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Rime di Celio Magno (10-20)

Post n°963 pubblicato il 04 Gennaio 2015 da valerio.sampieri
 

Rime di Celio Magno

10

Fida mia cetra, a me fin da prim'anni
trastullo sovr'ogni altro amato e caro,
mentre fortuna e 'l ciel non mi negaro
teco l'ore passar vote d'affanni;

poich'empia sorte e ria con gravi danni
il dolce stato mio cangia in amaro,
ed oggi par che 'l mondo cieco, avaro,
fuor che l'oro e l'aver tutt'altro danni;

qui, dove già le dee del sacro monte
mi t'offersero in don con lieto volto
e m'invitaro al bel Castalio fonte,

a questo verde lauro, onde m'è tolto
sperar corona a l'infelice fronte,
t'appendo e lascio, ad altro fin rivolto.

11

A messer Girolamo Molino

Qual Febo, già ripien d'alto diletto,
da pria raccolse il generoso figlio,
ch'impetrò poscia il suo mortal periglio
e cadendo ebbe in Po tomba e ricetto,

tal tu scopri ver me paterno affetto,
mio vero Apollo: onde fidanza or piglio
chiederti anch'io del tuo divin consiglio
il lume, e 'l fren da te guidato e retto.

Sì che l'alte tue vie, donde riceve
tal luce il mondo, a me sian chiare e conte,
e sia, s'al corso i' manco, il danno leve.

Ché sol ch'altri il tuo carro ardito monte,
è gloria tal che già curar non deve,
s'a cader poi ne vien novo Fetonte.

12

Al clarissimo signor Domenico Veniero

Oh quanto fu, signor, felice il giorno,
quanto ebbe allor virtù propizia stella,
che voi, quasi d'un sol luce novella,
feste di voi nascendo il mondo adorno.

Fortuna solo ad empia guerra e scorno
contra il vostro valor s'armò rubella,
quando in infermo fral l'anima bella
rinchiuse a far dolente, aspro soggiorno.

Ma come in cava e tenebrosa fossa
che l'impeto ritien, vento raccolto
più si riscuote e fa sentir sua possa,

così lo spirto in egre membra involto
rinfranca sua virtù quant'è più scossa,
e s'alza a maggior ben nel mal sepolto.

13

Al clarissimo signor Orsatto Giustiniano

Se ad ambo, Orsatto, il ciel con simil sorte
un fratel già ci diede e poi se l' tolse,
ristorò 'l danno allor che stringer volse
tra noi di vero amor nodo sì forte.

Questi rompendo i privilegi a morte
il lor fraterno affetto in noi raccolse,
e ognun saldò la piaga onde si dolse,
le lor vite sentendo in noi risorte.

Ma qual di carità nome più chiaro
santa amicizia in sé non chiude? E quale
caso addolcir non può grave ed amaro?

Non ha tesoro il mondo a questo eguale,
né virtute ed amor pregio più raro,
né maggior don dal ciel vita mortale.

14

Sopra il palazzo di messer Camillo Trivisano in Murano

Viva questo superbo e nobil tetto,
sì che volger di ciel mai nol consume:
trofeo d'alto valor, sacro a quel nume
ch'orna altrui di saper la lingua e 'l petto.

E di lui che l'eresse il nome eletto
portando ovunque il sol porta il suo lume,
qui la Fama talor le stanche piume
posi, come in suo proprio almo ricetto.

Qui giunta, or a l'adorna e viva fonte
si rinfreschi le labbra; or l'aura accolga,
ch'eterna spira al bel giardino in fronte;

or del suo gran Camillo in sé rivolga
l'altere lodi, e in farle ognor più conte
da lui del ben parlar l'essempio tolga.

15

Al signor Sforza Brivio e al signor Bernardo Maschio

O del più prezioso uman tesoro
proprio e nobil ricetto alme gradite,
mentre insieme i cor vostri amando unite,
sì ch'un senso, un voler sempre han tra loro;

quanto è l'uso tra voi, tanto è 'l ristoro,
in continua d'amor cortese lite.
Anzi, un spirito sol regge due vite,
tra voi stessi godendo un secol d'oro.

Io tanto ben sovr'ogni sorte ammiro
con dolce invidia; e d'esser anch'io stretto
in sì bel nodo m'arde alto desiro.

Che 'l valor vostro adempiria 'l diffetto
del mio men degno; e s'in me 'l cor rimiro,
primo andrei, non che par, col vostro affetto.

16

Benché per novo sdegno Amor sospinto
del vostro cor vi sembri e 'n fuga volto,
deh sia nel perseguirlo il fren raccolto,
e 'l vano ardor de la vendetta estinto.

Spesso, ov'altri più 'l caccia e tien per vinto,
più riman preso e ne' suoi lacci avolto;
ch'in nove insidie del nemico è colto
e dà certa vittoria un perder finto.

Cessi adunque il furor, né di man v'esca
dardo che poi con doppio aspro tormento
rivolto in voi le vostre piaghe accresca.

Ch'un solo sguardo a raddolcirvi intento
di que' begli occhi, onde 'l crudel v'invesca,
mille sdegni pò far di nebbia al vento.

17

Sopra una statua di Venere scolpita da messer Danese Cataneo

Su la conca natia, de l'onde fuore,
Venere novo Fidia ignuda finge,
che con le belle man la chioma stringe
perch'espresso ne stilli il salso umore.

Giura chi mira in lei con dolce errore
ch'è carne il marmo, e vivo spirto cinge;
e la beltà celeste i cor constringe,
benché di ghiaccio, ad avampar d'amore.

L'opra, Danese, è tua, scultor divino;
al cui scarpello i più famosi carmi
cedono il pregio in render vita altrui.

Ch'a l'arte tua più vaghi i parti sui
scorge natura, e stiman gloria insino
gli stessi dèi spirar dentro a' tuoi marmi.

18

Sembrin le piume tue pungenti spine
a chi 'l corpo ti crede e pace spera,
ingrato letto; e in te sanguigna schiera
di sozzi, avidi vermi il ciel destine.

Lunge il sonno da te la via decline,
o venga in vista spaventosa e fera;
ed Aletto, Tisifone e Megera
scuotan d'intorno a te l'orribil crine.

De' suoi dolci t'escluda almi riposi
Imeneo sacro, e ti bestemmi e danni
a steril nido d'infelici sposi.

Morte ti vesta ognor d'oscuri panni
sotto cui stian ben mille morbi ascosi;
tal ch'aborrito poi ti rodan gli anni.

19

Sopra l'Europa di messer Giulio Ballino

D'Europa tutta le città più chiare
e lor memorie, in mille inchiostri sparte
ha 'l Ballin qui raccolto in poche carte,
chiudendo quasi in picciol vetro il mare.

Qui, senza il piè stancar, presente appare
qual più brami veder lontana parte,
e quanto acquista un lungo studio ed arte
vien, ch'altri in breve e dolce spazio impare.

Qui leggendo vedrai con chiari essempi
come volga fortuna imperi e regni
in compagnia degli anni ingordi ed empi.

E come l'opre e i nomi illustri e degni
difender può da tante ingiurie e scempi
solo il favor de' pellegrini ingegni.

20

Sopra il trattato del perfetto amante del signor Brunoro Zampesco

- Quando talor da' tuoi pregiati e degni
studi cessa il tuo figlio, invitto Marte,
meco brev'ozio spenda, e i modi e l'arte
d'un amante perfetto al mondo insegni.

La man, ch'ad alto onor destini e degni,
e già mille tue lodi intorno ha sparte,
spieghi ancor le mie glorie in dotte carte,
e tua spada a' miei strali unir s'ingegni.

Quinci eterno vivrà ne l'altrui petto
con più lucenti fiamme il foco mio,
raddoppiando ad ogni or speme e diletto. -

Ciò detto, Amor de' suoi tesori aprio
l'ampie ricchezze al suo Brunor diletto,
onde poi sì bell'opra al mondo uscìo.

 
 
 
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Un blog di: valerio.sampieri
Data di creazione: 26/04/2008
 

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