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La Secchia Rapita note 4-6

Post n°1357 pubblicato il 12 Marzo 2015 da valerio.sampieri
 

La Secchia Rapita
di Alessandro Tassoni

DICHIARAZIONI DI GASPARE SALVIANI ALLA SECCHIA RAPITA

[dall'edizione del 1630, attribuite ad A. Tassoni]

CANTO QUARTO

S. 2a, v. 6
La montiera è un cappelletto alla spagnola da portare in casa, che usavano anche gli antichi; onde Svetonio in Augusto: Domi quoque non nisi petasatus sub dio spatiabatur. Augusto per rispetto de' crepuscoli non passeggiava in casa allo scoperto senza la montiera.

S. 3a, v. 1.
Chiama seme de' Latini i Modanesi, perché Modana era stata colonia de' Romani.

S. 3a, v. 4.
Gli scrittori antichi mettono il Lavino fiume nel territorio di Modana. Ma Carlo Magno, nella divisione che fece de' confini d'ltalia, divise col Panaro i confini di Modana e di Bologna, perché in quel tempo Modana era distrutta e spopolata e Bologna populatissima. Succederono poi Federico Barbarossa e Federico Secondo, i quali avendo i Bolognesi per difidenti e per nemici tenevano un presidio a Modana, e non lasciavano goder loro quel territorio in pace per le ragioni antiche.

S. 4a, v. 1.
È castello su la strada maestra ne' confini de' Bolognesi, oggidí aperto.

S. 15a, v. 1.
Furono veramente i Parmegiani aspri nemici di Federico Secondo. Veggansi l'istorie.

S. 21a, v. 8.
La Rossina è una canzone triviale che si canta in Lombardia; e cominciando dalle chiome dice: Le belle chiome c'ha la mia Rossina, Rossina bella fa la li le lá: Viva l'amore e chi morir mi fa: e cosi va seguendo.

S. 28a, v. 1.
Il testo primo diceva: Uccise d'an gran taglio Angel Rasello. Et era un ritratto cavato dal naturale d'un personaggio ora morto, che quadrava a puntino.

S. 39a, v. 1.
Avendo i Ferraresi cacciato Aldobrandino da Este per l'alterigia sua, s'elessero per signor Salinguerra Torelli, o Garamonti com'altri vogliono. Ma poco dopo Salinguerra fu anch'egli cacciato, e fu restituito il dominio ad Azio da Este figliuolo d'Aldobrandino. Vogliono nondimeno alcuni speculativi che qui il poeta alluda alla cacciata di qualche altro signor piú moderno. Salinguerra, secondo l'istorie del Biondo, fu aiutato da Ezzelino tiranno di Padova ad acquistare il dominio di Ferrara, perché era suo cognato e gli Estensi erano suoi nemici.

S. 40a, v. 3.
Questo è un contrasegno del marchese Fontanella conte di San Donnino, che soleva far quell' atto.

S. 61a, v. 7.
La famiglia Canossa era fino a quel tempo molto nobile e gli storici dicono che Guido Canossa fu veramente capo del popolo reggiano in quella guerra, e che, trasportato dall'impeto del cavallo e ferito, s'affogò in una fossa.

S. 64a, v. 1.
Questa potrebbe esser giudicata da qualcheduno invenzione del poeta per ischernire i Reggiani; e non è cosí: perciò che veramente nell'archivio de'signori Pii si trova una sentenza data in Rubiera l'anno 1255 alli 20 di febbraro, regnando Federico Secondo imperatore, ed essendo suo vicario in Modana il signore Alberto Pio; e tal sentenza fu data dal dottore Andrea Canossa da Parma, giudice deputato da esso Signore Alberto nella controversia che allora si disputava tra la comunità di Reggio e quella di Modana, la quale per esser cosa lunga non la riporterò qui tutta, ma le parole e clausule solamente che contengono il punto di questo accidente. E sono quelle che seguono:
Christi nomine repetito, etc.
Dicimus, sententiamus et pronuntiamas et diffinimus, et iudex quietamus liberamus et absolutos, quietos et liberatos esse iubemus et condemnamus et ut arbiter arbitramur et sententiatum esse volumus et condemnamus ut intra, videlicet:
Dictos de Reggio, sea praædictam communitatem Reggii teneri et obligatos seu obligatam esse extrahere videlicet cothurnos, stivalia, soturales et crepidas, in signum hanoris et reverentiæ debitæ et debendæ prædictis Mutinensibus, in itinere pedestri, equestri et navali, in quibascumque domibus hospitiis et ad omnem quamcumque volantatem prædictorum Mutinensium requirentium et etentium sibi calciamenta extrahi debere et stivalia cothurnos sotalaria vel crepidas, sic extractas vel extracia purgare, mundare, lavare et ezsdem et quibuscumque eorum, ut dominis suis eos vel ra præsentare. Et ita pronunciamus omni meliori modo etc.
Præsentibus ambobus prædictis procuratoribus seu mandatariis D. D. Pietro de Nava et Francisco Regino etc.
Actum in Castro Herberiæ etc.
A questa scrittura precedono e seguono le solite clausole, le quali, come ho detto, per brevità si tralasciano, bastandoci avere accennata qui la sostanza del fatto. Se poi tale scrittura sia cosa vera e reale o pur finta, me ne rimetto all'altrui giudicio, bastandomi aver significato che 1' originale è in casa de' signori Pii di Savoia, e che non è invenzione del poeta.

S. 65a, v. 6.
A sesta, cioè a misura. Ma questa pur anco parrà ad alcuno invenzione del poeta contra i medesimi Reggiani: e nondimeno nell'istorie del regno d'ltalia sotto l'anno 1152 e in altri autori ancora, si legge ch'essendo in lega i Modanesi co' Parmegiani ruppero l'esercito de' Reggiani e ne menarono a Parma un gran numero di prigioni; e che'l giorno seguente, mostrando di volerli arder vivi, accesero in piazza un gran foco; poi trattili di prigione con una canna in mano per ciascheduno, che aveva in cima una banderola di carta, li facevano passare per certo luogo stretto, e nel passar che facevano davano a ciascheduno uno scappezzone o scappellotto su la nuca; e in cambio d'arderli facevano loro degli soffioni e ardevano loro la barba, e poi li mandavano via cosí svergognati e spauriti.

S. 66a, v. 7.
I Reggiani oppongono ai Modanesi che mirano la luna nel pozzo, perché veramente i Modanesi hanno in costume, quando veggono un pozzo, di correr subito a mirarci dentro. E i Modanesi oppongono ai Reggiani che abbiano le teste quadre, perché realmente molti di loro non l'hanno né tonde né ovate, come anche si dice de' Genovesi che abbiano le teste acute, perché molti di loro l'hanno cosí. Però come questo è accidente di molti, non di tutti, il poeta finse che quelli solamente che patteggiati uscirono di Rubiera avessero le teste quadre, e che i medesimi soli fossero ubbligati a cavar gli stivali o le scarpe ai Modanesi quando s'incontravano per viaggio. In ogni evento è da considerare che i capricci de' poeti non fanno caso, e tanto piú de' poeti burleschi, che hanno per fine loro il diletto e non la verità; perché ben si sa che per altro li signori Reggiani sono molto onorati.

CANTO QUINTO

S. 2a, v. 2.
Bosio Duara signor di Cremona fu veramente allora in aiuto de' Modanesi, e vi rimase prigione.

S.23a, v. 8.
A Modana i pizzicagnoli si pregiano vanamente di far salciccia fina, perciò che non val nulla rispetto a quella di Lucca detta perciò latinamente lucanica da Lucca.

S. 24a, v. 4.
Nelle croniche di Modana si legge, che le città che s'armarono in favore de' Bolognesi contra Modana furono appunto quattordici, e quell'istesse che nomina il poeta, da Perugia in fuori, che fu introdotta da lui a contemplazione del signor Baldassare Paulucci.

S. 25a, v. 7.
Il papa era allora in Francia nel Lionese Veggasi il Biondo sotto l'anno 1218, nel quale seguí la battaglia e la rotta e la presa del re Enzio.

S. 28a, v. 3.
Questa è vera istoria e non pecca in altro che in anacronismo. L'accidente occorse a questo prelato a Scarperia, mentre da Roma andava a Parma.

S. 32a, v. 1-8.
È ritratto cavato dal naturale e fu vero che ritornando portò guanti agli amici.

S. 36a, v. 1.
È descrizione della salmeria che portarono quei Toscani, che l'anno 1613 passarono in aiuto de' Mantuani contra i Savoiardi, che si servirono d'asini per bagagli.

S. 40a, v. 4.
Il dice per gli Sforzeschi e per quelli da Barbiano, che furono eroi.

S. 41a, v. 4.
Guido da Polenta fu padre della Francesca da Rimini, di cui si favella ne' seguenti versi.

S. 43a, v. 3.
Paulo: fu questi fratello di Lanciotto, da cui fu ucciso perché il trovò con la moglie Francesca. Vedi Dante.

S. 48a, v. 3.
Accenna quello che si dice de' Faentini, che l'imperator Carlo Quinto, essendo stato molto onorato da quei cittadini nel giugnere alla piazza creasse cavalieri tutti quelli che vi si trovarono; onde perciò i Faentini quasi tutti si chiamino cavalieri.

S. 49a, v. 2.
Mainardo da Susinana fu veramente tiranno di Cesena, come anco Pietro Pagano d'Imola e gli Ordelafi di Forlí e Forlimpopoli. Leggi il Villani, che ne favella.

S. 53a, v. 2.
I prirni ch'usassero il carroccio furono i Milanesi. Era un gran carro tirato da molte paia di buoi, dove si mettevano tutte l'insegne quando si combatteva, e dove si ricoveravano i feriti sotto la guardia d'una grossa banda di soldati, i piú vaiorosi del campo.

S. 53a, v. 8.
Antonio Lambertazzi e Lodovico di Geremia furono i due capi principali del popolo di Bologna nella giornata d'Enzio.

S. 55a, v. 1.
Quest'era veramente il podestà. di Bologna in quel tempo. La gorgiera in questo loco è detta per gozzo; e dicesi che nel bresciano quando le genti s'ammogliano, non le vogliono se non hanno il gozzo, perché dicono che le sgozzate non hanno tutti i loro membri.

S. 55a, v. 8.
I Bresciani sono contati anch'essi fra le città collegate con Bologna. Le parole delle croniche di Modana sono le seguenti: De anno 1247 die 4 octobris Bononienses cum suo carroccio et cum amicis suis Faventinis, Imolensibus, Forliviensibus, Ariminensibus, Pisauriensibus, Fanensibus, Mediolanensibus, Brixianis, Forlimpopolensibus, Cesenatibus, Ravennatibus, Ferrariensibus, Florentinisque faerunt in obsidionem Bazani et ceperunt castrum Vignolæ et cum eis fait Comes Albertus de Mangona, etc.
Eodem tempore die 24 octobris Mutinenses equitaverunt comburendo omnia usque ad Rhenum, et tunc fait magnum prælium apud Sanctam Mariam de Strata, et ex parte Bononiensium captus fuit dominus Thomasinus Salinguerra, et vulneratus est dominus Paulus Traversarus de Ravenna, et multi Florentini et Bononienses capti sunt. Ex parte vero Mutinensium mortuus est dominus Ponzanatus de Cremona... Et de anno 1248 inter Bononienses et Mutinenses fait magnum prælium in die Mercurii apud Fossaltam: in quo Mutinenses vieti sunt, et capti fuerunt septem de populo, et circa centum milites de Mutina. Et in dicto prælio captus fuit Henricus rex Sardiniæ, qui tunc erat cum Mutinensibus, et multi milites Germanici, qui cum dicto rege militabant etc. E questo può servire a mostrare che ne'successi di quella guerra i Bolognesi non sono stati aggravati dal poeta, come forse taluno si crede; poiché le rotte furono vicendevoli.

S. 56a, v. 4.
Il conte Romeo Pepoli è moderno: ma vi fu un altro Romeo Pepoli che non era conte, del quale fa menzione il Biondo, e fu vicino a quei tempi; e i suoi nipoti furono poi signori di Bologna, e la venderono all'arcivescovo Giovanni Visconti per ducento mila scudi.

S. 63a, v. 6.
I marroni in Lombardia si chiamano le castagne grosse col guscio: e mazzamarroni significa l'istesso che mangiamarroni,perciò che i montanari ne sogliono distruggere e mangiare una gran quantità. Cosí chiamò anche i Cremonesi mangiafagioli.

S. 66a, v. 6.
Questo Tomasino Gorzani fu uno de' capitani del popolo in quella guerra, e fu fatto prigione anch'egli col re Enzio.


CANTO SESTO

S. 1a, v. 1.
Questo poeta non fu rubatore: ma le cose sue sono trovate da lui, e particolarmente le descrizioni, come questa del mezzogiorno e tant'altre dell'aurora e della notte. A Vergilio e al Tasso scema gran parte della lode l'essersi serviti delle invenzioni degli altri.

S. 16a, v. 2.
Dell'istessa lingua fiorentina riputata per ottima si serve a generare il ridicolo, sindacando la cattiva pronuncia d'alcune voci.

S. 17a, v. 5
Introduce personaggi noti a molti e aggiustati all'azioni che lor fa fare. Il Teggia fu uomo di lettere, e cognito nella corte di Roma; e morí cieco: onde finge che fosse acciecato in questa guerra.

S. 21a, v. 5.
Sono cognomi di famiglie nobili bolognesi de' nostri tempi.

S. 33a, v. 5.
Min del Rosso, Gabbion di Gozzadino, Carlon Cartari, Ruffin dalla Ragazza ed altri cosí fatti sono nomi notissimi tra i vecchi di Bologna.

S. 45a, v. 3.
Lanzi in Lombardia si chiamano i Tedeschi: sbittare in bresciano significa saltar fuora e scappare, e schitta nello stesso linguaggio è l'istesso che cacarella o cacaiola.

S. 64a, v. 1.
Guido da Polenta signor di Ravenna e padre della Francesca da Rimini, di cui si ragionò di sovra, fioriva anch'egli in que' tempi.

S. 66a, v. 8.
È detto da un nemico, che oppone ai Romagnoli due pecche; cioè che sieno facili, quando sono banditi, a mettersi a rubare alla strada, e che scorticassero san Bartolomeo; ch'è una fama vana, perciò che san Bartolomeo morí in India.

S. 67a, v. 5.
In Modana sono veramente queste due fazioni. I triganieri sono una mano di scapigliati oziosi, che, non sapendo che farsi, si dànno a far volar colombi ch'essi chiamano trigani, e gli avezzano non solamente a condurne alle loro colombaie de' forestieri, ma a portar anche delle lettere da luoghi distanti cinquanta e sessanta miglia: usanza conservata in quella città fin dalla sua prima origine; onde leggiamo in Plinio che, quando era assediata da Marc'Antonio con tanta strettezza che non ne poteva uscire uomo alcuno, furono mandate fuora colombe con lettere al collo, che furono cagione che'l senato romano affrettasse il soccorso.

S. 67a, v. 6.
La campagnia de' Bacchettoni ha preso questo nome da'Fiorentini, che chiamano bacchettoni certi che 'l giorno vanno baciando le tavoloccie e la sera s'adunano a disciplinarsi a calzoni calati. Ma l'origine di tal nome io non l'ho potuta sapere.

S. 69a, v. 7.
Questi sono i nomi di due triganieri famosi nella città di Modana e conosciuti da tutti gli osti e bettolieri.

S. 70a, v. 4.
Chi vuol sapere chi fosse santa Nafissa, o per dir meglio chi fosse la Nafissa riverita per santa dai maomettani, legga il Leoni nella descrizione dell'Africa, dove tratta delle curiosità e novità che sono nella gran città del Cairo. E questo sia detto per rispondere a chi oppose già al poeta che questo era un miscere sacra profanis, e che questo poema era una calza d'uno svizzero di due assise; non avendo mai letto Plinio secondo, nell'epistola XXI dell'ottavo libro ove egli favellò nella forma seguente: Ut in vita sic in studiis pulcherrimam et humanissimum existimo severitatem comitatemque miscere, ne illa in tristitiam, hæc in petulantiam excedat, etc.

 
 
 
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Un blog di: valerio.sampieri
Data di creazione: 26/04/2008
 

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