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Il Dittamondo (4-19)

Post n°1036 pubblicato il 11 Gennaio 2015 da valerio.sampieri
 

Il Dittamondo
di Fazio degli Uberti

LIBRO QUARTO

CAPITOLO XIX

Pur sempre andando, mi disse Solino:
"Ben so che sai sí come Ilderico
perdeo il regno e tolselo Pipino;

e però lascio, ché qui non tel dico; 
ma io ti conterò, ché nol sai forsi, 5 
come Dio rende dattaro per fico. 
Giá n’eran sei de’ Caroli trascorsi, 
quando Ruberto venne maggiordomo 
con far tra quelli de’ giochi degli orsi. 
Morto Ruberto, il figliuol, ch’Ugo nomo, 10 
tenne l’ufficio e a Lodovico Balbo 
fe’ di gran mali, ma non dico como; 
dopo questo Ugo, il figliuol crudo e scialbo, 
nomato Ugo Ciapetta, ch’al suo padre 
donato avrebbe a ciascun male il calbo. 15 
Con le parole lusinghiere e ladre 
trasse a sé alcuno di quelli del regno 
e con promesse assai false e bugiadre; 
e tanto fece a ’nganno e con ingegno, 
che sopra Carlo, ch’era suo signore, 20 
trattò la morte, onde non era degno. 
O potenza di Dio, o Sommo Amore, 
che fai, u’ miri, ov’è la tua giustizia? 
Ché la terra non s’apre a tal dolore? 
Costui di notte, ove sicuro ospizia, 25 
prese lo suo signor con due suoi figli, 
li quai fe’ poi morire a gran tristizia. 
Cosí il tiranno, dopo piú consigli, 
si ridusse a le man la signoria 
e l’arme sua lassò e prese i gigli. 30 
E, poi ch’ebbe del tutto la balia, 
non pur si tenne al primo mal, ma quanti 
trovò di quelli uccise e sperse via. 
Morto costui, che fece mal cotanti, 
rimase il regno al suo figliuol Ruberto, 35 
pietoso a Dio e divoto a’ suoi santi. 
E, secondo ch’udio, dico per certo 
ch’ei fu sottile e di scienza pieno 
e ne’ fatti del mondo assai esperto. 
E poi che in tutto, al mondo, venne meno, 40 
Arrigo seguí poi, che ’l regno tenne 
e ben guidar lo seppe col suo freno. 
Apresso di costui signor ne venne 
Filippo primo, di cui ancor si disse 
ch’assai il regno ben li si convenne. 45 
Lodovico, il figliuol, dopo lui visse, 
lo qual, vivendo, il suo figliuol fe’ re, 
perché guidasse il regno, s’ei morisse. 
Oh quanto è folle qualunque pon fé 
ne le cose del mondo e che si crede 
che vadan come va il pensier fra sé! 
Il padre, che sperava e avea fede 
che rimanesse dopo lui il figliuolo, 
morto cader se ’l vide giú tra’ piede. 
E odi come e se questo fu duolo: 55 
ché, cavalcando, un porco l’attraversa, 
onde cadde e morio in un punto solo. 
Dopo tanta sventura e sí diversa, 
morio il padre e Ludovico il sesto 
reda rimase e nel regno conversa. 60 
E secondo ch’ancor m’è manifesto, 
Filippo terzo tenne dopo lui 
l’onor con vita cortese e onesto. 
Un altro Ludovico di costui 
nacque, che ’l regno governò apresso: 65 
sí forte fu, che ne fe’ dire altrui. 
Ma nota quel ch’a dir ti vegno adesso: 
costui lasciò quel Ludovico reda, 
che ’n catalogo tra’ Santi fu messo. 
Costui ebbe un fratel, che si correda 70 
del regno di Cicilia: io dico Carlo, 
che fe’ di Curradino ingiusta sceda. 
Ora, di questa schiatta, ch’io ti parlo, 
Filippo quarto apresso seguio, 
che ’l regno tenne e ben seppe guardarlo. 75 
Filippo pestifer nomare udio 
lo quinto apresso e, s’io non sono errato, 
superbo fu, malizioso e rio. 
Micidi fece assai lo scelerato 
e sua fattura fu che Bonifazio 80 
papa fu preso e poi incarcerato. 
Trenta anni tenne il regno e questo spazio; 
né in tutto quel tempo di mal fare, 
secondo il dire altrui, si vide sazio. 
Al fine, essendo in un bosco a cacciare 85 
e trovandosi a solo a sol col porco, 
morto il caval, li convenne smontare; 
e quella fiera, acerba piú d’un orco, 
li corse addosso e con la lunga sanna 
lo gittò morto a traverso del sorco. 90 
Ludovico il figliuol, cui il tosco danna, 
tenne la signoria da diece mesi: 
e ciò fu degno, s’alcun non m’inganna. 
Filippo sesto, secondo ch’io intesi, 
dopo costui il paese governa; 95 
ma poco funno i suoi fatti palesi. 
E perché il ver per te chiaro si cerna, 
morto Filippo, Carlo apresso fue, 
che da cinque anni nel reame verna. 
Costui si fu fratel degli altri due 100 
e figliuol di Filippo acerbo e crudo: 
e qui finîr tutte le rede sue.
Venuti meno quei di questo scudo,
Filippo di Valos seguí da poi
e Giovanni il figliuol, del qual conchiudo 105
che con gran guerra tiene il regno ancoi".
 
 
 
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