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La Bella Mano (006-010)

Post n°706 pubblicato il 30 Novembre 2014 da valerio.sampieri
 

La Bella Mano di Giusto de' Conti

VI

Chi è costei, che nostra etade adorna
Di tante meraviglie et di valore;
E in forma umana, in compagnia d' Amore
Fra noi mortali come Dea soggiorna?

Di senno et di beltà dal Ciel s'adorna,
Qual spirto ignudo et sciolto d'ogni errore:
Et per destin la degna a tanto onore

Natura, che a mirarla pur ritorna.
In lei quel poco lume è tutto accolto,
Et quel poco splendor, che a i giorni nostri
Sopra noi cade da benigne stelle:

Tal che il Maestro dai stellati chiostri
Sen loda, rimirando nel bel volto,
Che fe già di sue man cose sì belle.

VII

Quel cerchio d'oro, che due trecce bionde
Alluma sì, che il Sol troppo sen dole;
E il viso, ove fra pallide viole
Amor sovente all'ombra si nasconde;

Perle risuona angeliche parole;
Et gli occhi, onde, al mattin riprende il Sole
La luce che perduta avea fra l'onde;
Et la vaghezza del soave riso,

Et l'armonia, che tra sì bianche et monde
Con l'atto altero de l'andar beato,
Che ogni vil cura dal cor m'allontana;

E il bel tacer da inamorar Narciso,
È quel che tanto ha sopra ogni altro stato
Nobilitata la natura umana.

VIII

Vidi fra mille fiamme in un bel viso
Amore armato d'una luce altera:
Indi mostrommi l'arma sua più fera,
Quella onde Marte et Ercole ha conquiso.

Vidi inchinarsi il Cielo, e il Paradiso
Tutto a costei, da l'ultima sua spera;
Et rivestirse il Mondo primavera
Agli atti, alle parole, al vago riso.

Et quei begli occhi, che fan doppio giorno
Ove che amor gli volga, e il dolce passo
Che germina viole ovunque move:

Io nol so dir, che nol comprendo lasso,
Di tante maraviglie è il fronte adorno,
Et tanta gratia dalle ciglia piove.

IX

Quando costei ver me li passi move,
Che mi tien stretto con sì fero artiglio,
Io vedo Amor, che dal suo altero ciglio
Cosa che m'arde ne' begli occhi piove.

Mille paure allor tutte più nove
Mi fan sì bianco il volto et sì vermiglio,
Che prendon di mia vita altro consiglio
gli spirti miei, nascosti io non so dove.

Et nel passar del mio soave Foco,
Gli stimoli d'amor, che notte et giorno
mi pungon sì, che dentro l'alma scoppia,

Lassan nel mio pensier quel sacro loco,
Ove io la vidi, et l'atto suo più adorno,
Che l'amoroso nodo in cor m'addoppia.

X

Da quel si amaro, et si bel fonte move
Le lacrime, ch'io spargo, et ho già sparte,
Amor, per consumarmi? et da qual parte
Le angoscie al petto mio tante et sì nove?

Donde il gran foco, in ch'io sempre ardo? et dove
Raduna quei sospir che il cor comparte?
Dove la forza accoglie, et dove l'arte
Degli occhi, onde conforto et pace piove?

Dove la chiara luce del bel viso?
Dove trovò le rose et le viole,
Per far la bocca angelica soave?

Donde l'oneste sue sante parole
Che move d'alto loco col bel viso
Questa, che di mia vita tien le chiave?

(continua)

 
 
 
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Data di creazione: 26/04/2008
 

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