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Rime di Celio Magno (33-40)

Post n°995 pubblicato il 06 Gennaio 2015 da valerio.sampieri
 

Rime di Celio Magno

33

Sepolcro del Petrarca in Arquà

Qui pur giace il gran Tosco; a lui t'inchina,
cor mio divoto, e 'l sacro marmo adora;
qui pur chiusa è la spoglia ove dimora
fe' quell'alma, tra noi rara e divina

Villa felice, a cui tal si destina
tesor che sovra ogni città t'onora:
come desta a virtù, come innamora
tua vista, e fa dei cor dolce rapina.

Per questi colli errò, quest'aria intorno
infiammò co' sospir del nobil zelo,
onde cotanta gloria al mondo uscìo.

E quinci, fuor del suo mortal soggiorno
lieto volando, a riveder se n' gio,
ed a goder l'amata donna in cielo.

34

In morte della signor Margherita Martinengo figliuola del signor Conte Marc'Antonio da Villachiara

Qual d'Aletto furor la man che strinse
Margherita a la tua, santo Imeneo,
Armò sì cruda in te? Qual destin reo
te, di viver sì degna, a morte spinse?

Come al ferir giusta pietà non vinse
il ferro istesso, e intenerir nol feo?
Come soffrir quel colpo il ciel poteo,
ch'in terra il fior d'ogni sua grazia estinse?

O d'empia gelosia cieco sospetto,
stimar la fede infida e 'l proprio errore
punir ne l'altrui puro e casto petto!

Ma nostro è 'l danno, e non già tuo: ché fuore
d'affanni, or giunta al vero ben perfetto,
godi l'eterno tuo sposo e fattore.

35

Dal ciel, dove al suo dì prescritto il volo
spiegò da questo uman penoso inferno
la tua dolce sorella, e de l'eterno
suo sposo or gode infra beato stuolo,

così ti prega, pia: - Deh frena il duolo,
ch'offende la mia pace e 'l re superno;
troppo col senso errar lunge io ti scerno
dal vero ben, ch'in Dio riposto è solo.

Per morir nacque il mio corporeo velo,
per viver l'alma al suo fattor unita,
cui teco il cor sacrai con puro zelo.

Così tua via per l'orme sue fornita,
tu ancor la terra cangerai col cielo,
meco rinata in quest'eterna vita. -

36

In morte della clarissimo signor Chiara Bragadino: la quale, per la sua singolar bellezza, era chiamata communemente la dea Venere

- Ahi fato iniquo! Ahi morte empia e rapace
ch'involi al mondo il fior d'ogni bellezza!
Ahi, ché 'l sol d'onestate e gentilezza
in questa invida tomba estinto giace!

Resti pur l'arco qui, resti la face:
ch'ad arder e ferir mia forza avezza
da quel bel volto, ogni altro vanto sprezza;
né vo' né debbo aver col ciel mai pace.

Pianga Adria meco i suoi perduti onori,
e poi mai sempre in questo amaro giorno
rinovi il pianto e 'l caro nome adori. -

Con tai lamenti al mesto sasso intorno
sparse in gran copia Amor lagrime e fiori;
e 'l ciel si fe' di due Veneri adorno.

37

[In morte di Irene di Spilimbergo]

Tra l'altre donne, qual purpurea rosa
tra bianchi gigli e pallide viole,
ed anzi pur, qual tra le stelle il sole,
fu quest'anima eletta e gloriosa.

Fiamma d'amor ne' suoi begli occhi ascosa,
quella, ch'esca divina accender suole,
degn'opre, alti desir, sagge parole
la fer nel mondo a noi mirabil cosa.

Né fior alcun giamai tronco o distrutto
fu per ria sorte in sul suo primo onore
con maggior speme di fecondo frutto;

né sole unqua più chiaro a l'aprir fuore,
sì tosto al fin del suo bel dì condutto,
lasciò più meste e tenebrose l'ore.

38

Ecco di rose, a questa tomba intorno,
aprir, quasi in su' onor, pomposa schiera;
che 'l seno aprendo sembran dir: - Tal era
di colei che qui giace il volto adorno;

e tal ne sentian l'altre invidia e scorno
qual di noi gli altri fiori a primavera.
Cresceale il vanto odor d'onestà vera,
ch'in lei fea con Amor dolce soggiorno.

S'oltra ogni stil fiorisce in noi beltade,
è perché nel terren ch'in sé converse
le belle membra, siam concette e nate;

Ma qui tosto ancor noi cadrem disperse
da l'aspra pioggia, in che l'altrui pietate
ne tien, piangendo, eternamente immerse. -

39

In morte della clarissimo signor Elena Loredana

Sedea morte crudel nel vago volto,
ma quasi di su' error temendo scorno,
lo spirto fea sotto bel ciglio adorno
parer dal corpo in dolce sonno sciolto.

Era Amor con Pietate ivi raccolto,
e come augel che voto al suo ritorno
ritrova il nido, a que' begli occhi intorno
se n' gia piangendo il caro sguardo tolto.

Ma poi che vani i suoi lamenti scorse,
preso in aria 'l camin, con voce mesta
tai detti volto a la compagna porse:

- Io me n' vo dietro a la bell'alma onesta
poggiando al ciel, donde qua giù mi scorse;
tu per me nel suo volto eterna resta. -

40

In morte della clarissimo signor Chiara Capello

Poi che al sepolcro Amor di pianger lasso
fu la nobil sua donna a morte giunta,
prese uno strale e con l'acuta punta
segnò di cotai note il bianco sasso:

- Mai non discese in questo viver basso
alma più bella a più bel corpo aggiunta:
Chiara fu 'l nome, e dal suo fato giunta
fe' rimaner di luce il mondo casso.

Ma s'è chi veder brami il suo bel volto,
miri nel sol, ché di splendor e fiamma
talor fu l'un per l'altro in cambio tolto.

Come i cor poi struggesse a dramma a dramma,
veggal da ciò: ch'ancor chiuso e sepolto,
l'anime fuor dal freddo marmo infiamma. -

 
 
 
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Un blog di: valerio.sampieri
Data di creazione: 26/04/2008
 

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