Sandrock

Follia?


Stamattina, mentre mi recavo come ogni mattino al lavoro con la mia Atos, ho avvistato ad un semaforo uno dei tanti disperati che chiedono elemosina.Questo mi ha colpito in modo particolare: leggevo nel suo viso una rassegnazione, una sorta di tristezza “senza ritorno” e la cosa mi ha molto turbato.Mi sono sentito in colpa, io che bel bello me ne vado in macchina a lavorare, io che ho tutti gli agi di questo mondo e che non ho nemmeno il tempo o la voglia di fare qualcosa per lui.Poi però mi sono venute in mente due cose: la prima è che proprio ieri ho colto un’espressione di dileggio nel volto di una persona che frequento abitualmente per ragioni di lavoro, una sorta di compassione per la mia condizione di persona modesta e umile – la ragione era proprio la mia Atos che, evidentemente, sfigura in confronto alle altre auto… e poi io vesto sempre in modo semplice senza sfoggiare griffe o capi firmati…La seconda invece è stato un pensiero verso tutti quei migranti che in queste ore rischiano la vita o comunque vivono in condizioni disumane e sono devastate dall’incertezza – nella migliore delle ipotesi – sul loro futuro: per loro quel ragazzo al semaforo forse è un punto d’arrivo o comunque uno che ha già raggiunto una sua dimensione che loro ancora non hanno e non sanno se riusciranno ad avere.E’ incredibile, comunque, pensare che esistano così tante condizioni di vita e come sia davvero tutto relativo: l’uomo ha capacità di adattamento impensabili e, allo stesso tempo, non riesce mai ad essere felice, quasi come se una classifica di agiatezza non sia affatto corrispondente anche ad una classifica di felicità.Perdermi dentro questi pensieri e queste sensazioni crea un vuoto totale, come se ogni ambizione, piccola o grande che sia, non abbia senso, come se grande o piccolo fosse, più o meno, la stessa cosa.