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« L'arrestatoA 'sta città mmia »

Fatto vero

Post n°1537 pubblicato il 24 Aprile 2015 da valerio.sampieri
 

Fatto vero

DI UN GIOVANE PITTORE DI BUONI COSTUMI
CHE PER DISPIACERI AMOROSI E PER L'ESPOSIZIONE
SI SUICIDA BARBARAMENTE CON LE SUE PROPRIE MANI

V'era un giovin di buona famiglia
Il quale, Peppino nomato
Che all'età di vent'anni arrivato
Si decise di fare il pittor!

La famiglia sua propria e i parenti
Gli dicevano no ad ogni costo;
Ma Peppino fuggì di nascosto,
Per studiare soletto da sé.

Era il tempo dell'anno passato
Quando v'era la gran discussione
Sul palazzo dell'esposizione
Che a Novembre s'aveva d'aprir.

Ma che invece per molte ragioni
E anche più, perchè ancora quel sito
A Novembre non era finito,
Si decise di andare più in là.

E Peppino pensando al suo Quadro
Ch'è la morte del Conte Ugolino
Lo dipinse e al suo proprio destino
Lo mandava all'esposizion!

Ma in quel tempo s'infiamma d'amore
D'una vaga, gentil damigella,
Che faceva il mestier di modella
E la volse per forza sposar!

Da principio fu sempre fedele
A Peppino la vaga sua sposa,
Ma più tardi poi fu un'altra cosa;
Sciagurata! Lo volle tradir.

Chè di lui un amico sincero,
Che fu poi un gran traditore.
Pria gli tolse la pace e l'onore
Poi fu causa di gran crudeltà.

Ma intanto si apre il palazzo
Con le opere all'esposizione,
Interviene la gran commissione
Con i corpi dell'Autorità.

E la morte del Conte Ugolino
Vien da tutti i giornali lodato,
Il gran premio gli vien decretato,
Ma nessuno lo vole comprar!

Ma la sera che stava al quint'ordine
Dell'Apollo, nel mese passato,
Col biglietto d'onor d'invitato,
Viene e bussa il suo fido portier!

Egli reca un tremendo dispaccio
Dove lui vi ci rompe il sigillo.
Cade in terra facendo uno strillo,
Che anche i sassi ne senton pietà.

Quando s'alza che torna in sé stesso
Corre a casa e ritrova la moglie
Che gridando fra orribili doglie
Di due figli lo fa genitor!

Lui li prende e li guarda i visetti
E li vede che sono il ritratto
Di colui che compiva il misfatto
Di quel vile del suo traditor!

E fu allora che ai gran dispiaceri
Del suo quadro, nonché la consorte
Lui decide di darsi la morte
Suicidando se stesso da sé.

E impugnato un tubetto di biacca,
Lo sorbiva piangendo, il tapino!
Ed in braccio del suo manichino
Lui moriva fra grandi dolor!

Da questa storia imparino,
Per non passar de' guai
A non scherzar giammai
Con l'arte del pittori

Cesare Pascarella
Da: Il Manichino, pag. 117

 
 
 
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Un blog di: valerio.sampieri
Data di creazione: 26/04/2008
 

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