ingrandita nel 772; nuovamente restaurata verso il 1216 da Onorio III, un ritratto in mosaico del quale esiste sotto il porticato. L’ultimo restauro risale al 1647. Nulla di più interessante dell’interno della chiesa, pieno di colonne. Conviene andarci più volte.

Qualche lettore liberale, di quelli che a ragione odiano l’attuale oppressione gesuitica della Francia (1829), a questo punto potrà trovare ridicola questa mia pretesa, di elencare venti pagine di chiese. Considerate che la maggior parte di esse fu costruita da gente appena tollerata, come lo è oggi in Italia il viaggiatore noto come liberale. Inoltre non furono costruite col denaro pubblico e neppure contro i voti della maggioranza, come accadrebbe in Francia, dove la gente invece che chiese vuole veder elevare scuole per i contadini.

Le chiese romane, elevate da privati o comunque a mezzo di sottoscrizioni volontarie, costituirono fin verso il settecento le costruzioni più gradite dall’immensa maggioranza del popolo. In esse noi vediamo dunque "l’espressione morale " del loro secolo.

I papi hanno estremamente popolarizzato "l’amore per il bello ", dandogli come ausiliario la paura dell’inferno; dal duecento al settecento tale paura fu decisiva presso i vecchi ricchi, per indurli a costruire chiese. Nelle anime tenere il timore del giudizio divino si muta in amore per la Madonna. Esse amano teneramente questa madre infelice, che provò tanti dolori e ne fu consolata da avvenimenti tanto sorprendenti: la risurrezione del figlio, la rivelazione che era un Dio, ecc. A Roma ci sono ventisei chiese consacrate al culto di Maria.

Voglio dichiarare qui che tutte le critiche che rivolgo alle chiese di Roma hanno carattere puramente artistico e sono indirizzate solo alla parte mondana di esse. Questo perché ci sono dei tribunali che credono di fare cosa utile alla religione emettendo sentenze persecutorie. Ma perfino l’esistenza dell’Inquisizione non impedirà mai agli spiriti onesti di avvertire quanto le dottrine cristiane siano sublimi; e a maggior ragione non lo impedirà l’esistenza dei tartufi, ai quali pure il cristianesimo rende onori, o della gente " seria e morale ", che ad esso domandano considerazione e potere. (Vedere il Cant inglese e le Revues morales.)

Tutte le volte che vi sentite nel giusto stato d’animo, entrate in una delle seguenti settantasette chiese.

CHIESA DI SANT'ADRIANOAL FORO. - demolita
Costruita verso il 630. L’ultimo restauro risale al 1656. Aveva portali di bronzo, poi trasferiti a San Giovanni in Laterano da Alessandro VII. Vedere un San Pietro Nolasco trasportato dagli angeli di scuola bolognese, quella che sorse nel 1690 e imitò tutte le precedenti. É attribuito al Guercino. Di fronte alla chiesa sorgeva il Foro. Qui presso s’innalzava pure il tempio di Saturno, ove i romani conservavano il tesoro dello Stato.

CHIESA DI SANTA AGNESE A PIAZZA NAVONA.
Una delle più belle chiese romane. Sulla sua area sorgeva un tempo un luogo di prostituzione. Il prefetto di Roma Sinfronio vi fece condurre la giovanetta Agnese; ma un miracolo la salvò dall’oltraggio finale. La chiesa fu ricostruita da Innocenzo x; la facciata è una delle più belle del Borromini. Pianta a croce greca; molti marmi preziosi e statue mediocri. Vi consiglio di scendere nel sotterraneo, dove si trova un bel bassorilievo dell’Algardi, che osa rappresentare i primi momenti del martirio della santa. Che sfortuna che l’Algardi non sia stato a scuola del Canova!

CHIESA DI SANT'ALESSIO.
Fondata nel 305. L’ultimo restauro risale al 1744.

CHIESA DI SANT'ANDREA DELLE FRATTE.
Riedificata nel 1612, la cupola è del Borromini. Vedere la cappella di San Francesco di Paola e due begli angeli del Bernini.

CHIESA DI SANT'ANDREA AL NOVIZIATO.
Bella, piccola chiesa, capolavoro della ricchezza dei gesuiti. É del Bernini (1678). La chiesa è preceduta da un bel porticato semicircolare; pianta ovale; cupola ornata di stucchi dorati. Quanto piacerebbe a Parigi! Tutti i monumenti dovrebbero sorgere nei luoghi dove potrebbero essere meglio apprezzati. L’altare del gesuita san Stanislao ha un quadro del Maratta. Nella stanza del santo, una sua statua del " celebre " Legros.

CHIESA DI SANT'ANTONINO DE’ PORTOGHESI.
Costruita sotto Sisto IV, restaurata nel 1695. Vedere la Santa Elisabetta di Luigi Agricola.

CHIESA DI SANT'APOLLINARE.
La maggior parte delle chiese romane sono state ricostruite due o tre volte: questa fu rifatta da cima a fondo da Benedetto XIV. Il San Francesco Saverio è di Legros; c’è anche una Madonna attribuita al Perugino.

CHIESA DI SANT’ATANASIO DE’ GRECI.
Costruita verso il 1582 su progetti di Giacomo Della Porta e di Martino Lunghi. Vedere i due quadri del Cavalier d’Arpino.

CHIESA DI SANTA BALBINA.
Consacrata nel 336, restaurata nel 600, nel 731, nel 746, nel 1600. Gli affreschi dell’abside sono del Fontebuoni.

CHIESA DI SAN BARTOLOMEO ALL ISOLA.
Sotto l’altare maggiore, un’urna di porfido contiene le spoglie dei santo, qui sistemate nel 973. La chiesa, ricostruita due o tre volte, ha ventiquattro colonne di granito provenienti da qualche tempio pagano. Pitture di Antonio Carracci, rovinate da qualche cattivo restauratore.

CHIESA DI SAN BERNARDO.
Costruita nel 1598 su un forno delle terme di Diocleziano. Vedere la volta antica, ben conservata, e alcune rovine nel giardino.

CHIESA DI SANTA BIBIANA.
San Simplicio consacrò la chiesa nel 470 a santa Bibiana, che aveva qui abitato. Figurarevi con quale ironia questa modesta costruzione fu accolta da una città in cui ancora erano in piedi tutti i magnifici templi pagani! La stessa cosa accade oggi al viaggiatore povero e privo di decorazioni. Egli viene disprezzato dai ricchi e vessato dalla polizia; ma domani la sua " religione morale " trionferà. Nel 1625 la chiesa fu riparata dal Bernini. Sua opera apprezzatissima è anche la statua della santa, che orna l’altar maggiore. La figura, che reca una palma in mano, si appoggia a una colonna. La grande urna di alabastro orientale, sotto l’altare, contiene i resti della santa, di sua madre e di sua sorella, che soffrirono il martirio insieme con lei. La chiesa ha Otto colonne antiche e, a sinistra nella navata, alcuni affreschi di Pietro da Cortona.

CHIESA DI SAN CARLO AI CATINARI.
Gli affreschi del Domenichino sono un po' duri. Hanno però il vantaggio di rappresentare delle belle donne, che guardano timidamente il cielo, e non dei vecchi santi con la barba.

CHIESA DI SAN CARLO ALLE QUATTRO FONTANE.
Deliziosa piccola chiesa, celebre perché tutta la sua superficie è pari a quella coperta da un solo pilastro della cupola di San Pietro. É un capriccio del Borromini (1640). Una Madonna del Romanelli.

CHIESA DI SANTA CATERINA AI FUNARI.
Costruita sulle rovine del circo di Flaminio nel 1644. Vedere nella prima cappella a destra la celebre Santa Margherita di Annibale Carracci. Molti altri quadri: i meno peggio son di Federico Zuccheri e di Raffaellino da Reggio.

CHIESA DI SANTA CATERINA DA SIENA.
Bella chiesa, con ottimi marmi. Nel giardino dell’annesso monastero sorge la torre di Nerone. Per la verità essa fu elevata da Bonifacio VIII Caetani, nel 1300. Anche le due piccole torri vicine furono costruite dallo stesso papa. Proprio presso la grande torre, le mura di Servio Tullio erano forate dalla porta detta Fontinale.

CHIESA DI SANTA CECILIA.
Costruita sull’area già occupata dalla casa della martire; rifatta nell’821. Tre navate separare da colonne, altar maggiore sostenuto da quattro belle colonne antiche di marmo bianco e nero. Sull’altare ricchissimo, una statua di marmo che rappresenta la santa nella posa in cui fu trovata quando fu aperta la sua tomba. Lavoro duro, ma pieno di verosimiglianza, come un quadro del Ghirlandaio. La posa è interessante: la santa appare poggiata sul fianco sinistro, con la testa rivolta a terra. Dopo tre mesi di soggiorno a Roma questa statua comincia a piacere moltissimo: non si può fare a meno di andarla a rivedere spesso. É di Stefano Maderno: ha tutta la bellezza, piena di energia, di un antico sonetto gallico. Vedere inoltre una Madonna di Annibale Carracci e, nella corte che precede la chiesa, un bel vaso antico. Il portico è ornato di colonne di granito.

CHIESA DI SAN CESAREO.
Esisteva già nel sesto secolo. Restaurata da Clemente VIII.

CHIESA DEI SANTI COSMA E DAMIANO.
Sorgeva qui un tempio rotondo dedicato a Romolo. La chiesa fu costruita verso il 527 da Felice IV. I bei portali antichi, di bronzo, vi furono portati forse nel 780. Urbano VIII rialzò il pavimento della costruzione e vi apportò numerosi cambiamenti.

CHIESA DI SAN DOMENICO E SISTO.
Costruita da san Pio v, uomo crudelissimo. Statue e quadri al di sopra della media.

CHIESA DI DOMINE QUO VADIS?
Questa chiesetta, a mano sinistra sulla via Appia, è nota con tre nomi: Santa Maria delle Palme, Santa Maria delle Piante e Domine quo vadis. Qualche autore ritiene che sia costruita sull’area del famoso tempio di Marte. In uno di quei momenti di debolezza che san Paolo non gli perdonerà mai, san Pietro fuggì dalle persecuzioni che lo attendevano a Roma. Qui giunto, gli apparve Gesù, con la croce sulle spalle. A questa vista impreveduta, l’Apostolo gridò: " Domine quo vadis? ". La chiesetta fu rifatta interamente da Clemente viti. La facciata è del 1737

CHIESA DI SANT'EUSEBIO.
Elevata sull’area della casa del cristiano Eusebio, che mori di fame chiuso in una cella di quattro piedi per ordine di Costanzo. Fu restaurata completamente l’ultima volta nel 1759. In quella occasione la volta venne affrescata da Raffaello Mengs.

CHIESA DI SAN FRANCESCO A RIPA.
Bei marmi. La statua della beata Eloisa morente del Bernini. Il drappeggio è di maniera; ma le parti scoperte sono bellissime.

Stendhal
Tratto da "Passeggiate romane", Ed. LATERZA 1973

 
 
 
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