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« Il Meo Patacca 04-3Il Galateo (21-24) »

Rime del Berni 38-42

Post n°1241 pubblicato il 21 Febbraio 2015 da valerio.sampieri
 

38

Sonetto a Papa Chimente

Fate a modo de un vostro servidore,
el qual vi dà consigli sani e veri:
non vi lassate metter più cristieri,
che, per Dio, vi faranno poco onore.

Padre santo, io vel dico mo' de cuore:
costor son macellari e mulattieri
e vi tengon nel letto volentieri,
perché si dica: "Il papa ha male, e' more";

e che son forte dotti in Galieno,
per avervi tenuto all'ospitale,
senza esser morto, un mese e mezzo almeno.

E fanno mercanzia del vostro male:
han sempre il petto di polizze pieno,
scritte a questo e a quell'altro cardinale.

Pigliate un orinale
e date lor con esso nel mostaccio:
levate noi di noia e voi d'impaccio.



39

[Di Papa Clemente VII malato]

"Il papa non fa altro che mangiare",
"Il papa non fa altro che dormire",
quest'è quel che si dice e si può dire
a chi del papa viene a dimandare.

Ha buon occhio, buon viso, buon parlare,
bella lingua, buon sputo, buon tossire:
questi son segni ch'e' non vuol morire,
ma e medici lo voglion amazzare,

perché non ci sarebbe il lor onore,
s'egli uscisse lor vivo delle mani,
avendo detto: "Gli è spacciato, e' more".

Trovan cose terribil, casi strani:
egli ebbe 'l parocismo alle due ore,
o l'ha avut'oggi e non l'avrà domani.

Farien morire i cani,
non che 'l papa; e alfin tanto faranno,
ch'a dispetto d'ogniun l'amazzeranno.



40

[Voto di Papa Clemente VII]

Quest'è un voto che papa Clemente
a questa Nostra Donna ha sodisfatto,
perché di man d'otto medici un tratto
lo liberò miracolosamente.

Il pover'uom non aveva niente;
e se l'aveva, non l'aveva affatto;
questi sciaurati avevan tanto fatto,
che l'amazzavan resolutamente.

Al fin Dio l'aiutò, che la fu intesa,
e detton la sentenzia gli orinali,
che 'l papa aveva avut'un po' di scesa.

E la vescica fu de' cardinali,
che per venir a riformar la chiesa
s'avevan già calzati gli stivali.

Voi, maestri cotali,
medici da guarir tigna e tinconi,
sète un branco di ladri e di castroni.



41

L'entrata dell'Imperadore in Bologna

Nomi e cognomi di parte de' gentiluomini e
cittadini bolognesi i quali andorono a
incontrare la cesarea maiestà quando entrò
in Bologna a pigliar la corona; e 'l nome
ancora, non solo della porta d'onde sua
maiestà entrò, ma di tutte le strade per
dove passò, per andare alla piazza e in
palazzo, con la nota dei presenti che li
furono fatti da' bolognesi, tutto raccolto
e notato dal Berni.

Gualterotto de' Bianchi,
Bonifazio de' Negri.
Guasparre dell'Arme,
Girolamo di Pace.
Cornelio Albergato,
Giovan Battista Pellegrino.
Marcello de' Garzoni,
Bastiano delle Donne.
Cornelio Cornazzano,
Lodovico Beccadello.
Il cavalier de' Grassi,
Vincenzio Magrino.
Anniballe de' Coltellini,
Iacopo delle Guaine.
Francesco Passerino,
Battista Panico.
Girolamo de' Preti,
Nanni del Cherico.
Anniballe de' Canonici,
Carlo delli Abati.
Lodovico del Vescovo,
Carlo della Chiesa.
Giovan Battista della Torre,
Leone delle Campane.
Girolamo della Testa,
Ippolito della Fronte.
Galeazzo Buon Nasone,
Nicolò dell'Occhio.
Achille de' Bocchi,
Vincenzio Orecchini.
Iacopo Dentone,
Lippo Mascella.
Andrea Barbazza,
Bernardo Goletto.
Carlo delle Mane,
Bartolommeo Panciarasa.
Luca Chiapparino,
Giovanni Buso.
Battista Cazzetto,
Antonio della Coscia.
Vincenzio Gambacorta,
Vergilio Gambalunga.
Francesco Calcagno,
Andrea dell'Unghia.
Battista Corto,
Lattanzio Formaiaro.
Battista della Ricotta,
Il cavalier Cacio,
Anton Butiro.
Cesar della Fava,
Cristofan Coglia.
Giovan Francesco de' Barbieri,
Petronio de' Rasoi.
Giovan Francesco delle Volpi,
Giovanni Gallina.
Pieranton dall'Olio,
Francesco dell'Aceto.
Alessandro di San Piero,
Bartolomeo di San Paolo.
Astorre del Bono.
Tomaso del Migliore.
Luigi Asinari,
Ambrogio Muletto.
Frian Turco,
Niccolò Moro.
Cristofano Marrano,
Filippo de' Cristiani.
Matteo senz'Anima,
Pier Giudeo.
Vincenzio d'Astolfo,
Iacopo d'Orlando.
Lodovico del Danese,
Tomaso di Ruggieri.
Iacopo Maria Lino,
Stefano Stoppa.
Baldassarre de' Letti,
Girolamo delle Coperte.
Pagolo Poeta,
Alfonso del Dottore.
Francesco de' Cavalli,
Vincenzio Maniscalchi.
Francesco Ciabattino,
Vincenzio Taccone.
Nicolò delle Agucchie,
Taddeo de' Ditali,
Piero Cucitura.
Giulio Berretta,
Cesare Cappello.
Nicolò Giubboni,
Giovan Francesco delle Calze.
Bastiano de' Poveretti,
Iacopo del Riccobono.
Giovanni Piacevole
Antonio Sdegnoso.
Vincenzio delli Archi,
Bastiano delle Frezze,
Stefano Bolzone.
Giovan Battista della Spada,
Lionardo de' Foderi.
Vincenzio delle Corazzine,
Carlo della Maglia.
Vincenzio da Libri,
Pier Antonio Scrittori.
Giovan Iacopo de' Savi,
il Zoppo Mattana.
Evangelista de' Nobili,
Vergilio Mezzo Villano.
Cesare Fiorino,
Iacopo Carlino.
Anton Grosso,
Matteo Baiocco.
Panfilo Quattrino,
Tomaso Moneta.
Cornelio Malvagìa,
Antonio Bevilacqua.
Cristofano delle Spezie,
Suspiro delle Bussole.
Girolamo della Luna,
Iacopo della Stella.
Anton Maria delle Ceste,
Niccola de' Basti.
Tomaso de' Cospi,
Giovanni delle Pianelle.
Francesco della Rosa,
Ercole del Giglio.
Pagolo dall'Orso,
Agnolo del Montone.
Anniballe dell'Oro,
Girolamo del Ferro.
Agnolo della Seta,
Bastiano del Garzuolo.
Nicolò Scardonio,
Giovan Battista Tencarello.
Andrea de' Buoi,
Iacopo del Carro.
Carl'Anton de' Galli,
Giulio de' Capponi.

La cesarea maiestà entrò in Bologna per
la porta di Saragozza, e camminato ch'eb-
be un pezzo per la detta strada di Sera-
gozza, si voltò per Sguazza Coie e di lì
arrivò in le Cento trecento; dipoi passò
per Paglia in culo, per il Borgo delle
ballotte, per l'Incisa, per Gierusalem,
Quartirolo, Gatta marcia, Pizza morti,
Fondazza, Bracca l'Indosso, Androna sotto,
Centoversi, Malgra, Valle de' Sorgi, Val
dei Musciolini, Bruol delli Asinin, Andro-
na di San Tomaso, Fiacca 'l collo, Truffa
il mondo, Frega Tette, che arriva in piaz-
za. E sua maiestà se n'andò in San Petro-
nio, e di poi in palazzo. Dove fu poi da'
bolognesi presentato di cuccole, salsi-
zuotti, calcinia, leccaboni. E li donaron
ancora il ritratto della Madonna del Bara-
cano e della torre delli Asinelli.



42

Sonetto contra li preti

Godete, preti, poi che 'l vostro Cristo
v'ama cotanto, ch'ei, se più s'offende,
più da turchi e concilii vi difende
e più felice fa quel ch'è più tristo.

Ben verrà tempo ch'ogni vostro acquisto,
che così bruttamente oggi si spende,
vi leverà; ché Dio ferirvi intende
col fùlgor che non sia sentito o visto.

Credete voi, però, Sardanapali,
potervi far or femine or mariti,
e la chiesa or spelonca et or taverna?

E far mille altri, ch'io non vo' dir, mali,
e saziar tanti e sì strani appetiti,
e non far ira alla bontà superna?

 
 
 
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Un blog di: valerio.sampieri
Data di creazione: 26/04/2008
 

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