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Rime di Celio Magno (21-24)

Post n°978 pubblicato il 05 Gennaio 2015 da valerio.sampieri
 

Rime di Celio Magno

21

Nell'Arte del predicare di fra Luca Baglioni

Di quei celesti aventurosi strali
che vero ardente amor per la tua bocca,
guerrier di Dio, ne le nostr'alme scocca,
e piaghe imprime in lor, dolci e vitali,

questo è pur l'arco, e qui scopri con quali
forze tu 'l tendi allor che 'l cor ne tocca.
Da questo il senso rio vinto trabocca
e trova l'armi sue debili e frali;

con questo, ovunque l'idra infernal piove
l'eretico venen, ferendo in lei
cadran le teste sue sorgenti e nove.

E spenti in tutto i suoi nemici rei,
cantando eterna gloria al sommo Giove,
ne vedrà Roma ancor pompe e trofei.

22

Sopra la prima stampa delle rime del clarissimo signor Giacomo Zane

Queste rime talor del suo più caro
amato figlio, onde si pregia e vanta,
al convivio di Giove Apollo canta,
per dar frutto a gustar novello e raro.

Stan li dèi tutti attenti, e 'l fato avaro
chiaman, che sì felice e nobil pianta,
mentr'era per produr gloria altrettanta,
troncò d'un colpo a tutto 'l mondo amaro.

Sente Amor i suoi pregi e in sé ne gode;
l'arte nova e 'l saper Pallade ammira;
ciascuno al degno stil dà vanto e lode.

E poich'in mente sì perfetto il mira
che pur accento da biasmar non ode,
de li dèi 'l riprensor tace e sospira.

23

Sopra la ristampa delle rime del clarissimo signor Giacomo Zane

Ecco del bel Parnaso alto tesoro,
ch'in poche avare man giacea nascosto,
or torna al mondo, e in chiara luce posto
pregio rinova al sacro Aonio coro.

Quanto di vaghe gemme e di fin oro
eloquenzia possede, è qui riposto;
ch'arte e natura a lor gloria han composto
di propria man sì ricco e bel lavoro.

Gode Vinezia esser del chiaro ingegno
felice madre, e lieta abbraccia e mira
quasi rinato il suo diletto pegno.

Stupido ognun l'ascolta, ognun l'ammira,
e dice: - Ad agguagliar canto sì degno
il pensier, non che l'opra, indarno aspira. -

24

Nel tempio stampato in lode della signor donna Geronima Colonna

Questa che d'oro e d'alabastro puro
viva Colonna altrui sì ricca splende,
man non formò ch'ad uman'opre intende:
ch'umane opre sì degne unqua non furo.

Formolla per sostegno alto e securo
del tempio, ove a virtute onor si rende,
l'eterno Mastro; e 'l mondo tal ne prende
luce, che senza lei pò dirsi oscuro.

Però qualunque in lei si specchia, vede
di bellezza e valor l'imagin vera,
e prova ben ch'ogni credenza eccede.

Felice età di tanto pregio altera,
ch'ad altra mai sì largo il ciel non diede,
né d'aver mai più forse il mondo spera.

 
 
 
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Data di creazione: 26/04/2008
 

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