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Il Dittamondo (2-22)

Post n°867 pubblicato il 21 Dicembre 2014 da valerio.sampieri
 

Il Dittamondo
di Fazio degli Uberti

LIBRO SECONDO

CAPITOLO XXII

Secondo il mio parlar ben puoi vedere 
che Carlo Magno in Francia fu il primo 
a cui dessi giá mai il mio podere. 
E puoi trovar, cercando in fine a imo, 
chi e quanti ne funno e come fatti 5 
imperador discesi del suo vimo. 
Or ti vo’ dire, a ciò che, se mai tratti 
di sí fatta materia, il tempo veggi 
che meco funno e ch’io li vidi sfatti, 
dire che ’n quante croniche tu leggi, 10 
truovi ch’esser potean da due cent’anni 
che governaro me e le mie greggi. 
E se qui vuoi che del ver non t’inganni, 
contenta assai ne fui, se vennon meno: 
sí poco giá curavan de’ miei danni. 15 
E poi che sciolto in man mi tornò il freno 
de lo ’mperio mio, cosí il porsi 
a Lodovico, che piú m’era in seno. 
Vero è che di cui fosse avresti in forsi 
trovato al mondo molti e molti popoli, 20 
tanto eran giá i fatti miei trascorsi: 
ché l’un lo si credea ’n Costantinopoli 
e l’altro ne la Magna, colá dove 
or la corona de la paglia copoli. 
Ma perché miri al segno e non altrove, 25 
sol Lodovico allor l’onor tenea 
che da me prese, in cui la grazia piove. 
Or odi di costui fortuna rea: 
che preso fu e poi cieco in Verona, 
quando disfare Berlinghier credea. 30 
Sei anni guidò il mio la sua persona; 
poi Berlinghieri Forlivese venne, 
al quale puosi in testa la corona. 
Quattro anni, poi, la governò e tenne; 
pro fu in arme e di alti ministeri; 35 
altrui fe’ guerra e molta ne sostenne. 
Seguio apresso un altro Berlinghieri, 
ma nato Veronese, e costui poco 
ne’ suoi nove anni ebbe di me pensieri. 
Lottaro, dopo lui, ritenne il loco 40 
sette anni e poi Berlinghieri il terzo, 
Piagentin, tre; e costui fu un foco. 
Tu vedi ben come mi sforzo e sferzo 
venire al fin di questa trista schiatta, 
che fun peggior che gli orsi in ogni scherzo. 45 
In questo tempo fu Genova sfatta 
per gli Africani, sí ch’ancor ne langue 
ogni suo cittadin de la baratta. 
In questo tempo una fontana sangue 
isparse per la terra, ch’a’ lor guai 50 
annuncio fu peggior che morso d’angue. 
In questo tempo fun discordie assai 
in Francia, ne la Magna e tra’ Latini, 
de le quai danno spesso mi trovai. 
In questo tempo ancora i Saracini 55 
passâr su la Cicilia e vinser tutta, 
ponendo ai liti miei le lor confini. 
In questo tempo fu rubata e strutta 
Italia sí per gli Ungari crudeli,
ch’ancor c’è, credo, chi ne piange e lutta.
In questo tempo si vide tra’ cieli 
sí rosso il sol, ch’a molti, per sospetto 
d’alcun giudicio, s’arricciaro i peli. 
In questo tempo fun con un sol petto 
due corpi uman, che, quando l’un dormia, 65 
e l’altro da la fame era costretto. 
In questo tempo fen vita sí ria 
Alberto e Berlinghier, ch’assai ne piansi 
e piansene Toscana e Lombardia. 
E come rimembranze talor fansi, 70 
costui mi fe’ ricordar di Nerone, 
cotanto duro m’era e tenea in transi. 
Tre papi funno allora in quistione 
e tutti e tre in un sol tempo vivi: 
Giovanni, Benedetto e Leone. 75 
E se giá mai di tal Giovanni scrivi, 
dir puoi, per ver, che fu pien di lussuria 
e d’altri vizi bestiali e cattivi. 
Senza fallo commesso o altra ingiuria, 
la maladetta schiatta impregionaro 80 
Alonda imperadrice con gran furia. 
Pur tanto i lor gran mal moltiplicaro, 
che ne la Magna ad Otto di Sansogna 
il popol mio e gli Italian mandaro. 
Or qui voglio che chiaro si ripogna 85 
ne lo ’ntelletto tuo ciò ch’a dir vegno, 
ché alquanto lungo parlar mi bisogna. 
Dico che come Carlo tolse il regno 
a Desiderio, a Berlinghier costui, 
prendendo lui, li tolse ogni sostegno. 90 
Poi tanto amata e riguardata fui, 
per lo suo gran valor, che la corona 
e me e ’l mio diedi tutto a lui. 
Assai mi piacque, quando dispregiona 
Alonda e piú ancor poi che la fece 95 
compagna e sposa de la sua persona. 
Da queste genti sí crudeli e biece 
l’aquila posso dir che fu tenuta 
tre anni e piú di cinque volte diece. 
Vero è ch’ell’era giá tal divenuta, 100 
per lo tristo governo, in questo tempo, 
qual se ’l Greco l’avesse posseduta. 
Qui puoi veder come di tempo in tempo 
la somma Provedenza alcun produce 
che, per sua gran vertú, poi lungo tempo 105
fa che nel mondo la mia luce luce.
 
 
 
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Data di creazione: 26/04/2008
 

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