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La Secchia Rapita 01-2

Post n°1255 pubblicato il 22 Febbraio 2015 da valerio.sampieri
 

La Secchia Rapita
di Alessandro Tassoni

        33
Quei ch'erano con lui dianzi passati
dal figlio di Rangon tutti fûr morti;
e già gli altri fuggian rotti e sbandati,
del mal consiglio lor, ma tardi, accorti;
quando in aiuto da' vicini prati
vider venir correndo i lor consorti,
che del Panaro a la sinistra sponda
passâr piú lenti, ov'è piú cupa l'onda.

        34
Gian Maria de la Grascia, un furbacciotto
ch'era di quella squadra il capitano,
come vide fuggir dal campo rotto
quei di Bordocchio insanguinando il piano,
rinfacciò lor con dispettoso motto
la fuga vile e l'ardimento insano;
e furioso i suoi quindi spingendo,
fe' de' nemici un potticidio orrendo.

        35
Radaldo Ganaceti era su 'l ponte
con molti suoi per impedir il passo,
e insieme col destrier tutto in un monte
fu da la sponda ruinato al basso.
Voltò Gherardo a quel rumor la fronte
e in aiuto de' suoi venía a gran passo,
quando comparve 'l Potta al suon di mille
corni, gridi, tamburi e trombe e squille.

        36
Si raccoglie il nemico, e si ritira
al terror di tant'armi, al suono, a i lampi,
ma l'incalza Gherardo, e al vanto aspira
d'aver col suo valor rotti due campi;
corre a destra, a sinistra, urta, raggira
il destriero, e di sangue inonda i campi;
rotta ha la spada, e porta ne lo scudo
cento saette, e mezzo 'l capo ha ignudo.

        37
Ma tratta da l'arcion ferrata mazza,
Fantin Vizzani e Prospero Castelli,
Astor de l'Armi e Taddeo Bianchi ammazza
e 'l cavalier Martin de gli Asinelli.
A questi spada, scudo, elmo e corazza
fece levar, ch'eran dorati e belli,
per onorarsen poi; ma veramente
fu peccato ammazzar sí nobil gente.

        38
Spinte il Potta in aiuto in tanto avea
le prime insegne a i Gemignani stracchi;
ed egli verso il ponte, ove parea
che piú fossero i suoi deboli e fiacchi,
sopra una mula a piú poter correa,
che mordendo co' piè giucava a scacchi,
quando ferito fu d'una zagaglia
quel de la Grascia, e uscí de la battaglia.

        39
Poiché mirò de' capitani suoi
l'un fatto prigionier, l'altro ferito
la progenie antichissima de' Boi,
e si vide ridotta a mal partito,
que' valorosi che facean gli eroi,
senza aspettar chi lor facesse invito,
chi a cavallo, chi a piè per la campagna
si diedono a menar de le calcagna.

        40
Ma ratto fu con una ronca in mano
il Potta lor come un demonio addosso,
e tanti ne mandò distesi al piano
che ne fu il Ciel de la pietà commosso.
Quel fiume crebbe sí di sangue umano
che piú giorni durò tiepido e rosso,
e dove prima il Fiumicel chiamato,
fu dappoi sempre il Tepido nomato.

        41
Tutto quel dí, tutta la notte intiera
i miseri Petroni ebber la caccia;
ne coperse ogni strada, ogni riviera
Manfredi Pio, che ne seguí la traccia.
Con trecento cavalli a la leggiera
con tanto ardire il giovane li caccia,
che su 'l primo sparir de l'aria scura
si trovò giunto a le nemiche mura.

        42
La porta San Felice aperta in fretta
fu a' cittadini suoi, ch'erano esclusi,
ma tanta fu la calca in quella stretta
che i vincitori e i vinti entrar confusi.
Quei di Manfredi un tiro di saetta
corser la terra, e vi restavan chiusi,
s'ei da la porta ove fermato s'era
non li chiamava tosto a la bandiera.

        43
Spinamonte del Forno e Rolandino
Savignani e Aliprando d'Arrigozzo
de' Denti da Balugola e Albertino
Foschiera e Calatran di Borgomozzo,
affannati dal caldo e dal cammino
trovâr non lunge da la porta un pozzo,
e una Secchia calâr nuova d'abete
per rinfrescarsi e discacciar la sete.

        44
La carrucola rotta e saltellante,
e la fune annodata in quella mena,
e l'acqua ch'era assai cupa e distante,
feron piú tardi uscir la Secchia piena:
le si avventaron tutti in un istante,
e Rolandino avea bevuto a pena,
quand'ecco a un tempo da diverse strade
fûr lor intorno piú di cento spade.

        45
Scarabocchio, figliol di Pandragone,
Petronio Orso e Ruffin dalla Ragazza
e Vianese Albergati e Andrea Griffone
venían gridando innanzi: - Ammazza, ammazza. -
ma i Potteschi già pronti in su l'arcione,
d'elmo e di scudo armati e di corazza,
strinser le spade e rivoltâr le facce
a l'impeto nemico e a le minacce.

        46
E Spinamonte, che la Secchia presa
per bere avea, spargendo l'acqua in terra
e tagliando la fune ond'era appesa,
se ne serví contro i nemici in guerra;
con la sinistra man la tien sospesa
per riparo, e con l'altra il brando afferra;
l'aiutano i compagni e fangli sponda
contra il furor che d'ogni parte inonda.

        47
Lotto Aldrovandi e Campanon Ringhiera
gridavano ambidue: - Canaglia matta,
lasciate quella Secchia ove prim'era,
o la bestialità vi sarà tratta. -
- Fatevi innanzi voi, disse il Foschiera,
notate la consegna che v'è fatta. -
E 'n questo dire un manrovescio lascia,
e taglia a Campanone una ganascia.

        48
Non fu rapita mai con piú fatica
Elena bella al tempo di Sadocco,
né combattuta Aristoclèa pudica,
al par di quella Secchia da un baiocco.
Passata a Calatran fu la lorica
sí che nel ventre penetrò lo stocco
d'un fiero colpo di Carlon Cartari,
falciatore sovran de' macellari.

        49
Rolandino ferí d'un sopramano
Napulion di Fazio Malvasía,
ed egli a lui storpiò la manca mano
con una daga che brandita avía.
Se di Manfredi un poco piú lontano
era il soccorso, alcun non ne fuggía;
restò ferito quel de la Balugola,
e del tanto gridar gli cadde l'ugola.

        50
Manfredi in su la porta i suoi raccoglie
e l'inimico stuol frena e reprime,
e poiché dal periglio si discioglie
torna, e ripassa il Ren su l'orme prime;
né potendo mostrar piú degne spoglie,
in atto di trofeo leva sublime
sopra una lancia l'acquistata Secchia,
ché presentarla al Potta s'apparecchia;

        51
parendo a lui via piú nobile e degno
de la vittoria, aver su 'l chiaro giorno
corsa Bologna, e trattone quel pegno
che sarebbe a' nemici eterno scorno.
Da la Samoggia un messo a darne segno
a Modana spedí senza soggiorno,
e tosto la città si mise in core
di girgli incontro e fargli un bell'onore.

        52
Era vescovo allor per aventura
de la città messer Adam Boschetto,
che di quel gregge avea solenne cura,
e 'l mantenea d'ogni contagio netto;
non dava troppo il guasto a la Scrittura,
ed era entrato al popolo in concetto
che in cambio di dir Vespro e Matutino
giucasse i benefici a sbarraglino.

        53
Questi, poiché venir dal messaggiero
con quella Secchia udí l'amica gente
tolta per forza a un popolo sí fiero
di mezzo una città tanto possente,
si mise anch'egli in ordine col clero
per girla ad incontrar solennemente,
e si fe' porre intorno il piviale
ch'usava il dí di Pasqua e di Natale.

        54
Un superbo robon di drappo rosso
si mise il Potta e una beretta nera,
che mezzo palmo largo e un dito grosso
avea l'orlo d'intorno a la testiera;
gli Anziani appo lui col lucco indosso
seguivano a cavallo in lunga schiera
sopra certe lor mule afflitte e grame,
che pareano il ritratto de la fame.

        55
Gli portava dinanzi un paggio armato
la spada nuda e la rotella bianca,
e avea dal destro e dal sinistro lato
i due primi Anzian, teste di banca;
lo stendardo del popolo spiegato
portava il cont'Ettòr da Villafranca,
giovinetto che Marte avea nel core
e ne la bocca e ne' begli occhi Amore.

        56
Due compagnie di lance e di corrazze,
una dinanzi e l'altra iva di dietro;
i cursori del popol con le mazze
facevan ritirar le genti indietro,
che correan tutte a gara come pazze
a la vicina porta di San Pietro,
per veder quella Secchia a la campagna
credendosi che fosse una montagna.

        57
In ultimo cinquanta contadine
con le gonnelle bianche di bucato,
ne le canestre lor di vinco fine
portavan pane, vin, torta in buon dato,
uova sode, frittate e gelatine
al famoso drappello affaticato
che venía con la Secchia; e cosí andando
giunsero a la Fossalta ragionando.

        58
Quivi trovâr che 'l prete de la cura
gía confortando ancor gli agonizzanti,
gli assolvea da' peccati, e ponea cura
fra i paterni ricordi onesti e santi,
se 'n dito anella avean per aventura,
o ne le borse o nel giubbon contanti,
e per guardargli da gli furti altrui
gli togliea in serbo e gli mettea co' sui.

        59
Manfredi in tanto apparve, e conducea
distinta a coppia a coppia la sua schiera-
Portar la Secchia in alto egli facea
da Spinamonte innanzi a la bandiera;
e di mirto e di fior cinta l'avea,
sí che spoglia parea pomposa e altera.
Subito il Potta il corse ad abbracciare
dicendogli: - Ben venga mio compare. -

        60
Indi gli chiese come avea potuto
con quella Secchia uscir fuor di Bologna,
che non l'avesse ucciso o ritenuto
quel popolo per ira o per vergogna.
Ddisse Manfredi: - Iddio sa dare aiuto
a chi si fida in lui, quando bisogna:
il nemico a seguirci ebbe due piedi,
e noi quattro a fuggir, come tu vedi. -

        61
Fêr poi le Cataline il lor invito
su l'erba fresca d'un fiorito prato,
e perché ognun moriva d'appetito
in un Avemaria fu sparecchiato.
Finita la merenda, e risalito
a cavallo ciascuno al loco usato,
ripresero il cammino in vêr la porta
raccontando fra lor la gente morta.

        62
Sotto la porta stava Monsignore
con lo spruzzetto in man da l'acqua santa,
e intonando la laude in quel tenore
che fa il capon quando talvolta canta.
Quivi smontaro tutti a farli onore,
e l'inchinâr con l'una e l'altra pianta,
e a suon di trombe se n'andâr con esso
a render grazie a Dio del gran successo.

        63
Ma la Secchia fu subito serrata
ne la torre maggior dove ancor stassi,
in alto per trofeo posta e legata
con una gran catena a' curvi sassi;
s'entra per cinque porte ov'è guardata
e non è cavalier che di là passi
né pellegrin di conto, il qual non voglia
veder sí degna e gloriosa spoglia.

 
 
 
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Un blog di: valerio.sampieri
Data di creazione: 26/04/2008
 

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